venerdì 28 aprile 2017

Gli eredi

Titolo: Glieredi
Autore: Wulf Dorn
Pagine: 300
Prezzo: € 17.60
Uscita: 18 Aprile
Robert Winter è uno psicologo. Interpellato per una consulenza da un detective che segue un'indagine, si trova di fronte al suo caso più difficile. La paziente è una donna traumatizzata, unica sopravvissuta a un evento misterioso avvenuto in un paesino di montagna. Ma si tratta veramente di una testimone o la verità è molto diversa? Perché nel bagagliaio della sua macchina la polizia ha fatto una scoperta terribile. La donna sembra impazzita, la storia che racconta sembra uscita dai peggiori incubi di uno psicopatico. Tocca a Robert scoprire la verità. Una verità difficile da immaginare...


Scarabocchio: Questo è il primo libro di Dorn che leggo e devo dire che fino ad oggi, ho fatto male. 
Non solo è un personaggio veramente incredibile (ho avuto il piacere e l'onore di incontrarlo in sede Corbaccio) ma è anche uno scrittore brillante! 

Robert, in un giorno di ferie, viene chiamato per un'indagine particolarmente delicata ed urgente. Deve ascoltare il racconto di una donna, pare unica sopravvissuta, che però ha tutto tranne che della vittima. 
I fatti vengono esposti con estrema cura ed ordine cronologico ma se da un lato questo fa capire che non soffre di schizofrenia, dall'altro gli elementi non sembrano giocare a suo favore. 
Dove sono finiti tutti gli abitanti? 
Dove sono finiti tutti i bambini?
Da dove arrivano le voci?
Tante domande e nessuna risposta logica. Il compito di Robert non è assolutamente facile ma lui è deciso ad arrivare fino alla fine. 

Come dicevo sopra, non conoscevo Dorn e mi spiace tantissimo perché questo libro è stato fenomenale. 
Intrigante ed intenso, una favola nera un pò estremizzata che ci fa riflettere una volta arrivati alla fine.

La storia parte in modo agghiacciante e perfetto ma è solo un piccolo assaggio di ciò che accadrà in futuro. La parte, quella vera, arriva subito dopo ed inizia in modo tranquillo ma già curioso.
Robert deve e vuole capire cosa sta succedendo ma per farlo, deve partire dall'inizio, prima del ritrovamento della donna semi cosciente dentro alla macchina. Deve ascoltare il racconto a tratti molto lucido ma con qualche accenno di follia. Dove finisce la normalità ed inizia la malattia? La donna è veramente matta oppure i fatti sono veri?
Un passo per volta ci addentriamo nel mistero, mettendo tutti i tasselli al proprio posto anche se un senso non lo vediamo. Dobbiamo affidarci all'istinto, anche quando crediamo che i bambini siano solo delle vittime indifese.
Quello che ho apprezzato maggiormente, sono i dettagli che non vengono lasciati al caso. Anomalie messe qua e là per contaminare la realtà di una vita comune, comportamenti bizzarri che non si possono spiegare fino in fondo ma anche ricerche vere, di una follia sfortunatamente fin troppo reale. Insomma, un bel mix che ci porta sempre a chiederci cosa sia vero e cosa no.

Mi sono pappata trecento pagine nel giro di pochi giorni e anzi, una volta iniziato a leggere, smettere era veramente difficile!
Mi è piaciuta moltissimo una scena iniziale alla pompa di benzina (che mi sono immaginata e chi mi ha fatto rizzale i peli sulle braccia) ma anche la scena di Mia allo zoo, quando entra nella stanza con le mille farfalle. Come appunto dicevo, piccoli dettagli per un grande risultato.

