martedì 9 agosto 2022

La torre nera. L’ultimo cavaliere #1

Autore: Stephen King
Pagine: 216
Prezzo: € 13
Uscita: 12/05/2015
Genere: Horror
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Il primo volume della saga de «La Torre Nera», un classico della letteratura moderna. Scritto in età giovanile e completamente rivisto dall’autore prima della pubblicazione dei capitoli conclusivi del ciclo, questo romanzo mostra un nuovo, appassionante aspetto dello straordinario talento creativo di Stephen King. Una storia fantastica, ambientata in un mondo di sinistre atmosfere e macabre minacce, che appare come lo specchio oscuro di quello reale. Qui, in uno sconfinato paesaggio apocalittico, l’eterno, epico scontro fra il bene e il male si incarna in uno dei più evocativi personaggi concepiti dall’autore: Roland di Gilead, l’ultimo cavaliere, leggendaria figura di eroe solitario sulle tracce di un enigmatico uomo in nero, verso una misteriosa Torre proibita. Un capolavoro della vena immaginifica di Stephen King.


Recensione: Per anni ho visto passare sotto il naso i libri King. Mia madre lo adora e quindi in casa ho le prime versioni di quasi tutti i suoi libri.
Ho sempre pensato fosse uno scrittore con i maroni cubici ma molto probabilmente, non ero pronta.
Poi il tempo è passato e in questo 2017 pieno di cambiamenti,ho voluto riprovarci.
Il risultato?
Ho preso appunti.

So che non riuscirò a dirvi nemmeno la metà di quello che vorrei, però ci proverò.

Roland è più di ciò che appare.
Lui è l’ultimo pistolero rimasto ed è alla ricerca dell’uomo in nero, colui che ha portato la fine di ciò che conosceva.
Questo primo libro racconta del viaggio di Roland ma ben presto capiamo che non è tutto così semplice perchè l’uomo in nero, sembra già a conoscenza di tutto.

Non ci sono molti momenti per l’azione, questo è più che altro un viaggio che ci permetterà di capire da dove è nato tutto.
L’uomo in nero si rivelerà quasi un amico, devoto alla missione che gli è stata affidata dal suo Capo. Per far ciò però, ci dovrà essere un sacrificio quasi simbolico atto anche a capire fin dove è disposto a spingersi Roland.

Il vero viaggio comincia adesso.

lunedì 8 agosto 2022

Lo stilista

Autore: Alessandro Noseda
Pagine: 117
Prezzo: € 13
Uscita: 9/10/2015
Genere: Giallo; Thriller
Casa Editrice: La Ponga
All’ombra della Mole, Torino trema. Lo Stilista è là fuori, a caccia di giovani donne in sovrappeso da rimodellare a costo della vita, al fine di trasformarle in manichini umani per le sue fantasie malate. Là fuori, tuttavia, c’è anche Laura Bassi, capitano dell’Arma dei Carabinieri, una donna ferita ma mai doma, determinata a fermare lo stilista una volta per tutte cercando, nel frattempo, di rimettere insieme i pezzi della propria vita privata.


Recensione: Lo stilista avrebbe potuto dare molto perché l’idea c’era.

Laura Bassi è una donna forte e tutta d’un pezzo ma anche molto delicata. Scappata da una relazione finita male, si trasferisce a Torino e da subito, la vediamo alle prese con un caso delicato e sfortunatamente, molto veloce. Lo Stilista è una persona intelligente e con grandi conoscenze in campo medico e questo gli permette di esser sempre un passo avanti rispetto a tutti. Un camaleonte votato alla causa della bellezza, infatti il suo scopo è quello di trasformare delle donne scialbe in bambole.
Laura però, con l’aiuto di un ex professore, riuscirà a delineare un piano d’azione che porterà Lo Stilista ad uscire dal suo guscio ma sarà il gesto disperato di una delle sue vittime a dare la svolta decisiva al caso.

Al momento, questa è la prima lettura bocciata del 2018.
So che ogni lettura è un rischio ma la delusione oggi è cocente.

Come dicevo sopra, la base della storia era interessante anche se magari, non particolarmente innovativa. Lo scontro tra Lo Stilista e Laura Bassi poteva essere la scintilla giusta per catturare l’attenzione del lettore ma alla fine, la storia fa acqua da tutte le parti.
Ci sono molti salti temporali che mi hanno lasciata perplessa, soprattutto se devo considerare che ci sono anche passaggi puramente inutili alla storia. (“Laura scappa da una relazione finita in modo difficile e ok dare delle informazioni sul come e cosa ma, entrare nel dettaglio non serve a capire chi sia il colpevole e nemmeno ad empatizzare con lei. Anzi, questo mi porta a sviluppare una certa antipatia nell’immediato futuro perché poi sembra esser troppo facile”)
Oscilliamo tra momenti dinamici e momenti meh, dove prima leggiamo di una cena romantica finita nel modo più classico e dopo toh, un arresto talmente tanto umiliante che se fossi stata il colpevole, mi sarei quasi suicidata per la vergogna.
Quello che però ho mal digerito è il modo cacofonico con cui Noseda racconta tutto.
“L’anatomo patologo”
mannequin
commodus discessus
“E quando facevano l’amore, lentamente, doucement“
“La capitano”
Ora, non sarò una persona brillante e particolarmente intelligente ma non voglio nemmeno esser costretta a girare con un dizionario per poter capire di che cosa stiamo parlando.
Sono tutte cose corrette, anche se non ci scommetterei su “L’anatomo patologo” (santo Wikipedia, mi comunica che andrebbe scritto tutto unito), ma non di uso comune e se vogliamo sorvolare su “mannequin” che comunque vuol dire manichino e che quindi è pertinente alla storia, non vedo perché qualcuno debba per forza usare parole in altre lingue.

venerdì 5 agosto 2022

83500

Autore: Michela Monti
Pagine: 431
Prezzo: € 12
Uscita: 15/02/2018
Genere: Fantasy; Distopico
Casa Editrice: Triskell Edizioni
ReBurning Prison, carcere di massima sicurezza, anno 2020 circa. Melice Redding è una condannata a morte, ma non ricorda il perché. La causa dell’amnesia è la separazione da sua figlia appena partorita e per questo Mel entra in stato di shock. Grazie a Gabriel uscirà dalla catatonia e, sempre grazie a lui, avrà la possibilità di tornare indietro, prima che il crimine per cui è condannata venga commesso. Melice viaggia nel tempo per rivivere il suo passato senza nessun ricordo dell’arresto, senza condizionamenti. Tutto procede regolarmente, fino alla notte di Halloween.


Recensione: Cinque anni fa ho conosciuto Michela per l’uscita del suo libro. Aveva deciso di autopubblicarsi e grazie ad un’amica in comunque, scoprii questa piccola perla. Fu uno dei miei libri preferiti del 2012 e ancora oggi, se posso, lo consiglio volentieri.


Ritrovarmi oggi, dopo tutto questo tempo, per parlare dall’imminente ripubblicazione con una Casa Editrice, mi riempie di gioia come se il libro fosse mio.

83500 è un libro che racconta di come una donna, sia capace di fare qualsiasi cosa per le persone che ama.

Melice si trova in carcere, condannata a morte con l’accusa di omicidio. L’unica cosa che però ricorda è l’aver perso la figlia appena partorita. Forse, fu proprio quel distacco a cancellarle ogni cosa ma ormai la sua ora è stata scritta.

Gabriel è il guardiano delle anime perse, colui che segue le condannate giorno per giorno, fino alla fine. Proprio per questo suo viver con loro, Gab farà si che venga concessa una seconda possibilità a Melice, anche a costo di perderla per sempre. Infatti, con una tecnologia ancora sperimentale, lei potrà tornare nel passato e far si non commetter più l’omicidio per cui è accusata.

Sarà in grado di non sbagliare una seconda volta?

Voi sapete che io non rileggo mai i libri ma con questo, non potevo lasciar correre.

Mi sono fatta mille paturnie prima di ricominciare ma il mio amore, non è minimamente mutato.

Questa è una storia forte ma anche imperfetta. Parliamo di un libro scritto moltissimo tempo fa, con qualche punto buio nei fatti ma sono proprio questi dettagli a renderlo vivo.

