giovedì 31 marzo 2022

Poirot a Styles Court. La prima indagine di Poirot

Autore: Agatha Christie
Pagine: 230
Prezzo: € 13
Uscita: 18/05/2018
Genere: Narrativa; Giallo
Casa Editrice: Mondadori
Un giovane ufficiale inglese ferito viene ospitato da un vecchio amico nella sua lussuosa residenza di campagna. Il soggiorno sarà però tutt’altro che tranquillo. La padrona di casa, matrigna dell’amico, ha sposato un uomo di vent’anni più giovane, e i figliastri, scavalcati nell’eredità, sembrano tramare qualcosa. La padrona di Styles Court viene avvelenata e i sospetti si concentrano sui membri della famiglia. In paese c’è un buffo profugo belga dai grandi baffi…


Recensione: Questa volta, ci troviamo tra le mani un libro interessante sotto molti punti di vista.

Agatha Christie ci parla per la prima volta di Poirot, e ci aiuta a seguire il suoi pensieri e deduzioni, attraverso la voce narrante di Arthur Hastings.

L’uomo, un giovane ufficiale che sta scontando ancora la guarigione, viene invitato a passare il resto del suo tempo libero nella residenza in capagna di famiglia. I due si conoscono da un pò e quindi, l’offerta viene subito accettata. Com’è ovvio però, il morto ci doveva scappare e questa volta, è proprio della proprietaria del posto; Emily Inglethorp. La dipartita sembra non lasciar dubbi, la donna è morta per avvelenamento e dato che nella sua vita era entrato da poco un giovane che i figli non accettavano, tutto sembra esser semplice. Ma troppe cose non tornano.

Così, Arthur Hastings si rivolge a Poirot, che aveva giusto incontrato per caso qualche tempo prima.

Nulla è come sembra, Poirot ci insegna ancora una volta a non dar mai nulla per scontato.

Si nota che è una prima avventura, lo stesso ometto dal baffi a punta è un pò diverso rispetto a quello che ho visto in altre storie ma l’ho trovato affascinante, molto più che nella lettura precedente. I suoi modi di assimilare le informazioni e vagliarle, sono un pò come le magie, dove ogni cosa appare impossibile fino a che non ti viene spiegata.

mercoledì 30 marzo 2022

Qui c’è tutto il mondo

Autore: Cristiana Alicata e Filippo Paris
Pagine: 196
Prezzo: € 17.50
Uscita: 24/09/2020
Genere: Narrativa; Graphic Novel
Casa Editrice: Tunué
Amicizia al femminile, resistenza al conformismo, diversità, voglia di scappare da un mondo percepito come lontano e ostile. “Qui c’è tutto il mondo” è la storia di Anita e delle sue due amiche: Tina, con cui condivide l’energia e la vitalità, entrambe mal disposte a essere incanalate nei binari di un comportamento femminile canonico, e Elena, una bambina con un soffio al cuore, delicata ma capace di comprendere la diversità e non rifiutarla. È proprio questo attrito fra ciò che si sente e ciò che si viene costretti a essere quello che Anita vive sulla propria pelle nella maniera confusa e incerta, ma istintiva e sincera, tipica dei ragazzi. Basta preferire gli abiti comodi dei maschietti (come quelli del fratellino Filippo) o giocare a calcio per provare già difficoltà a inserirsi e per venire additati come diversi. Un graphic novel di formazione delicato e coinvolgente.


Recensione: Viviamo in una società che ci etichetta.

Le femmine devono indossare abiti delicati e femminili, dai colori pastello. Devono fare giochi tranquilli, possibilmente a casa, e che siano cose dedicate alla cucina, al cucito e alla cura delle bambole. Le femmine sono delicate, timide e gentili.

Le femmine, quando crescono, non devono indossare abiti maschili, non possono portare i capelli corti come gli uomini ed è meglio se una volta cresciute, rimangano a badare al focolaio domestico. Oltre ad aver tanti figli.

La storia di Anita, è la storia di tante ragazzine che vorrebbero esser libere di scegliere con chi fare amicizia e di crescere in libertà, facendo ciò che credono sia più giusto. Indirizzare i giovani, nella via che un adulto ritiene più corretta, fa parte della crescita e del bagaglio culturale ma non può, non DEVE essere un’imposizione.

Eppure, siamo ancora qui a farci pare mentali di questo tipo.

Anita vorrebbe esser libera di inseguire i suoi desideri, e non cercare sempre e solo di compiacere i genitori. Che tra l’altro, hanno già da parte loro una serie di problemi.

Un nonno molto lontano, una madre caduta in depressione psicotica e un padre, che per quanto mosso da buone intenzioni non vede il dolore dipinto nel cuore della figlia.

A farle compagnia, ci sono anche Tina, maschiaccio come lei e con il desiderio di esser migliore della sua famiglia e Elena, una compagna di classe con un problema al cuore e tanta delicatezza nell’anima.

Sono tre personaggi che in un modo o nell’altro, vorrebbero vivere una vita diversa. Forse non migliore di com’è ora, ma almeno scelta da loro stesse.

martedì 29 marzo 2022

Asimov – Ciclo dell’Impero

Autore: Isaac Asimov
Pagine: 799
Prezzo: € 18
Uscita: 01/09/2020
Genere: Fantascienza
Casa Editrice: Mondadori
Per dodicimila anni il Primo impero galattico ha governato su duecento milioni di mondi, in modo a volte tirannico, a volte benevolo, garantendo sempre ordine e civiltà. Poi è crollato, gettando la galassia nello sfacelo. Ma che cos’è accaduto prima della sua caduta?

