lunedì 13 marzo 2017

Raccontami di un giorno perfetto

Titolo: Raccontami di un giorno perfetto
Autore: Jennifer Niven
Pagine: 400
Prezzo: € 9.90
Uscita: 31 Marzo 2015
È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi. I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo. E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti. Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare.
«Jessamyn West una volta ha detto: “Scrivere è talmente faticoso che agli scrittori verrà risparmiata ogni punizione nell'aldilà, poiché hanno già patito le pene dell’inferno sulla Terra”.»

Scarabocchio: Ho sempre cercato di evitare questo libro. Dopo aver intravisto le prime recensioni, ho pensato che non potevo assolutamente leggerlo perché di piangere, non ne avevo voglia.
Poteva esser bellissimo ma insomma, mi volevo un po di bene e no, frignottare per un libro, no.

Poi, un paio di settimane fa, un mio amico (Luigi di Everpop) mi ha detto "Leggilo. Ti piacerà". 
Così l'ho cercato e ho iniziato questa avventura masochistica. 
Spalanco gli occhi e mi tiro su a sedere di scatto, boccheggiante, respirando a pieni polmoni. Sono contento non ci sia nessuno a vedermi, perché sto annaspando, sputando e tossendo. Non provo nessun entusiasmo a essere sopravvissuto. Ci sono solo un senso di vuoto, i polmoni in debito di ossigeno e i capelli bagnati appiccicati sulla faccia. 
Potrei star qui a decantarvi pagina per pagina. Raccontami di un giorno perfetto è entrato con prepotenza nei miei libri preferiti.

Finch e Violet sono due giovani ragazzi che si incontrano davanti alla morte.
Una mattina, tutti e due si trovano sul cornicione della scuola ma credono di esser da soli. Non vogliono veramente saltare ma eccoli, insieme a guardare in basso, senza che nessuno se ne accorga. Finch però la vede e la salva, facendo partire così degli ingranaggi inaspettati.

Violet sta vivendo ancora in lutto per la perdita della sorella.
Erano inseparabili ed affiatate. Erano una cosa sola e sopratutto, erano insieme il giorno dell'incidente. Perché lei sopravvive ma la sorella no? Perché questa grazia? Se la meritava più di lei? Mille dubbi e mille rimorsi, mischiati a quel sentimento scomodo che si chiama senso di colpa.
Violet non riesce ad uscire dal suo bozzolo, non si sente capita, si sente soffocata.
Sa che il mondo va avanti a prescindere dalle disgrazie della gente ma lei vorrebbe solo sparire e stare con il proprio dolore. Finch però, dal primo momento che l'ha vista sul cornicione, sa già che la sua missione sarà quella di salvarla. Chi però, salverà lui? Quali sono i suoi demoni?

Ogni capitolo viene raccontato con gli occhi di uno di loro due. Lo fanno alternandosi quasi in modo equo ma comunque questo ci permette di capire cosa veramente stanno provando.
Violet, per quanto io possa capire il suo dramma, la prenderei a schiaffi. Probabilmente avrei fatto anche io molte delle sue scelte ma vedendola da fuori, vedo quanto poco carattere abbia. Diciamo che c'è un concorso di colpa all'interno della sua famiglia ma principalmente, lei avrebbe potuto reagire prima. Difficile esser capiti quando non si è sinceri. Difficile sperare che una persona adulta capisca che dietro a tutti quei "sto bene" ci sia una grossa menzogna. Lo so che è una cosa che facciamo tutti ma logicamente parlando, non siamo dotati di una sfera di cristallo per vedere il futuro.
«So che avrei potuto fare di più. Avrei dovuto accorgermi di quello che stava succedendo.»
«Non sempre riusciamo a vedere quello che gli altri vogliono impedirci di vedere. Soprattutto se ce la mettono tutta per tenerlo nascosto.» Prende un opuscolo dalla scrivania e legge: «“Sei un sopravvissuto: questo significa che la tua sopravvivenza – la tua sopravvivenza emotiva – dipenderà dalla tua capacità di affrontare e superare la tragedia che hai vissuto. La cattiva notizia: sopravvivere sarà la seconda esperienza tremenda della tua vita. La buona notizia: il peggio è già successo”».
Finch però è diverso, più solitario e più indipendente.
Anche in questo caso, c'è un concorso di colpa visto che la famiglia non cerca minimamente di capire cosa lo tormenta mentre noi, ci chiediamo comunque quale sia il suo mostro. Mentre con Violet sappiamo il motivo che l'ha cambiata, con lui andiamo a tentoni, facendo più che altro delle congetture.
Ho adorato il modo un cui sprona Violet a tornare a vivere. Ho adorato il suo farsi malmenare solo per far si che nessuno notasse l'imbarazzo di lei. Ho adorato l'approccio dolce ma diretto con cui la tratta. Ho adorato la sua sincerità spietata.
Ho adorato il suo lato bimbo, quello che vede il lato bello in tutto. Ho apprezzato che sia una persona coinvolgente.
Ho apprezzato moltissime cose di lui, tranne la fine.
La fine fa parte di quelle rivelazione che preferiresti evitare. Ve lo dico, avrei preferito chiudere il libro e andare a fare altro perché è una delle cose più agghiaccianti che io abbia letto (e fidatevi che ne ho lette di cose forti!) e anche se alla fine, non potevo aspettarmi nulla di diverso.... beh, no. Ancora non voglio crederci.
Dovrai accettare di vivere la vita che hai davanti, anche se è cambiata per sempre. Se ci riesci, troverai la pace che cerchi.

3 commenti:

“Ciò che è stato scritto senza passione verrà letto senza piacere”
(Samuel Johnson)

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