Bea, la dolce amica che si sente Superman ma che ha incorporata la kryptonite.

Mel, che dovrebbe rimediare ad un disastro colossale ma sembra abbonata al maiunagioia.

Gabriel, colui che riesce a trovare il lato divertente in un posto macabro ma che alla fine è dotato di una grandissima umanità.

Richard, il fidanzato carino e coccoloso, che sembra non esser mai pronto.

Shawn, l’ex fidanzato dagli occhi magnetici come quelli di un lupo e l’intelligenza che affascina.

Ogni personaggio è collegato da un filo color rosso.

Amore o Morte, non cambia le carte in tavola. Tutto è scritto nel destino.

mercoledì 3 agosto 2022

Illuminae


Autore: Amie Kaufman‎ e Jay Kristoff
Pagine: 599
Prezzo: € 22
Uscita: 18/09/2016
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Quel giorno, quando si è svegliata, Kady pensava che rompere con Ezra sarebbe stata la cosa più difficile da affrontare. Poche ore dopo il suo pianeta è stato invaso. Anno 2575: il cielo di Kerenza, un pianeta poco più grande di un granello di sabbia coperto di ghiaccio e sperduto nell’universo, si oscura all’improvviso. Tra le esplosioni e le urla degli abitanti terrorizzati, una squadra d’assalto della una potente corporation interstellare, dà inizio all’invasione. Ed Ezra e Kady, che si rivolgono a malapena la parola, sono costretti a cercare insieme una via di fuga. Alcuni giorni dopo, però, un mortale mutante inizia a diffondersi a bordo di una delle navi sulle quali si trovano i due ragazzi e gli altri superstiti. Come se non bastasse, AIDAN, l’intelligenza artificiale che dovrebbe pare essersi trasformato nel nemico. E nessuno dei militari incaricati delle operazioni di salvataggio sembra intenzionato a spiegare ciò che sta accadendo. Quando Kady riesce ad accedere a strettamente riservate, le è subito chiaro che l’unica persona che può aiutarla è anche l’unica con la quale pensava non avrebbe più avuto nulla a che fare.


Recensione: Dopo mesi di pressing, ho ceduto e mi sono messa a leggere Illuminae.

Questo libro mi aveva incuriosito moltissimo per il suo contenuto particolare ma ammetto che non ero veramente pronta a tutto.

Kady e Ezra sono due adolescenti che si sono appena lasciati dopo una forte discussione ma all’improvviso, il loro pianeta viene invaso e l’unica cosa che vogliono fare è trovare i propri cari ed un posto dove stare al sicuro. Le cose però non vanno esattamente come previsto e alla fine, si trovano su due astronavi differenti.

Quando la noia sopraggiunge, i due riescono a trovare il modo di sentirsi ma le informazioni che si passano, non sono tra le più rassicuranti. Un’epidemia sembra aver contagiato la terza astronave che ospita i sopravvissuti del loro pianeta e l’intelligenza artificiale che dovrebbe proteggerli pare essersi trasformato nel nemico.

Quando però tutto sembra esser ormai perduto, Kady decide di fare l’ultimo disperato tentativo per salvare l’unica persona che gli è rimasta, trovando addirittura un alleato insospettabile.

AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN! AIDAN!

Illuminae è particolare, ormai lo sanno anche i muri. L’idea di raccontare una storia attraverso a dei documenti e a delle chat, credo che sia una grandissima idea ma che sia anche altrettanto difficile da portare avanti nel modo corretto.

Nei libri, i buchi solitamente possono passare inosservati perché il lettore è preso da altri dettagli ma qui, che di descrittivo c’è ben poco, fare un passo falso è facilissimo.

Sono però rimasta catturata dalla lingua biforcuta di Kady e dalla tenerezza di Ezra.

Sono rimasta coinvolta dalle vicissitudini e dai problemi di AIDAN e sono rimasta affascinata dal virus che colpisce le persone.

Sono rimasta affascinata.

Ovviamente è il primo di una trilogia e quindi, ho più domande che risposte ma non ha importanza.

Mi ha suscitato molti sentimenti, spesso anche contraddittori, però ho amato sempre di più questi personaggi perché risultano vivi e sinceri, anche se non descritti nel modo classico.

Gemina sarà una delle prossime letture ma ho già l’ansia per il terzo!

lunedì 1 agosto 2022

Favola splatter

Autore: Beppe Tosco e Francesco Tosco
Pagine: 264
Prezzo: € 16.90
Uscita: 16/01/2018
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Frassinelli
Milano. Tra 15 anni. Gheorge Pop è un criminale pieno di idee brillanti. L’ultima, davvero geniale, è quella di riutilizzare la cocaina che – una volta evacuata dai suoi consumatori – abbonda nelle fogne di Milano: raccoglierla, filtrarla, ripulirla, e rimetterla in circolazione. Little Virgin, la chiama (raffinato inglesismo per Madunina). Un tragico giorno d’estate, però, un temporale fa cadere un’enorme gru sul deposito in cui Pop tiene ammassate tonnellate di droga da ripulire, che trascinate dal vento si spargono sopra Milano. E la città impazzisce: i freni inibitori scompaiono, e gli operosi cittadini di Milano si abbandonano ai loro desideri più nascosti. Desideri che, nella stragrande maggioranza dei casi, si rivelano essere estremamente violenti. Vendette, violenze, omicidi dilagano per le vie di Milano, e, come se non bastasse quello che succede davvero, qualcuno si diverte a gettare benzina sul fuoco attraverso il web, dove spopola l’hashtag #MilanoFiesta, che viralizza e diffonde all’infinito le immagini e i video della follia. In questo contesto inizia l’odissea di uno strano trio: Vladi, un ragazzino di origini russe strutturalmente orfano; Lola, adolescente tanto impaurita quanto decisa, e il comandante dei carabinieri De Leo, che – non potendo fare nulla per fermare l’ondata di violenza – decide che la cosa migliore da fare sia provare a salvare almeno i due ragazzini. E intanto si domanda: ma è possibile che sia stata solo una nuvola di droga a scatenare tutto questo?

Recensione: Favola splatter è una storia che narra di una Milano non troppo futura, dove dopo la rottura di un silos pieno di cocaina, la città cade nel delirio. Quanto però c’è da attribuire alla sostanza? Quanto la follia già vive nel cuore delle persone? In uno scenario che oscilla tra il comico ed il grottesco, Lola e Vladi dovranno cercare di sopravvivere e forse, con l’aiuto del comandante, arriveranno alla fatidica luce in fondo al tunnel. Ammetto che quando ho sentito parlare di questo libro, sono rimasta affascinata dall’idea di una Milano strafatta. Ho immaginato una città su di giri, divertente, psichedelica… insomma, una Milano simile al viaggio mentale che si fa Dumbo quando vede l’elefante rosa. Poi però, ho conosciuto Lola e Vladi e tutti i cittadini. Ho conosciuto i loro disagi, i loro istinti più nascosti e mi sono resa conto che alla fin fine, quello che viene raccontato è solo lo specchio di quello che già succede. Favola splatter sembra un pò la Divina commedia di Dante, riscritta in chiave contemporanea, dove i gironi infernali vengono sostituiti dai disagi mentali. Questo è un libro che fa indubbiamente ridere ma dovrebbe essere anche letto da più persone possibili perché realtà e finzione sono divise da un sempre più sottile filo.

sabato 30 luglio 2022

Io so chi sei

 Io so chi sei di Paola Barbato

Autore: Paola Barbato
Pagine: 515
Prezzo: € 18.50
Uscita: 5/06/2018
Genere: Giallo; Thriller
Casa Editrice: Piemme
Sono passati solo due anni, e di tutto ciò che è stata non è rimasto nulla. Lena era brillante, determinata, brava a detta di tutti, curata, buona. Poi nella sua vita era entrato Saverio, e tutto era stato stravolto. Quel ragazzo più giovane, che viveva per essere contro qualsiasi regola, pregiudizio, conformità, l’aveva trasformata. E non erano solo i vestiti, i capelli, le parole. Era lei, le sue sicurezze, il suo amor proprio. Tutto calpestato in nome di un amore che agli occhi di tutti gli altri era solo nella sua testa. Il giorno in cui lui era finito in Arno, dato per disperso prima e per morto poi, qualcosa in Lena si era spento definitivamente. Sono passati due anni, e di Saverio le resta il cane Argo, che ancora la vive come un’usurpatrice, e un senso di vuoto dolente e indistruttibile. La sera in cui trova nella cassetta della posta un cellulare, Lena pensa che si tratti di uno scherzo, oppure di uno sbaglio. Ma bastano pochi minuti per rendersi conto che quell’oggetto può cambiare la sua vita. Perché i messaggi che arrivano, e a cui lei non può rispondere, parlano di cose che solo Saverio può sapere. E quindi è vivo. È tornato. Così, senza che Lena se ne accorga, quell’oggetto diventa l’unica linfa vitale a cui abbeverarsi, e non importa che i messaggi siano sempre più impositivi e le ordinino di commettere atti di cui mai si sarebbe pensata capace. Perché se lei farà la brava, lui rientrerà nella sua vita. O questo è ciò che pensa. Almeno fino a quando le persone che le stanno intorno cominciano a morire. E il gioco si fa sempre più crudele. E la prossima vittima prescelta potrebbe essere lei.