Dato che sono rimasta poco colpita, vorrei leggere altro di Dorn e da brava fulminata, andrò a recuperare TUTTI i suoi libri precedenti. 

mercoledì 19 aprile 2017

Phoneplay

Titolo: Phoneplay
Autore: Morgane Bicail
Pagine: 242
Prezzo: € 4.99 ebook - € 10 cartaceo
Uscita: 28 Marzo
Alyssa ha sedici anni, studia al liceo e pensa che la sua vita sia una noia mortale. Ogni giorno le stesse cose: famiglia, scuola, compiti e tutto il resto, mai una avventura che le possa cambiare la giornata. Una sera, però, riceve un SMS da un numero che non conosce e che dice solamente “Buonasera Alyssa”. La ragazza, incosciente, risponde allo sconosciuto che le propone di partecipare al seguente gioco: se Alyssa indovinerà la sua identità, lui diventerà suo per sempre. Per Alyssa è l’occasione che aspettava per uscire dalla routine. Anche se questo significa fare un salto nel vuoto e assumersi un grosso rischio. E se questo fantomatico Sconosciuto fosse uno spostato o peggio ancora un malintenzionato? Fino a dove Alyssa è disposta ad arrivare per un ragazzo di cui non sa nulla?

Lui: Alyssa…
Alyssa: Non essere arrabbiato con me. Ti prego.
Lui: Accetto di passare sopra a questa storia… a una condizione.
Alyssa: Tutto quello che vuoi.
Lui: Promettimi di non rivolgergli più la parola. Promettimi di evitarlo se viene da te. Promettimi solo questo.
Alyssa: Okay. Te lo giuro.
Lui: Bene.
Scarabocchio: Alyssa è una giovane ragazza che si annoia. In bilico tra l'essere la figlia modello e l'adolescente che è realmente, un tardo pomeriggio riceve un messaggio di uno Sconosciuto che le propone un gioco... deve scoprire la sua identità e come premio, lui sarà suo per sempre. 
Alyssa accetta, un pò per noia e un pò per leggerezza, pensando che potrebbe essere un buon diversivo ma presto, le carte in tavola cambiano e l'urgenza di scoprire l'identità di questo Lui, diventa impellente. 

Da un lato, la lettura è leggera e veloce. Considerando che mi sono letta quasi duecento pagine in un pomeriggio, ammetto che è uno di quei libri senza troppe pretese e senza troppo spessore.
Insomma, una lettura che non impegna.
Morgane Bicail è una ragazza giovane e come tale, ha scritto un libro pieno di cliché per adolescenti che presi fine a se stessi, tutto sommato sono piacevoli da leggere.
Alcuni passaggi sono simpatici e strappano un sorriso leggero, facendomi ritornare l'adolescente che ero (questo mi ricorda che ormai, sono passati anni...) mentre altri mi hanno fatto venire le classiche farfalle nello stomaco, facendomi sentire nuovamente innamorata all'idea dell'Amore.
Ecco, se fosse rimasta solo su questo livello, avrei potuto dirvi che si, "Phoneplay" poteva essere una buona lettura. Invece, Bicail ha voluto strafare ed inserire il drammone.

Tralasciamo il commento più classico che assale immediatamente il lettore della mia età.
"Alyssa, perchè diamine decidi di iniziare sto gioco con un tipo che manco conosci e che potenzialmente potrebbe essere un delinquente e pervertito?" 
Si, ok. Mi sento un pò Madre in questo momento ma il dubbio è lecito e non può esser dissipato con un "è ciofane ed incosciente". Comunque, non è questo quello che mi perplime.
Ammetto che non è nemmeno il disperato bisogno di Alyssa nel dimostrare con le sigarette e l'alcol che è già un'adulta fatta e finita che mi turba. Non è nemmeno il suo essere altalenante con le parolacce che mi fa tentennare.
No, quello che mi spiazza è il fatto che Lui possa fare il bello ed il cattivo tempo e che Alyssa glielo permetta, sentendosi pure in colpa quando Lui se la prende!
Questo sconosciuto detta delle regole che vabbè, possono anche starci ma che la obblighi a non parlare con qualcuno senza dare una spiegazione? "Fidati di me". Se, ciao proprio.
La motivazione per cui lo Sconosciuto inizia a fare il gioco, lo verremo a scoprire solo alla fine ma detto tra noi, già trovavo malata l'idea ma saper poi il movente... Bad boy come se non ci fosse un domani! Per grandissimo tempo, questo ragazzo misterioso sostiene che molto probabilmente non l'ha mai visto perchè non è di una bellezza mozzafiato e quindi meno interessante ma più andiamo avanti e più accarezziamo il sospetto che sia un'emarginato per questioni fisiche. D'altronde, a chi verrebbe mai in mente di abbordare in questo modo le ragazze? Invece, colpo di scena.
La sorpresa però prosegue anche dopo, quando finalmente potrebbero stare insieme ma no, c'è sempre l'elemento disturbante.
Ecco, io non capisco questi drammi. Sembrano delle forzatore messe in atto solo per poter creare  la giusta atmosfera romantica (passatemi il termine).
Trovo così tanti dettagli sbagliati che non so ancora dirvi se è comunque promosso o meno.

