lunedì 25 luglio 2016

Il cuore buio

Titolo: Il cuore buio 
Autore: Pina Varriale
Pagine: 208
Prezzo: € 10 
Trama: Dopo la morte del nonno, la diciassettenne Alice decide di restare a Montelupo da sola. Non ha nessuna intenzione di seguire la madre a Milano né di andare a stabilirsi dal padre che ormai vive con un'altra donna. Alice è una ragazza introversa, a scuola non ottiene risultati brillanti e se non fosse per l'aiuto del prof. Giorgio Tancredi, spesso si metterebbe a rischio di essere allontanata. Durante il suo solitario soggiorno, Alice conosce Roby, un ventenne che suona in un pub a Montelupo. Roby alza spesso il gomito, si comporta da ribelle ma esercita una forte fascino sulla ragazza. Alice pensa di esserne innamorata ma non è certa di essere ricambiata. Il prof. Tancredi, con cui la ragazza si confida, non approva quell'amicizia perché pensa che Roby abbia una cattiva influenza su di lei. Roby, infatti, trascina Alice in un grosso guaio. Alla fine la ragazza riuscirà ad uscirne fuori e sarà per lei il momento di seppellire alcuni mostri del suo passato e voltare pagina, guardando al futuro con occhi nuovi.

Scarabocchio: Alice è una giovane ragazza che vuole vivere per conto suo, anche se la legge lo vieterebbe. A diciassette anni, infatti convince la madre a lasciarla a Montelupo anche dopo la morte del caro nonno. Tanto, cosa cambierebbe trasferirsi ancora, se non l'ennesima perdita di tempo a scuola? E poi, da chi andrebbe? Il padre vive con la nuova fidanzata e la madre a Milano. 
Rimanere a casa da sola le permette di fare un pò quello che vuole ma comporta anche mille difficoltà, come l'economia e la gestione della paura. 
Paura dettata dal fatto che certe sere trova dei biglietti minatori in casa. Paura di venir scoperta da un vicino troppo curioso. 
L'incontro con un ragazzo però, sembra cambiar tutto. 

Il cuore buio vuole esser un libro per ragazzi. 
Struggente, pieno e profondo. 
Poi però, alla fine, non è che sia tanto vero. 

Alice è appunto una giovane ragazza che vuole vivere da sola. Certo, a diciasette anni uno si sente già abbastanza maturo da provvedere a se stesso e chissà, magari è anche vero però la legge lo vieta e dato che Montelupo è un piccolo paesello dove tutti parlano... beh, il rischio di essere scoperti è molto alto. 
Convince però la madre a lasciarla nel vecchio paesino, anche dopo la morte del nonno. Che esempio di madre! La donna non ci mette molto a farsi convincere perché in fondo, le fa comodo così. Alice lo sa ed è per questo che vince la libertà. A che pro? Perché vuole rimanere lì? Immagino che la condizione da figlia di separati la spinga a reclamare un pò di agognata libertà ma alla fine non si sa gestire poi così bene. 
I continui incubi ed i messaggi minatori che trova in casa, dovrebbero essere un campanello d'allarme. Dovrebbero farle capire che forse, quel posto non è poi così sicuro ma no, incurante dei risvolti pericolosi, fa passare interi giorni senza fare oggettivamente nulla. 
Nulla fino al giorno in cui dorme con la madre e per caso, trova la soluzione. Ma questa idea ha di per sè dei risvolti che non si possono risolvere in poco tempo... ma anche così, Alice attende e cosa, non si sa. 

Nel mentre, incontra Roby, un giovane musicista dagli occhi ombrosi ma dal sorriso affascinante. 
Sognatore convinto, attacca bottone con lei già dal primo incontro e la coinvolge in un progetto musicale molto strampalato ma forse non così impossibile. Lui suona e lei canta. 
Roby però è scostante e beve troppo. Giusto perché non ci facciamo mancare nulla, il ragazzaccio è anche un forte bugiardo e un codardo. Abbandona Alice all'improvviso e le mente di continuo ma nemmeno questi tratti fanno scappare la ragazza, anzi.
Com'è ovvio che sia, lei prende una cotta per lui... ma reagisce in modo dubbio anche con il prof. Tancredi, unico adulto vagamente umano del libro. Tancredi infatti, cerca di aiutare Alice come può. 
Ma come si fa ad aiutare una persona che non vuole essere aiutata? 

Non so nemmeno in che modo definire questa lettura. 
Sicuramente non è profonda. 
Per carità, ci sono alcuni passaggi che oggettivamente sono pesanti e profondi, come il ricordo della violenza e la paura di una possibile intrusione in casa.
Ci sono passaggi molto comuni nella vita di un'adolescente e trattarli è un'idea utile per far capire che non sono soli ma messi insieme al resto, dove ci sono molte sciocchezze e nessun approfondimento, perdono il vero senso e assumono una forma grottesca. 
Mi suona molto difficile trovare veri i fatti raccontati in questo modo.

Una madre che lascia da sola una ragazzina in un piccolo paesello, pensando che nessuno lo venga a sapere? Comico. 
Una ragazzina che riceve messaggi minatori e non fa nulla sperando che la cosa passi da sola? Follia. 
Professori che non prendono veri provvedimenti verso uno studente svogliato? Che culo, da me avrebbero convocato anche dio. 
Un labile fidanzato alcolista? Ma si, perché no. 
Un labile fidanzato alcolista che magari spaccia? Ma potrebbe non essere lui, nel mentre, con tutti i dubbi del mondo, amiamolo. 
Un labile fidanzato alcolista e magari spacciatore che potrebbe aver ucciso qualcuno? Ma si! Tanto a lei sorride con malizia, dimentichiamo tutto! 
Dei tizi che entrano in casa tua, sostenendo di essere amici del tuo labile fidanzato, che poi si rivelano dei poco di buono...? Ma si, insceniamo una bella commediuccia per farli andare via.....!!!!
Un labile fidanzato alcolista, spacciatore, non assassino ma sicuramente incosciente che ti abbandona? Ma si, chiamiamolo comunque perché tanto ci manca!!!! 

Tutto questa storia sembra una follia.
Una follia il fatto che ogni cosa, presa singolarmente e sviluppata in modo più profondo, avrebbe potuto dare mille volte di più. Così però, perde. Troppe cose messe insieme senza un'approfondimento.
Lo stile della scrittrice non mi ha impressionato in modo particolare. L'unico vero punto positivo è che si legge in poche ore. Per il resto, gne.

4 commenti:

  1. Peccato, m'ispirava parecchio questo libro ma ne parlano tutti così male che non penso proprio lo acquisterò.

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“Ciò che è stato scritto senza passione verrà letto senza piacere”
(Samuel Johnson)

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