Recensione: Lena è una donna che in un modo o nell’altro, sta cercando di sopravvivere, vestendo ancora il lutto. Saverio era l’uomo che più amava ma, complice lo sballo dell’alcol, morì annegato e portato via dalla corrente.

Dopo due anni, ancora si crogiola nella pia illusione che no, sia solo scappato e quando trova nella cassetta delle lettere un vecchio telefono che oddio, riconosce come suo, le carte in tavola cambiano ancora una volta.

Il desiderio di rivederlo, la speranza di un cambiamento, la sicurezza del coronamento di un suo vecchio sogno. Tutti sentimenti che la spingono a tenersi per sè il ritrovamento e che la spingeranno a fare cose che mai avrebbe pensato di fare.

Cos’è disposta a fare per riavere Saverio?



Non c’è storia, Lena è l’essere più stupido che io abbia mai visto.
Una persona malata, senza un pensiero proprio e che si può manovrare a proprio piacimento.
La storia con Saverio era a senso unico, dove lei si annullava per sentirsi amata ma l’unico essere veramente amato era Argo, il cane. Eppure, dopo tutto il dolore subito, l’idea di uccidere per averlo nuovamente vicino la spaventa ma solo fino ad un certo punto. Qualcuno le dice di gettare dell’acido sulla faccia di una persona che conosce? Ok, anche se è difficile per amore questo ed altro. Qualcuno dice di avvelenare i cani in stallo da un’amica? Prima no, mai e poi ci proviamo perchè insomma, Saverio potrebbe essere torturato per colpa sua. Non si ferma mai a pensare realmente a ciò che sta facendo, trova sempre un modo per mitigare il senso di colpa che qualche volta sente.

Il perno della storia è il vecchio cellulare, dove l’aguzzino può registrare ogni suo movimento e dettar legge.

Un messaggio per spaventarla, un video per comandarla e una vita con il conto alla rovescia per domarla.

Eppure, sarebbe bastato andare dalla polizia e denunciare tutto o ancora meglio, buttare via il telefono. Bastava poco per salvare le persone che la circondavano ma a ben pensarci, una cosa buona poi è riuscita a farla.

Questa sua perseveranza (o mollezza) la porterà ad aprire la gabbia che tiene imprigionato Saverio, riuscirà a fare in “miracolo” ma, a che prezzo? Quante vite bisogna rovinare per salvarne altre?


Quello che amo di Paola, è la sua capacità nel raccontare una storia.

Lo fa in modo viscerale, di pancia. I personaggi sono sempre vividi, imperfetti ma perfetti in quel momento.

Un’altro dettaglio che mi ha colpito è che questo libro fa parte di una trilogia ma non è il numero X della trilogia. Per chi non lo sapesse (ed io faccio parte della cerchia), Paola ha un profilo Wattpad dove già aveva scritto Non ti faccio niente (che poi era uscito per Piemme) e dove ha già iniziato a scrivere Zoo (che sul sito viene pubblicato come 300), storia strettamente collegata a questo nuovo libro. Non è obbligatorio leggerli in una sequenza precisa e non bisogna leggerli tutti per forza ma è bella l’idea che comunque sia sempre la stessa storia ma vissuta sempre con occhi differenti.

giovedì 28 luglio 2022

Uno studio in rosso

Autore: Arthur Conan Doyle
Pagine: 170
Prezzo: € 9
Uscita: 22/02/2015
Genere: Thriller; Giallo
Casa Editrice: Feltrinelli
“Uno studio in Rosso” è il primo romanzo che ci ha fatto conoscere l’investigatore privato Sherlock Holmes e il suo amico dottor John H. Watson. È un testo fondamentale nella lettura delle inchieste operate da questo straordinario personaggio creato da Arthur Conan Doyle, perché entrambi i protagonisti ci vengono, per la prima volta, presentati con le loro caratteristiche salienti. Sherlock Holmes ha la possibilità di spiegarci cosa sia il metodo deduttivo-analitico, mentre il dubbioso Watson diventa il suo personale biografo. È tramite quest’ultimo che verremo informati delle inchieste dell’investigatore londinese. Questo testo avvincente si compone di due storie che s’intrecciano. La prima vede compiersi due omicidi da parte di un assassino, metodico e irresoluto, che hanno un evidente legame tra di loro. La seconda parte fornirà al lettore le circostanze che mostreranno il movente che lega l’assassino alle due vittime. Un movente carico di struggente umanità. Holmes, alla sua maniera, analizza tutti gli indizi, tracciando un identikit del colpevole attraverso una ricerca sistematica, che comprende anche uno sfavillante uso della sua mente ricettiva. Una lettura decisamente accattivante.


Recensione: Lo ammetto, non ho mai realmente letto un libro di Scherlock ma solo qualche raccontino. Quindi, questa è la prima vera lettura che faccio e devo confermare, più forte che mai, il mio amore per lui.
Amore perchè già lo apprezzo molto nei film (si, l’attore aiuta molto) ma qui è qualcosa di meraviglioso.

Uno studio in rosso è il primissimo libro, quando Watson e Holmes si incontrano per la prima volta.
Da questo libro, nasce il legame che unisce i due uomini e come non invidiare Watson? Segue per la prima volta l’investigatore, mosso soprattutto da dubbi, e pian piano rimane affascinato dal metodo assurdo che l’uomo usa per risolvere il caso.

Ho apprezzato meno la seconda parte, dove il colpevole spiega le sue motivazioni.
Sono tutte sensate e condivisibili ma molto più lente e meno frizzanti della prima parte. Sherlock riesce a manter vivo l’interesse delle persone, anche quando non si capisce bene dove voglia andare a parare.

Nel complesso però, ho apprezzato la lettura e sicuramente continuerò a leggere le sue avventure.

mercoledì 27 luglio 2022

Otherworld. Questo non è un gioco

Autore: Jason Segel e‎ Kirsten Miller
Pagine: 353
Prezzo: € 14.90
Uscita: 20/03/2018
Genere: Fantascienza
Casa Editrice: De Agostini
Il futuro è alle porte per Simon e per altri 1999 fortunati: la Compagnia del multimiliardario Milo Yolkin li ha selezionati per testare l’ultimissima versione di Otherworld, il gioco di ruolo online più famoso del secolo. Perché dentro Otherworld puoi essere ciò che vuoi. Un uomo, un dio, un mostro. In Otherworld non esistono regole, non esistono conseguenze. Niente di più emozionante per un nerd pieno di soldi come Simon. Niente che non abbia già fatto. Ma stavolta qualcosa di diverso c’è. Perché Otherworld è l’ultima opportunità che gli rimane per incontrare la sua migliore amica Kat. Un misterioso incidente la costringe infatti in un letto d’ospedale, completamente catatonica e incapace di reagire agli stimoli esterni. Chi l’ha ridotta così? E come mai la Compagnia è interessata a una semplice ragazza come lei, tanto da inserirla nel programma sperimentale che connette la sua mente a una delle realtà virtuali di Otherworld? Simon non crede alle coincidenze e sa che la Compagnia non lascia nulla al caso… non ha dubbi che Kat sia in pericolo, e pur di salvarla è pronto a tutto. Pronto anche ad avventurarsi in Otherworld, forse per l’ultima volta, e giocare fino alla fine la partita più importante di sempre: quella per ritrovare Kat.