venerdì 14 aprile 2017

Oscuramente


Titolo: Oscuramente: È vero che usiamo solo il 10% del nostro cervello?
Autore: Gianluca Giusti
Pagine: 116
Prezzo: € 14.90
È vero che usiamo solo una minima parte delle nostre facoltà mentali e che è proprio la scienza a dimostrarlo? Chi sostiene di avere poteri speciali che gli permettono di piegare metalli, spostare oggetti, leggere nel futuro o nei libri senza averli letti, comunicare con l’oltretomba o telepaticamente ci riesce grazie a un uso di percentuali maggiori delle sue facoltà mentali? Oppure no? Come stanno realmente le cose e cosa dice veramente la scienza su questo affascinante argomento?
Ti aspetta un viaggio nel Mito per conoscere la verità su questa intrigante teoria ma soprattutto per scoprire allo stesso tempo molte cose su di te che forse ancora non sai.

Usiamo il 5, il 10 o il 20 per cento del nostro cervello? C’è chi dice una percentuale chi un’altra, quale sarà quella vera? Bell’inizio non ti pare?
Si vogliono dare percentuali e queste variano di volta in volta; allora chi ha ragione, i fans del 5, del 10 o del 20 per cento?
Scarabocchio: Premessa iniziale.
Non leggo sempre un solo genere, anche se poi vi propongo sempre i soliti quattro che normalmente cavalcano l'onda della moda. Mi piace spaziare e nella mia libreria stazionano genere inusuali e saggi strampalati ma li tengo per me perché spesso trovo difficile trovare le parole giuste per illustrarvi un'argomento e visto che non ho nessun vincolo... beh, non rischio.

Oggi però, vorrei farvi vedere questo piccolo libro di carattere scientifico ma dalle parole spesso semplici.
Gianluca Giusti, autore italiano, ci spiega come funziona il nostro cervello. Ci svela alcuni dei meccanismi e smonta alcune delle nostre credenze. 
Userò anche il termine Venditori di Ghiaccio agli Eschimesi e per praticità sarà abbreviato in V.G.E. Come di sicuro sai bene, è un termine che si usa per chi, con un bel po’ di scaltrezza e animato da alquanto poco etiche motivazioni, vuole vendere il Nulla.
Ammetto che l'ho iniziato con un certo timore perché come dicevo sopra, amo certi generi e li affronto con curiosità ma alla fine li tengo per me. Eppure, in questo caso, ho scelto di leggerlo per voi con il costante dubbio in testa. Sarò poi capace di spiegarmi?
Ecco, questo non lo so ma come sempre, ci proverò.
Ancora più intrigante è l’idea propinata dai fautori del paranormale che, come ho accennato in precedenza, giustificano i loro o gli altrui poteri col fatto che riescono a usare percentuali di cervello maggiori rispetto a noi poveri comuni mortali limitati a un solo, misero 10% e per giunta in perniciosa e trepidante attesa di capire come arrivare al restante 90%.