Recensione: Se un giorno vi offrissero la possibilità di creare un mondo immaginario, senza limiti di nessun genere, cosa ne verrebbe fuori?

Giocare a fare Dio è forse il sogno di tutti noi, anche perché se così non fosse, non esisterebbe The Sims.

La liberà di fare quello che si vuole, senza regole di nessun tipo (nemmeno quelle dettate dalla natura) e senza restrizioni mentali. Una tela bianca a nostra disposizione, tira fuori il meglio dalla nostra fantasia. O il peggio, dipende dai punti di vista.

Ci sono moltissimi film a riguardo, dove si parla di futuri non poi tanto fantascientifici. Ciò che accomuna quasi tutti gli scenari, è l’apocalisse che il genere umano ha dovuto sopportare.
Metropoli distrutte, pestilenze che hanno decimato milioni di persone, morte della natura o addirittura la sua rivendicazione sulla terra, mutazioni genetiche…
Insomma, Matrix e Blade Runner ci hanno insegnato che essendo noi umani, non siamo veramente in grado di creare un mondo perfetto, nemmeno quando abbiamo tutto ciò che desideriamo.

C’è comunque una parte di immaginario dove ci vede piegati dalla tecnologia, dove è quella che comanda e noi, ci comportiamo come animaletti da compagnia.

Sono scenari come Otherworld o La ragazza meccanica.
Cose che non ci perdonano nulla, che ci fregano in ogni modo possibile ma in modo subdolo, cercando di plasmare il nostro concetto di realtà, bontà ed umanità.

Dal canto mio, ammetto senza particolari remore che si, condivido questi scenari e si, ne creerei uno in quel modo.
Perché?
Semplice, non siamo in grado di vivere in pace e quindi, perché ingabbiare tutti? Che la natura faccia il suo corso e che si sfoltisca un pò. Tanto io mi sarò creata il mio personalissimo bunker pieno di libri e Androidi che cucineranno tutti i miei piatti preferiti!

lunedì 25 luglio 2022

Osservatore oscuro

Autore: Barbara Baraldi
Pagine: 528
Prezzo: € 19
Uscita: 7/03/2018
Genere: Thriller
Casa Editrice: Giunti
“L’osservatore oscuro” è l’alter ego negativo che ci portiamo dentro, quello che ci dice che non ce la faremo, quello che alimenta le nostre paranoie, gli incubi peggiori… Per Aurora Scalviati, giovane profiler della polizia di Sparvara, i colleghi Bruno Colasanti, Tom Carelli e Silvia Sassi sono diventati la famiglia che non ha mai avuto. Ma tutto è destinato a cambiare con il ritrovamento, alla Certosa di Bologna, del cadavere di un uomo senza nome né documenti di riconoscimento. Gli unici indizi sono la bocca cucita, il corpo martoriato da un’antica, feroce tortura e un tatuaggio sul petto con il nome di Aurora, eseguito postmortem. Sospettata di essere coinvolta nell’omicidio e interrogata senza sosta, Aurora deve scontrarsi non solo con la diffidenza dei superiori, ma anche con quella dei suoi più stretti collaboratori. Persino il suo rapporto con Bruno viene messo a dura prova. Il poliziotto, avvilito per le complicazioni del suo rapporto con Aurora, si è fatto coinvolgere, sotto falso nome, in un giro di corse clandestine in cui bazzicano neonazisti e membri della malavita organizzata. Tom e Silvia, invece, sono troppo impegnati con i loro nuovi incarichi, l’uno presso la polizia postale e l’altra con l’accorpamento dei forestali con i carabinieri. Ognuno di loro, però, non sa di essere diventato il bersaglio di un serial killer che ha intenzione di uccidere uno per uno le persone più vicine ad Aurora. La sua rete di morte, gravata di minacciose simbologie nordiche che affondano nei più sanguinosi riti vichinghi, si stringe fino a raggiungere il collo di Isaak Stoner, il maestro di Aurora, il suo padre spirituale. Valraven è il nome in codice dell’assassino, il corvo sovrannaturale che per le antiche popolazioni scandinave divorava i corpi dei morti sul campo di battaglia. Solo una ragazza ferita e sofferente come Aurora Scalviati può raccogliere questa sfida. Lei e i fantasmi che la scortano e che, ancora una volta, si dimostreranno terribilmente reali…

Recensione: Aurora è la profiler migliore che ci sia ma, dopo una sparatoria avvenuta durante un’indagine, le sue facoltà mentali sono sempre border line. Una scheggia di proiettile risiede nel suo cervello, causando forti mal di testa e bipolarità. Questo la porta ad avere un rapporto diverso con il lavora e da ciò che la circonda ma, il ritrovamento di un cadavere a Bologna, la mette nella condizione di fare scelte drastiche.


Aurora e Bruno, sono due personaggi che ho più odiato. Valraven, l’assassino che stanno cercando di catturare, mi suscita più simpatia di quei due. Considerato che sono due personaggi importati, potete capire come io abbia affrontato serenamente la lettura di “Osservatore oscuro”.

Ma poi era arrivata Aurora.
E lui aveva capito il significato di gelosia, mancanza e ossessione.
Aveva capito che l’amore non assomiglia a una rosa, ma alla spina che ti entra nella carne e se la estirpi è solo per portarne la cicatrice per sempre.

L’indagine che viene affrontata è molto interessante e coinvolgente. Ci sono molti indizi che portano spesso in direzioni opposte ed è affascinante quando Aurora mette in moto il suo cervello.

Perché l’avrò anche presa in antipatia, però riconosco che la sua bravura va oltre il mio parere personale.

Lei comunque interpreta il cliché del poliziotto bravissimo ma burbero e sempre pronto ad infrangere le regole pur di arrivare alla soluzione, dimenticando però che le persone con cui si rapporta, non sono lì a caso e che forse forse, stanno cercando di fare al meglio il proprio lavoro. Aurora non solo è una persona instabile a causa dell’incidente ma, dal carattere acido e so tutto io.

«A quanto pare, hai trovato qualcuno a cui piaci» la stuzzicò De Robertis.
«È una battuta?» ribatté Aurora. «In ogni caso, non ci tengo a piacere a qualcuno.» Così dicendo, aprì con cautela la finestra e tese una mano con fare amichevole, ma la gatta, sospettosa, arretrò di due passi. «Non aver paura. Non voglio farti del male…»
«…disse la ragazza con la pistola» fece De Robertis in tono divertito.
«Ma la pianti? Il tuo senso dell’umorismo è come un ciglio in un occhio, di quelli che non riesci più a togliere.»

Per fortuna, nella storia gravitano altri personaggi che, pur restando secondari, aiutano ad alleggerire la lettura. C’è da dire che comunque, anche se sono più di cinquecento pagine, il libro si legge in un soffio perché dalla sua, ha anche la capacità di ricreare perfettamente i luoghi dove si svolgono i fatti. Inoltre, l’idea di capire chi sia l’artefice delle esecuzioni o come mai la piccola Camille voglia assolutamente parlare con Aurora, fa si che l’ansia sia sempre palpitante.

Mi ha invece lasciata basita la chiusura della storia, con l’ex neurochirurgo, che tanto mi affascina (che anche qui, preferisco lui a Valraven ma, sono dettagli).

Sicuramente ci sarà una storia nuova, perché le promesse non scritte, sono veramente troppe. Solo qui però, ho veramente capito il senso del libro e questo, mi lascia un pò l’amaro in bocca.

Non ho colto la connessione perché non ho letto il libro precedente? Non saprei, però apprezzo sempre i titoli giusti e con questo, trovo un peccato che si capisca solo alla chiusura.

domenica 24 luglio 2022

Faremo foresta

Autore: Ilaria Bernardini
Pagine: 186
Prezzo: € 19
Uscita: 30/01/2018
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Mondadori
Tutto ha inizio nel giorno del disastro. Anna sta piangendo la fine del suo amore: lei e il papà di Nico, il loro bambino di quattro anni, hanno deciso di lasciarsi. Quel giorno Anna incontra per caso Maria, un’amica di sua sorella che non conosce bene. Mentre parlano, Maria comincia a stare molto male. Anna le tiene la mano, la guarda crollare, chiama i soccorsi. Solo dopo l’ambulanza, il ricovero, le telefonate, si scopre che Maria ha avuto un aneurisma cerebrale.
Trascorre una lunga estate di convalescenza e dolore per entrambe. Come si fa a reimparare a uscire di casa e parlare con le persone dopo aver capito quanto vicina è la fine? Come si fa a dire a un bambino che il papà e la mamma non si amano più? La crisi economica ha intanto reso tutti più poveri, le meduse invadono i mari, si annuncia la fine del mondo e pure le piante sul terrazzo della nuova casa di Anna e Nico sono mezze morte. Attorno alle due donne, solo siccità, incertezza e paura. Finché, insieme, cominciano a occuparsi del terrazzo disastrato e, mentre Maria toglie il secco e il morto, pianta nuovi semi e rinvasa, Anna le prepara da mangiare. Così, stagione dopo stagione, la menta diventa verdissima e forte, il limone e il fico danno i frutti e spuntano i girasole. L’oleandro e il glicine s’infittiscono, arrivano le lucertole, le farfalle, e ogni mattina un merlo comincia a visitare Anna e Nico.
Le due donne imparano a prendersi cura delle piante e l’una dell’altra. E proprio come il terrazzo, anche questa storia si fa sempre più rigogliosa, fino a trasformarsi in una foresta, talmente selvaggia da contenere le vicende di tutta l’eccentrica famiglia di Anna e persino quelle della buffa cartomante a cui lei si rivolge in cerca di aiuto.


Recensione: Non faccio troppi giri di parole. Per me NO.

Quando ho visto per la prima volta questo libro, sono rimasta catturata dalla semplicità della copertina e quando mi è stato proposto di leggerlo, per poi incontrare l’Autrice, non ci ho pensato due volte.

Il mio pensiero negativo, deriva più che altro dall’esposizione dei pensieri di Anna.

Sono molto confusi, onirici, quasi senza senso. Spesso mi è capitato di pensare che fosse in realtà una bambina e invece, è madre di Nico.

Intanto guardavo case per lui e trovavamo nei portafogli le nostre fototessere con scritto ti amerò per sempre. Ogni tanto cercavo gli occhi di prima, quelli miei con cui l’avevo guardato e amato e quelli suoi con cui mi aveva amata.
«Ecco, guardi il tuo amore!» gli avrei detto allora.
Se scorrevo le nostre mail nelle notti sbagliate, piangevo. Alcune erano così piene di amore. Altre erano così fitte di tentativi di chiarirsi, di fare pace. Fare pace. Prima fare pace aveva funzionato e ora invece non c’entrava più neanche quello. Quando gli cercavo la casa ogni tanto si arrabbiava e diceva: «Non mi piace vederti così attiva nel cercarmi un posto lontano da voi». Altre volte mi ringraziava.
«Non hai avuto cura di me» gli ho detto spesso.
«Non hai avuto cura di me» mi ha detto spesso anche lui. Sul terrazzo le piante mezze morte mi guardavano e dicevano e adesso nessuno ha cura di noi, ok?

Anna passa per essere l’amica peggiore del mondo, che non va mai a trovare Maria all’ospedale dopo il suo ricovero e, non chiama nemmeno Alessandro mentre è in vacanza con quella che ancora per un pò dovrebbe essere la sua famiglia. Sa di esser manchevole ma nulla la smuove. Eppure, Maria dopo molto tempo è lì, ad aiutarla quando ha bisogno ma se dalla trama il loro rapporto sembrava particolarmente unito, nel libro mi è scivolato addosso lo scorrere del tempo.

Passato e presente si uniscono in un turbine di concetti, senza ordine particolare e fatto principalmente di domande senza risposte.

Una delle caratteristiche peggiori di Anna è la sua paura della morte e vi giuro che fa venire l’ansia alle mie ansie.

In sintesi, per me è NO.

Anche se capisco il concetto di base e per carità, lo condivido.

Capisco la paura della Morte, capisco il dolore della separazione, capisco la reticenza a parlare di certe cose ad un bambino piccolo. Capisco molte cose ma c’è modo e modo di esporre i propri pensieri.

sabato 23 luglio 2022

Frozen ghiaccio perenne

Autore: Alice Chimera
Pagine: 6
Prezzo: € 0.99
Uscita: 06/02/2017
Genere: Racconti
Casa Editrice: Les Flâneurs
Frozen, ghiaccio perenne è il racconto spin off di Infelici e scontenti. Nell’immaginario collettivo le fiabe possono finire solo con il classico “… e vissero felici e contenti”. Eppure, chi non si è mai chiesto cosa è successo dopo? Che cosa accadde a Belle dopo la rottura dell’incantesimo? Jasmine, che ha sempre sognato di scappare da palazzo, è felice della sua vita? I racconti si aprono sul finale disneyano che conosciamo tutti e proseguono con la narrazione di fatti tenuti nascosti: l’eroina diviene fautrice della propria infelicità. Cenerentola si ritrova sposata con un principe che la considera un giocattolo sessuale, Ariel scopre che non è diventata davvero umana e che le manca la possibilità di procreare, Alice, che avrebbe voluto crescere e diventare donna, si ritrova a rimpiangere il Paese delle Meraviglie e la spensieratezza dell’infanzia… Agli occhi delle protagoniste, una scelta: assecondare la sfortuna e stringere i denti oppure sfidarla e soccombere.


Recensione: Ho conosciuto Alice Chimera anni fa sia dal vivo che nella versione da Scrittrice.
Ho adorato la sua vena macabra e Infelici e Scontenti l’avevo trovato un libro molto piacevole anche se non perfetto.
Frozen, mi incuriosiva moltissimo perché da un lato, sapevo già dove saremmo andati a parare e poi, non è tra i miei personaggi preferiti del Film.

Eppure, sono rimasta abbastanza delusa.
Il racconto è molto scorrevole ed è una delle cose che apprezzo di Alice, però per quanto la storia possa esser veloce, non la trovo realmente papabile con un vero futuro.
Con il suo libro precedente, tutte le principesse prese in esame avevano un futuro malato ma realistico. Le droghe di Alice, il dna di Ariel, un principe Azzurro non poi così fiabesco… Insomma, tutte cose possibili.
Qui invece, trovo che il…. vuoto di Elsa e la conseguente reazione siano più un’esagerazione.

Anche così però, ve lo consiglio perchè una visione differente dal solito è sempre cosa buona.

giovedì 21 luglio 2022

Le voci delle betulle

Autore: Eloisa Donadelli
Pagine: 300
Prezzo: € 16.90
Uscita: 5 giugno 2018
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l’aria all’improvviso nonostante l’abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello. Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita. E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore.
Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi, trovando una casa circondata di betulle. Lì vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi. In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell’anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo.
Saranno quel luogo e quell’incontro a dare voce al passato di Bernadette, alla storia della sua famiglia e al mistero delle sue origini, liberandola da quell’antico peso sull’anima. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.


Recensione: Bernadette è una donna mite che ama la musica e la compagnia gioiosa della figlia però, non ha più lo stesso trasporto che aveva all’inizio con il marito e infatti, Edoardo si è reinventato una vita parallela e più movimentata ma, escludendola.

Come può fare una donna come lei, cresciuta nell’amore dei genitori, affrontare degnamente un momento così doloroso?

Tra alti e bassi, troverà abbastanza aria pulita che le permetterà in qualche modo di voltare pagina, scoprendosi più forte e combattiva che mai.


Le voci delle betulle, inizialmente mi faceva paura.

Non ho grande affinità con le storie fatte di donne tradite e lasciate sole ma, per quanto Bernadette non sia “la mia donna ideale”, ho apprezzato moltissimo come viene fatta vivere tra queste pagine. Le sue azioni ed i suoi pensieri sono giusti in quel contesto, non sono troppo tristi o troppo pazzi.

Eloisa è riuscita a raccontare una storia poetica e vera, non troppo da happy ending ma nemmeno troppo cinica.