Hai presente le care, vecchie autopsie? Non sono solo la prerogativa della serie tv CSI, vengono fatte regolarmente e che tu ci creda o no l’anatomopatologo già ad un esame visivo si sarebbe accorto di quel bel 90% del nostro cervello inutile. Riuscirebbe infatti a notare subito le evidenti atrofie e deterioramenti delle aree non utilizzate.
Ed è facile immaginare come questo non si sia mai verificato se non nel caso di lesioni. Adesso puoi capire che quando leggo su articoli, libri ed e-book che è la scienza a dirci che usiamo solo il 10% del nostro cervello mi devo quasi incatenare per non rotolarmi per terra dal ridere, un po’ come se tu leggessi che è la scienza a dire che la terra è piatta.
Mi scuso subito per i quattro piccoli estratti che vi ho riportato fino adesso ma non potevo non condividere queste parole.
Il libro, tratta proprio di questo.
Cerca di farci capire, in modo logico e indiscutibile che spesso e volentieri ci facciamo prendere per i fondelli perché è bello e più facile credere al soprannaturale. Chiariamoci, anche io ne rimango sempre affascinata e guardando certi soggetti, penso che il loro cervello sia sottosviluppato ma in linea generale, Gianluca argomenta la sua tesi in modo simpatico e diretto, facendo anche esempi molto pratici.
L’intelligenza non mette al riparo da atteggiamenti lesionistici se viviamo in disequilibrio con noi stessi.
Alla fine, arrivati alle ultime pagine, non c'è il colpo di scena.
Non c'è il detective che incastra l'assassino ma devo dire che ora guardo il mondo con occhi diversi. Forse la vera rivelazione è quella di essere più coscienti di quello che ci circonda e che è possibile migliorarsi.
Sempre. 

mercoledì 12 aprile 2017

La vegetariana


Titolo: La vegetariana
Autore: Han Kang
Pagine: 176
Prezzo: € 18 
Uscita: 13 Ottobre 2016
"Ho fatto un sogno" dice Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e di boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie dapprima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti. È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio, per abbracciare infine l'ideale di un'estatica dissoluzione nell'indifferenza vegetale. La scrittura cristallina di Han Kang esplora la conturbante bellezza delle forme di rinuncia più estreme, accompagnando il lettore fra i crepacci che si aprono nell'ordinario quando si inceppa il principio di realtà - proprio come avviene nei sogni più pericolosi.

Scarabocchio: Vi dico subito che questa, sarà una recensione con alto rischio di SPOILER
Quindi, se non vi piacciono, sappiate che non ho ancora capito se è un libro che mi piace o meno. Sicuramente mi ha confuso moltissimo ma dopo quattro giorni, ancora non riesco a sbilanciarmi.
Mi ha messo ansia, mi ha fatto anche un pò paura e mi ha fatto tantissima rabbia ma non posso dirvi se questi sentimenti siano poi positivi o meno. 

Se invece, lo SPOILER non vi interessa, potete continuare a leggere. 


Prima di tutto, vi dico che il titolo inganna.
La protagonista, Yeong-hye, non è assolutamente vegetariana ma Vegana. Lo so che potrei essere un pò troppo puntigliosa ma sono due cose assolutamente diverse e dato il libro, mi sarei aspettata una veridicità differente.
La giovane donna, dopo aver fatto un sogno, elimina totalmente non solo la carne ma anche tutti i prodotti derivati dagli animali e se inizialmente, dice al marito che lui può mangiare quello che vuole (fuori casa), ben presto ci accordiamo che non la pensa veramente così.
Questa storia parla di una vita e di una psiche che cambiano velocemente e verso il basso.
Quello che nasce come un sogno, diventa un'incubo.