Parla di varie forme d’amore tra la famiglia e gli amici, parla di una crescita che non conosce età, parla di familiarità con qualcosa che non si è mai visto e di radici che ti permettono di girare il mondo perchè sai di aver sempre casa tua pronta ad accoglierti.

Ho apprezzato quasi tutti i personaggi.

Da Bastiano, ballerino tanto amato conosciuto in gioventù, a Giosuè conosciuto anche come “Re delle betulle”. Il mio preferito però rimane il suocero di Bernadette, perchè per quanto sia una persona imperfetta e per quanto sia cresciuto con una mentalità molto chiusa, alla fine è uno di quelli che ama in modo incondizionato perchè prende le difese delle nuora e della nipote, riconoscendo a gran voce il difetto dell’unico figlio. Trovo che dopo le premesse iniziali, la sua crescita sia stata inaspettata e sorprendente.


mercoledì 20 luglio 2022

Berlin. La battaglia di Gropius

Autore: Fabio Geda e Marco Magone
Pagine: 220
Prezzo: € 15
Uscita: 20/09/2016
Genere: Ragazzi; Fantascienza
Casa Editrice: Mondadori
È il dicembre del 1978 quando l’inverno cala su Berlino: il manto candido della neve diventa ghiaccio sopra i relitti di scuole e case, parchi e cortili, al di qua e al di là del Muro. Da tre anni un virus incurabile ha sterminato la popolazione adulta della città, costringendo i ragazzi e i bambini sopravvissuti a crescere all’improvviso, in attesa che, alla fine dell’adolescenza, il virus porti via anche loro. Divisi in gruppi per organizzarsi e farsi forza, tra i ragazzi si scatena una guerra spietata. Il gruppo di Tegel mette a ferro e fuoco la città sotto la guida della feroce Wolfrun che, fiera come un’amazzone, combatte in groppa a un maestoso destriero. Dalle alte torri di Gropius, Jakob e Christa la vedono arrivare insieme ai suoi. Per portare battaglia. Niente e nessuno sembra in grado di fermarla, eppure qualcuno serba ancora nel cuore una fiammella di umanità…


Recensione: Sono finalmente arrivata al terzo libro, quello della svolta.

In I fuochi di Tegel e L’alba di Alexanderplatz erano due volumi necessati, perchè il primo ci doveva introdurre alla storia ed il secondo, doveva tessere un legame invisibile tra noi ed i personaggi.

Ora però, le cose si fanno interessanti e l’azione la fa da padrona.

La banda di Tegel vuole primeggiare su tutti, con ogni mezzo a loro disposizione. Costringono così le altre bande ad unirsi per sopravvivere, per trovare una soluzione che possa andare bene a tutti ma, nessun momento può esser sprecato perchè devono sempre “combattare” l’avanzare del virus.

Tra un piano, un complotto ed una pira funeraria, troviamo sempre i nostri personaggi pronti a dare loro stessi per un futuro migliore. Ragazzini diventati grandi troppo presto, che pian piano escono dal letargo imposto dalla difficile situazione.



Ho veramente apprezzato questo nuovo capitolo perchè è rimasto immutato il pregio della scorrevolezza e, questa volta ho visto un metto miglioramente sul coinvolgimento di chi legge.
Noi che vediamo tutto attraverso le parole di Fabio Geda e Marco Magone, soffriamo e ci emozioniamo come se fossimo lì con loro.


La maturità che stanno sviluppando mi fa veramente tenerezza e come dicevo probabilmente nel secondo libro, trovo abbastanza triste l’idea che a breve, altri dovranno morire.
Eppure loro vivono, maturano, amano e iniziano realmente a sviluppare un senso di “voler cambiare il futuro per chi rimarrà”.



Questo però, mi porta ad una domanda topica.

Dove vogliono arrivare con questa storia? Saranno veramente tutti spacciati?

Non mi resta che proseguire la lettura.

martedì 19 luglio 2022

Berlin. L’alba di Alexanderplatz

Autore: Fabio Geda e Marco Magone
Pagine: 225
Prezzo: € 15
Uscita: 15 marzo 2016
Genere: Ragazzi; Fantascienza
Casa Editrice: Mondadori
Quando la città era ancora la città, ogni mattina le persone si svegliavano a Berlino Ovest e a Berlino Est, divise dal lungo, inesorabile Muro. Quando la città era ancora la città, Timo e Jakob e Christa non potevano immaginare che un giorno sarebbero stati costretti ad aprire gli occhi in un mondo senza più adulti, tra i quartieri di una Berlino irriconoscibile e pericolosa. Una città in cui per sopravvivere si sono divisi in gruppi: Gropiusstadt, Havel, Reichstag, Tegel, Zoo. Nonostante le lotte e le rivalità, però, tutti loro hanno qualcosa in comune: il virus che alla fine dell’adolescenza se li porterà via, come se crescere fosse una condanna. E il virus non è l’unico pericolo. C’è una creatura misteriosa che si aggira per le strade, sbrana e uccide animali e ragazzi, e poi scompare, quasi fosse invisibile. Soltanto alleandosi è possibile scoprire chi è e difendersi. Ma nella Berlino che non è più Berlino, è meglio affrontare la minaccia da soli o allearsi con il nemico?


Recensione: Sono incappata nella saga di Berlin per caso, dopo un consiglio e un incontro a MilanoBookCity.
Il primo libro, letto quasi due anni fa, mi aveva lasciato in bocca un sapore agrodolce perchè oscillava tra la piacevolezza dell’idea della storia e la quasi noia degli eventi. Però era stata comunque una lettura scorrevole e avevo deciso di continuare.
Oggi, dopo un’infinità di tempo e (perdonatemi) qualche brutta parola, ho recuperato tutto.



In questo secondo capitolo ritroviamo molti dei personaggi che avevamo incontrato nel primo libro.

Se prima però, li avevamo visti solo come un branco di giovani ragazzi e bambini trasformati in bestie, ora abbiamo modo di avere una visione più ampia della questione. Pensandoci bene, possiamo capire perchè siano così allo sbando.
Un giorno, all’improvviso arriva questo virus ed inizia a contagiare gli adulti. Per quanto le persone si sforzino di arginare la cosa, ben presto ogni persona maggiorenne muore e così, a Berlino rimangono solo ragazzini. Presi in contropiede, abbandonati a loro stessi in una vita per cui non sono stati preparati.
Prima però entra in gioco la frenesia della novità, dell’avere un mondo a loro disposizione ma, ben presto si scontrano con la sopravvivenza e l’unico modo per arrivare vivi al giorno successivo è lottare, anche per le cose più semplici.

In L’alba di Alexanderplatz vediamo delle evoluzioni nelle dinamiche di vita dei vari gruppi che ora popolano la città in rovina.
Vediamo anche com’erano prima dell’epidemia e sopratutto, vediamo un’evoluzione nei loro modi di fare. In pratica, vediamo come stanno crescendo e la cosa fa paura perchè se solitamente vuol dire una nuova maturità, qui significa morte certa.



Oltre il danno del virus, c’è anche la beffa.

La natura sta prendendo possesso di ciò che era suo ma con alcuni accorgimenti, i vari gruppi si sono adeguati e sono diventati i nuovi cacciatori. Come però sappiamo, c’è sempre qualcuno più forte di noi e lo scopriranno presto.

Cristina, Timo e Jakob si dovranno alleare per capire da dove arriva questa nuova minaccia e poi, sconfiggerla.



Anche in questo caso, la storia è poco movimentata e mi è capitato di leggere qualche capitolo come se fossi in stato di trans. Però, ho veramente apprezzato l’evoluzione e la fluidità delle informazioni che abbiamo ricevuto.

Devo sempre tener conto che parliamo di una saga scritta per un pubblico giovane ma, sono abbastanza sicura che più andremo avanti e più diventerà “adulta”.

lunedì 18 luglio 2022

Berlin. Il richiamo dell’Havel

Autore: Fabio Geda e Marco Magone
Pagine: 194
Prezzo: € 15
Uscita: 17/10/2017
Genere: Ragazzi; Fantascienza
Casa Editrice: Mondadori
Gli adulti non esistono più. Nel 1975 il virus li ha uccisi e da tre anni uccide chiunque abbia più di sedici anni. Questa è l’unica certezza per i bambini e ragazzi allo sbando tra le spettrali vie di Berlino. E invece no. Gli adulti esistono ancora. Uno di loro, Andreas Beck, sta cercando una cura al virus, mentre gli altri sono armati e pronti a tutto. Anche a sparare a Bernd. Intanto Jakob è ancora sconvolto da quando, nel mezzo di una tormenta di neve, ha dovuto salvare la sua peggior nemica, Wolfrun, caduta in un lago gelido con il cavallo Ziggy. Sembra che per entrambi da quel momento il mondo si sia capovolto e ora, in fuga dai loro nuovi nemici, si stanno per incontrare di nuovo…


Recensione: Lo sentite questo rumore? Questo è il mio cuore che va in mille pezzi.

Ormai il lasso temporale tra un libro e l’altro è nullo. Ogni evento è collegato al successivo e questo, non concede un pò di riposto a nessuno.

Abbiamo acceso con loro molte pire, siamo stati costretti a salutare troppi ragazzi, anche se non ci erano troppo simpatici.

Questi ragazzi sopravvissuti, devono già vivere con l’idea che moriranno giovani ma ora, che potrebbe esserci una concreta possibilità di trovare una soluzione, ecco che le carte in tavola vengono nuovamente ribaltate.

Gli adulti esistono ancora ma, non tutti vogliono salvarli.

Il penultimo libro è un continuo colpo al cuore.

Non so nemmeno come fare a dirvi come mi ha fatto sentire. Credo di esser ancora in lutto ed è come se non l’avessi letto veramente. Continuo a pensare a sti poveri ragazzini che abbandonati ad un futuro inesistente, devono pure sopravvivere da soli senza più una guida e senza nemmeno esser stati preparati. Una situazione post apocalittica, dove però a sopravvivere ci sono oggettivamente dei bambini.

Bambini che imparano a combattere, esseri che imparano fin da subito a capire cosa sia la perdita.

Adesso, che potrebbero avere un futuro, vengono delusi e cacciati. Come si fa a sopravvivere? Come si fa a dar fiducia a qualcuno?

Ancora una volta dovranno superare i vari lutti tra di loro, trovando a pelle impensabili.

Non sono pronta per l’ultimo libro (che esce oggi, 12 giugno 2018) e infatti, penso che attenderò ma, chi l’ha già letto è ancora accovacciato in un angolino buio.

Vedete voi.

domenica 17 luglio 2022

Berlin. I lupi del Brandeburgo

Autore: Fabio Geda e Marco Magone
Pagine: 230
Prezzo: € 15
Uscita: 28/03/2017
Genere: Ragazzi; Fantascienza
Casa Editrice: Mondadori
Sono passati tre anni da quando un virus ha sterminato gli adulti di Berlino, lasciando ragazzi e bambini allo sbando, divisi in bande rivali. Tre di amicizie fraterne e tradimenti, di amori sbocciati e sfioriti, e soprattutto tre anni di lotte e scontri. Tra le spire di ghiaccio e neve del dicembre 1978, alcune figure misteriose, con indosso inquietanti tute bianche, hanno rapito Nina. Per ritrovarla Jakob, Christa e i loro amici devono spingersi oltre i confini della città, verso il gelido Brandeburgo infestato dai lupi: come i predatori della foresta, qualcuno sta attaccando i ragazzi per tenerli lontani da un’isola dove sta succedendo l’impensabile.


Recensione: Con il terzo volume della serie, ero rimasta con mille domande e ancora zero risposte.

C’era però quella sensazione che le cose sarebbero cambiate e forse, sarei riuscita a trovare almeno una risposta.

Dove voglio andare a parare?



I lupi di Brandeburgo è veramente il punto di svolta. Lo so, lo dicevo anche la volta scorsa ma ancora non sapevo cosa sarebbe successo con l’allontanamento di Nina.

Ritroviamo la maggir parte dei ragazzi che avevamo lasciato esultare per la vittoria della guerra contro i ragazzi di Tigel ma, ormai sappiamo che le gioie non sono di casa.

Per trovare Nina devono nuovamente riunirsi e spingersi verso zone a loro ancora ignote.

Brandeburgo è un freddo luogo pieno di minacce ma, il pericolo più grande arriverà dalle figure che indossano tute bianche e dai segreti che celano.



Adoro il fatto che questa storia cresca insieme ai lettori.

Siamo partiti da qualcosa di semplice, da un’idea tutta da scoprire fatta di racconti sulla vita attuale di ogni gruppo ed intervallati con qualcosa del loro passato, in modo da creare empatia con noi. Ora invece, seguiamo il percorso di questi giovani uomini che non si vogliono far schiacciare dal peso del virus e che cercano di vivere al meglio delle loro possibilità.

Viviamo il loro presente, la loro crescita emotiva ma anche come maturano come gruppo, come società.



Però, siamo sicuri che non ci sia veramente una soluzione? Bisogna veramente rassegnarsi all’inevitabile?

La risposta, ovviamente è No.

Mai abbandonare la speranza, mai abbandonare la scintilla di un mondo migliore anche se tutto va in malora.

Adesso però, vediamo se il mio pronostico si avvererà o meno.

Vediamo chi arriverà alla fine.

venerdì 15 luglio 2022

Storie fantastiche delle vacanze

Autore: Charles Dickens
Pagine: 87
Prezzo: € 14.90
Uscita: 4/06/2014
Genere: Classico; Narrativa
Casa Editrice: Feltrinelli
Quattro racconti per l’infanzia di un grande maestro dell’Ottocento. La sospensione dell’incredulità è il presupposto di un racconto introduttivo uscito dalla penna di un bambino di otto anni. Una lisca magica che, per una sola volta può esaudire qualunque desiderio viene donata da una Fata a una piccola Principessa. Un piccolo Capitano coraggioso di nome Boldheart combatte la sua guerra personale contro le angherie del Maestro di Grammatica Latina. Distinti ed educati piccoli signori accudiscono i grandi come fossero i loro bambini, in un paese incantato dove i grandi non devono mai far tardi, devono sempre ubbidire e per punizione sono messi nell’angolino…


Recensione: Lo confesso, odio Charles Dickens.


Prima di questo, avevo letto solo Il canto di Natale e mi aveva provocato un grandissimo fastidio. Considerate che prima di finirlo l’ho iniziato e abbandonato almeno tre volte ma non potevo farci nulla…

Quando ho visto questo libro, alla fiera di Torino, sono rimasta un pò titubante.

La cover mi piaceva e anche l’idea dei racconti ma era di Dickens, quindi sapevo già di partire abbastanza prevenuta. Poi Regia mi ha detto di non scassare l’anima, che erano più di cinque ore che eravamo in quella massa di gente e che voleva (giustamente) tornare a casa. Così, presa dalla furia del momento, ho azzardato all’acquisto.

Dopo quasi un’anno, ho affrontato la lettura e vi dirò che Nì, mi aspettavo peggio.

Sostanzialmente è una storia che contiene altre tre storie e tutte quante sono narrate da quattro bambini che si amano.

C’è l’introduzione, dove ci viene spiegato che il loro amore sembra difficile e che per uscirne, bisogna convincere le proprie famiglie che la cosa è giusta.
Poi iniziamo con la storia della lisca magica, dove vediamo una famiglia molto numerosa accudita principalmente dalla sorella più grande perchè la madre sta perennemente male ed il padre, sempre in difficoltà economiche. Una fata, omaggia la giovane ragazza con un oggetto magico che però potrà usare una volta sola e mentre il padre, pensa di esser finalmente uscito dalla crisi, presto si accorgerà che la figlia ha altre cose in mente. Una storia con una morale molto interessante e condivisibile, peccato per il matrimonio scontato/obbligatorio a cui siamo costretti ad assistere…

Proseguiamo poi con il mondo parallelo, dove a comandare sono i bambini e gli adulti trattati alla stregua di essere stupidi. Il racconto è decisamente esilarante e fa riflettere sull’aspetto che spesso i genitori non hanno molta pazienza con i figli e che tendono qualche volta a volersene separare per stare tranquilli.