Il libro è diviso in tre atti. Tre punti di vista differenti che però trattano una cosa comune; Yeong-hye.
Nel primo, abbiamo il marito che inizialmente non comprende la decisione della moglie ma in qualche modo si adegua, anche perché crede sia solo una sbandata passeggera. Quando però la cosa diventa continua ed intacca sia la sfera intima che quella lavorativa, allora basta, bisogna intervenire ma la il risultato è che lei, tenta il suicidio.
Permettetemi di dirvi che già da qui, ho provato un miscuglio di rabbia, dubbi e stupore.
Sono sempre stata dell'idea che una persona possa fare quello che crede e quindi, se Yeong vuole mangiare solo frutta e verdura, nessun problema. Quello che però non ho mai apprezzato è l'imposizione ad altre persone e non solo per una questione culinaria. La donna, smette di aver rapporti con il marito perché puzza di carne e vive in modo apatico ogni cosa, ogni dettaglio.
Parlo di decadimento psichico perché dal mio punto di vista, non è solo "Ho fatto un sogno" ma è proprio un disturbo. L'apatia ed il tentato suicidio.... ma veramente?!
Nel secondo atto, che ho apprezzato in modo relativo, scopriamo che la donna riesce a svegliarsi dall'apatia quando vede un corpo interamente decorato da fiori.
Si, praticamente Yeong si eccita nel vedere una pianta.
Non voglio sminuire questo passaggio perché sono certa che la scrittrice volesse trasmettere qualcosa di importante ma io non sono riuscita a cogliere quel qualcosa e sono rimasta solo con quel dettaglio tra lo scandaloso e l'agghiacciante. Anche se poi, senza questo dettaglio, l'atto perderebbe ogni senso perché viene raccontato attraverso gli occhi del cognato che sviluppa un'ossessione per Lei.
In ultimo, la storia viene raccontata dalla sorella ed in quel momento vediamo in tutto il suo "splendore" il disagio di Yeong.
Si crede un'albero e quindi, non vuole più mangiare perché non le serve.
Peccato che il suo corpo stia pian piano deperendo ma, ne l'insistenza della sorella e nemmeno l'imposizione dei medici riescono a farla desistere. Lei vive nel suo mondo, incurante del resto.

Ho cercato altre recensioni di questo libro, per capire cosa mi stesse sfuggendo.
Come avete avuto modo di leggere adesso, provo molti stati d'animo perché da un lato sono rimasta affascinata dai dettagli (e ci sono) ma dall'altro non riesco a capire moltissime cose.
Yeong non è semplicemente una donna che decide di cambiare alimentazione per un fine superiore. Lei cambia, dopo l'incubo che comunque diventa ricorrente, come un'ossessione.
Parte per la tangente, si stacca dal mondo per vivere chissà dove. Non è solo un modo per dire che l'opinione pubblica non è disposta ad accettarti per come sei veramente, qui si tratta di malattia mentale.
Han Kang voleva dire questo? Non ve lo so dire.
Sicuramente io, non posso condividere quello che muove la protagonista. Mi avvicino molto sia all'ex marito che alla sorella...

Se l'avete interpretato in modo differente, fatemelo sapere!

venerdì 7 aprile 2017

Distorted fables


Titolo: Distorted fables
Autore: Deborah Simeone
Pagine: 175
Prezzo: € 16
Uscita: 21 marzo
Che sia chiaro: la protagonista di questa storia non è la solita principessa delle fiabe. Non è né magra né alta, e neppure bella da far girare la testa. E poi con la gente è spesso intrattabile, dura e spigolosa, proprio come il suo nome, Rebecca. Per lei non ci sono castelli incantati, fatine o scarpette di cristallo, ma un monolocale umido in un condominio chiassoso, e lunghe serate passate in solitudine a guardare serie tv, con in grembo un gatto birmano e nella testa una valchiria-grillo parlante che la sprona a non darsi mai per vinta. Le cose cambiano, però, il giorno in cui Rebecca inizia a lavorare come portinaia in un bel palazzo nel centro di Milano. Qui, nonostante la sua avversione per i rapporti umani, la sua vita si intreccia con quella di alcuni condomini: un settantenne stravagante, ostinatamente aggrappato al ricordo della moglie, una giovane donna devota a un marito che la tradisce neanche tanto di nascosto e una ragazza stregata da un uomo freddo e calcolatore. Tutte fiabe d'amore, e tutte imperfette, come imperfetta è la vita di Rebecca, che ha smesso di credere al "vissero per sempre felici e contenti" nell'istante in cui il suo principe azzurro, anziché salvarla e poi giurarle amore eterno, l'ha mollata senza troppe spiegazioni a un binario della stazione. Ma chissà che Rebecca non scopra, anche grazie ai suoi nuovi amici, che proprio nell'imperfezione si nasconde il segreto per trovare qualche momento di vera felicità...