Il terzo ed ultimo racconto, narra l’impresa di un giovanissimo Capitano contro il suo ex Maestro di Latino. Ecco, tra tutti è la parte che più mi ha annoiata e più mi ha dato l’impressione che fosse slegata a tutto il resto. In tutti e tre i racconti ci dovrebbe essere la componente d’amore ma qui, si vede dopo secoli e in modo “dubbio”.

In general generico, non mi è dispiaciuto come secondo esperimento ma non ho comunque preso in simpatia Dickens.

giovedì 14 luglio 2022

Chi ha liberato gli Dei?

Autore: Maz Evans
Pagine: 287
Prezzo: € 16
Uscita: 17/04/2018
Genere: Fantasy, Ragazzi
Casa Editrice: Mondadori
Elliot è un normale undicenne, con una mamma che ha bisogno di cure. Ma quando gli cade (letteralmente) in testa la costellazione di Virgo, sotto forma di una ragazzina alquanto bizzarra, forse potrebbe risolvere i suoi problemi. Thanatos, rinchiuso da Zeus in una caverna sotto Stonehenge, gli promette infatti la guarigione della mamma in cambio della libertà. Elliot scoprirà che lasciare “Colui che governa la morte” a piede libero non è esattamente una buona idea, e dovrà salire con Virgo sull’Olimpo per chiedere l’aiuto degli dei, molto diversi da quello che si immaginava…

Recensione: Elliot è un giovane ragazzo che con tutte le sue forze, cerca di far sì che la sua vita non vada alla deriva.


Con un padre mai visto, i nonni morti ed una madre non più tanto stabile, il giovane non vuole aver altre rogne e per cui, appena vede una giovane ragazzina dal nome inusuale, preferisce portarla dalla polizia ma dopo poco tempo, si rende conto che poi tanto strana non è.

Virgo è alla ricerca di un prigioniero a cui dare l’ambrosia ma, non sa dove e chi sia.

Cosa si nasconde sotto Stonehenge?

Chi è il Prigioniero 42?

Perchè è incatenato?

Mille domande vorticano nella mente di Elliot ed in un momento di instabilità, accadrà l’impossibile.

Chi ha liberato gli Dei? è un libro per ragazzo, primo di una serie.

L’inizio non è tra i più fluidi, Virgo e l’Olimpo sono patinati all’eccesso e questo, più che esser una parodia è in realtà un dettaglio annervante.

La storia racconta di due giovani ragazzi, alle prese con la risoluzione di un guaio.

Il prigioniero più pericoloso al mondo è evaso e nessuno, pare sia realmente in grado di contrastarlo. L’unico modo per aver una possibilità, è quella di recuperare le pietre del Caos, che dominano gli elementi ma essi, sono stati nascosti molto bene e recuperarli è solo un gioco d’astuzia.

Ad aiutare i giovani ragazzi, ci sono direttamente gli Dei dell’Olimpo.

In questo primo libro, ho sentito poco il pathos della ricerca e l’ansia della fine del mondo.

Capisco sia un libro per ragazzi ma, parliamo di un prigioniero particolarmente sadico e quindi, mi aspettavo più di un’introduzione così blanda. Non ho trovato la lettura brutta o noiosa, però veder gli Dei fare da “genitori” ad un ragazzino, aiutandolo a superare gli esami… beh, secondo me non coincide con la vaga idea che mi ero fatta grazie alla trama.

Ci sono comunque un paio di dettagli che mi lasciano particolarmente perplessa ma, potrei esser l’unica ad aver notato la cosa. Oppure, non ho visto i collegamenti logici.

Se le regole del consiglio dello Zodiaco sono state fatte da Zeus in persona, perché quando lui si “intromette”, non viene ascoltato?

Come ha fatto Zeus a tener per se l’identità del prigioniero 42?

Non so, qualquadra non cosa.

Non sono completamente soddisfatta, per quanto alla fin fine sia una lettura scorrevole.

mercoledì 13 luglio 2022

Facile come innamorarsi

Autore: Jessica Guarnaccia
Pagine: 224
Prezzo: € 15
Uscita: 24/09/2018
Genere: Narrativa, Rosa
Casa Editrice: Gilgamesh Edizioni
Londra a San Valentino: come si fa a non innamorarsi? Thomas Walker potrebbe darvi almeno un centinaio di motivi. Ci sono cose più importanti dell’amore e lui le ha ottenute tutte: è caporedattore di un’importante rivista, ha una bella casa e degli amici fantastici. Non potrebbe desiderare niente di meglio. Jillian Grayson sarebbe perfettamente d’accordo: nel suo curriculum può vantare una lista infinita di appuntamenti al buio, organizzati da sua madre. Quelle pessime esperienze non sono altro che la conferma di quanto dedicarsi alla carriera sia la scelta più saggia. In fondo, la sua priorità è affermarsi come terapeuta, non ha tempo per le relazioni. Metteteli insieme nella stessa stanza e otterrete la ricetta del disastro perfetto: una notte indimenticabile, un’amicizia quantomeno improbabile e una serie di regole fin troppo facili da dimenticare…


Recensione: Jillian ogni settimana vive il brivido dell’ignoto, partecipando a degli incontri al buio organizzati dalla madre. Preferirebbe staccarsi un braccio a morsi, piuttosto che vedere un nuovo pretendente ma, è impossibile fermare colei che la vorrebbe vedere felicemente accasata.

Thomas è invece non deve rendere conto a nessuno, perchè passa la maggior parte del tempo nel suo ufficio e sua madre… beh, è uno spirito sempre in movimento. Sempre presente ma spesso da lontano, quindi è più facile eludere l’argomento “amoroso”.

Per un gioco del destino, i due si troveranno nello stesso pub a bere e decideranno di fare un piccolo accordo che però, data la testardaggine di Thomas, dal giorno dopo diventerà un vero e proprio accordo duraturo.

L’idea è quella di divertirsi, senza impegni e promesse, fino al giorno in cui la situazione diventerà scomoda per uno dei due. Non cercano sentimenti complicati, vogliono poter proseguire la loro carriera senza però rinunciare ad un momento di benessere e di condivisione.

Cosa che con il passare del tempo, diventerà sempre più difficile.

Non so esattamente da dove iniziare.

Immagino che la cosa migliore, sia dividere un pò le idee contrastanti e partire con le cose buone.

Questa storia è un concentrato di cliché che tutti abbiamo visto almeno una volta nella vita.

La rossa focosa, il sesso magistrale, l’uomo ricco, fisici meravigliosi, intelligenza e simpatia, ex che tornano e che cercano di riprenderseli… per citarne solo alcuni. Però, per quanto non sia la cosa più originale che io abbia letto negli ultimi mesi, mi sono divertita e la lettura è stata molto scorrevole.

Non ho mai preteso che fosse una storia impegnativa, non ne sono rimasta delusa in questo. Di base c’è una buona idea ed i piccoli intoppi che posso aver trovato, penso che siano poca cosa e ininfluenti sulla piacevolezza della lettura.

Jillian mi fa morire dal ridere con il suo caratteraccio sempre diretto, ho amato la stoccata data al pretendente nerd ma Thomas è un gentiluomo travestito da dio greco.

Una lettura che definirei “da spiaggia”.

Però.

Però.

Però io non so bene come comportarmi, perchè c’è un dettaglio che mi ha fatto saltare i nervi e, l’ho rivisto più volte da metà libro in poi.

Ho per le mani una copia di cortesia, ovvero una copia che potrebbe esser poi modificata prima della stampa definitiva. Motivo per cui, quando ho trovato parole senza spaziature, non mi sono preoccupata perchè erano una manciata e sicuramente sono fuggiti per una semplice distrazione, può succedere.

Quello che però, non ho potuto lasciar correre, è il cambio di narrazione. Vi spiego.

La storia viene narrata attraverso gli occhi dei due protagonisti. Raccontano quello che stanno vivendo in quel momento e non come ricordo però, da metà libro in poi, i due di tanto in tanto si rivolgono a noi lettori, senza un reale motivo.

Questa tecnica è già difficile a mio avviso, ma svolta così, è un pugno nello stomaco.

Io spero, in tutta sincerità, che questa cosa sia stata sistemata prima della pubblicazione ufficiale e che solo io abbia questa versione.