Scarabocchio: Becca è una giovane ragazza molto particolare. Chiusa e scorbutica (anche se lei dice sarcastica), dopo molto tempo di precariato trova finalmente un lavoro fisso, anche se non dei suoi sogni. 
Vorrebbe dipingere, inseguendo così la sua passione segreta ma si ritrova a fare la portinaia in un condominio tranquillo nel centro di Milano. 
Dopo un'inizio un po burrascoso, pian piano si abitua alla routine dei condomini. Questa stabilità, la aiuterà a trovare anche delle nuove vie per guarire il proprio Io (e la sua Valchiria). 

Un racconto molto divertente e con un pizzico di magia finale. 
Becca mi è piaciuta molto, anche se devo dire che per certi versi non capisco il suo chiudersi a riccio (sopratutto dopo il gran fattaccio) ed il suo autolesionismo emotivo. Per la verità, ho apprezzato molto di più la Valchiria, sua compagna di pippe mentali che cerca di spronarla ogni volta che il suo umore precipita a terra. 
Dante poi, mi ha fatto morire dal ridere ed i messaggi che i due si mandano, mi sono piaciuto moltissimo perché dicono molto senza però esser ne prolissi e nemmeno pesanti. Poi, la sua idea della capsula... caruccia!!!
Mi è piaciuta la storia ed il rapporto con i condomini, che a loro modo le danno qualcosa su cui riflettere e la spronano a migliorarsi... certo, non tutto va nel migliore dei modi ma quelle esperienze le daranno la possibilità di crescere e Becca ne ha tanto bisogno.

Una lettura frizzante e seria al tempo stesso.
Molto bella e nel complesso ho apprezzato tutto l'insieme!

mercoledì 5 aprile 2017

Caro tu. Lettere segrete mai spedite

Titolo: Caro tu. Lettere segrete mai spedite
Autore: Emily Trunko 
Illustratore: L. Congdon
Pagine: 224
Prezzo: € 14.90
Uscita: 4 Aprile
Avete mai scritto una lettera che non avete avuto il coraggio di spedire, per vergogna, per rabbia, per rassegnazione oppure semplicemente perché sentivate che non era il momento giusto per farlo? Non siete gli unici! Una ragazza americana di nome Emily Trunko ha deciso di dare ascolto ai messaggi rimasti senza voce, e ha aperto un Tumblr: un sito che nel giro di pochi mesi ha acquistato un'incredibile popolarità (dearmyblank. tumblr.com). "Caro tu" è la raccolta dei messaggi più belli e intensi che molte persone hanno postato sul sito di Emily; una galleria di lettere romantiche, arrabbiate, strappalacrime, divertenti, struggenti, con una caratteristica comune: tutte hanno un destinatario che non le ha mai ricevute. Il risultato è un sorprendente arcobaleno di emozioni, un'antologia di sentimenti che arrivano dritti al cuore di chi legge.

[...] 3. La matematica non diventerà più comprensibile per te, in compenso la vita non è fatta solo di numeri. Quando guardi il cielo, non contare le stelle, ma traccia le costellazioni. [...]

Scarabocchio: Tutti abbiamo una lettera segreta. 
Che sia nel cuore, che sia su carta o nella testa, tutti abbiamo un poema o un consiglio che non faremo mai leggere a nessuno. Le motivazioni possono essere mille e più ma alla fine, quella cosa rimarrà segreta e secondo Emily, è un gran peccato. 
Così, armata di account Tumblr e non troppa convinzione, ha iniziato a pubblicare in forma anonima queste lettere mai spedite e.... il successo! 

Nel libro è formato da un collage di lettere indirizzate a mille persone differenti. I genitori, il mondo, se stessi da giovani, ex, amici perduti, professori... Alcune sono lunghe, altre sono brevissime ma in tutte c'è del sentimento che spesso va oltre le parole e coinvolge chi legge. 

Non c'è molto da dire senza parlarvi singolarmente di ogni lettera. Sono dei piccoli mondi che vanno scoperti poco per volta e con la dovuta calma in modo da farli propri e capire ogni sfumatura. 

Un bel libro che ho apprezzato veramente tanto, anche perchè anche io ho una lettera nel cuore che mai farò leggere.