Le correnti dello spazio e Il tiranno dei mondi raccontano degli anni in cui Trantor, il pianeta-capitale, si stava espandendo e avviando a diventare un impero, mentre Paria dei cieli (il primo romanzo scritto da Asimov) mostra il Primo impero galattico al culmine della sua potenza. La storia galattica, la sua politica e i suoi conflitti sono l’immenso scacchiere su cui si gioca una vera e propria “partita cosmica” e maturano avvenimenti il cui significato sarà inizialmente avvolto nel mistero.

Ideale completamento del “Ciclo delle Fondazioni”, questi tre romanzi, ricchi di indimenticabili personaggi, offrono un panorama completo della saga asimoviana e delle cronache galattiche più lette e amate.


Recensione: Rispetto all’altra volta, quando vi ho parlato dei sette libri che compongono il Ciclo della Fondazione, oggi vi racconto in un colpo solo di tre libri.

Asimov, che ho scoperto per caso una sera di un’estate di tanti anni fa, è stato molto prolifico. Chi è del “campo” lo sa bene e per chi se lo stesse domandando, tra romanzi e saggi scientifici, contiamo all’incirca 95 pubblicazioni.
Con tutto quello che avrei potuto trovare di suo, caso volle che uno dei primi libri letti fosse proprio “Paria dei cieli”. In pratica, per me è come tornare alle origini.
Rispetto alla Fondazione, questi tre titoli possono esser letti anche slegati l’uno con l’altro.
Di “Paria dei cieli” mi è sempre piaciuta l’idea dell’anzianità.
Il mondo in cui viene catapultato il protagonista è quasi al limite dell’estinzione, eppure la politica è che dopo una certa età, non si è più utili e quindi si viene eliminati. Se ci pensiamo bene, ancora oggi questo modo di pensare pesa molto nelle nostre vite e ci ha portati ad avere dei Peter Pan di settant’anni per “contrastare” il fenomeno.
Allora, come oggi, esiste nella società una certa paura di invecchiare.
Asimov usa questo dettaglio per creare un mondo futuristico, insieme anche a quello degli esperimenti sull’umano.
Perchè il nostro sport preferito, è quello di augurarci un futuro carico di sofferenza nella speranza di capire che stiamo distruggendo ciò che ci circonda.
Per il “Il tiranno dei mondi” invece, non provo una grande simpatia.
I libri che hanno una storia fortemente politica, faccio fatica a leggerla. So che Asimov mi piace in tutte le salse e che il Ciclo della Fondazione praticamente è basato SOLO su una struttura come questa, ma molto probabilmente ho raggiunto il mio limite per questo 2020. Anche se è una rilettura.
Chiariamoci, è stata una lettura estremamente scorrevole ma arrivata alla fine, ne sono stata felice.
In ultimo, abbiamo “Le correnti dello spazio“.
Quando i soldi smuovono mondi e galassie, eccovi serviti una nuova storia che racconta dell’avidità umana.
Mi ripeterò fino alla nausea, ma Asimov è tanto bello anche per queste cose. Non racconta solo di mondi galattici e futuristici, ma anche di popoli futuri sempre molto simili a ciò che siamo adesso. Mi è capitato di leggere libri dove alla fine, si scopre che l’Alieno di turno non è che un Umano con un’intelligenza micidiale ma qui, siamo sempre e solo noi.
Noi con i nostri difetti, noi con i nostri limiti, noi sempre pronti a vivere senza riuscire a trovare un vero equilibrio.
Trovo che l’animo umano si presti veramente molto bene per questi mondi, forse anche un pò come monito per metterci sotto gli occhi un’incredibile verità; se non impariamo dai nostri errori, questa è una delle possibili conseguenze.

lunedì 28 marzo 2022

Murderbot: I diari della macchina assassina

Autore: Martha Wells
Pagine: 513
Prezzo: € 20
Uscita: 01/09/2020
Genere: Fantascienza
Casa Editrice: Mondadori
Ogni aspetto della vita è dominato dalle grandi corporazioni, missioni interplanetarie comprese: è la compagnia, infatti, che le gestisce, rifornendole di tutto il necessario. “Tutto il necessario” comprende anche gli androidi di sorveglianza, che tutelano l’incolumità delle squadre d’esplorazione. Ma in una società in cui i contratti vengono aggiudicati al miglior offerente, la sicurezza non è esattamente in cima alla lista delle priorità. E così può capitare qualche imprevisto.

Per esempio qualcosa di strano succede su un lontano pianeta, dove alcuni scienziati stanno conducendo rilievi sulla superficie, convinti che l’Unità di Sicurezza con componenti organiche fornita dalla compagnia vegli su di loro. Murderbot, però, è riuscita a hackerare il proprio modulo di controllo, e si è accorta di avere accesso ai file multimediali di tutti i canali di intrattenimento. E così preferisce di gran lunga passare il suo tempo tra film, musica, serie tv, libri, giochi, piuttosto che dedicarsi a quegli incarichi noiosi e ripetitivi che non lasciano spazio al suo libero arbitrio. Dotata di una sensibilità tutt’altro che meccanica, Murderbot inizia un avventuroso viaggio alla ricerca di sé che la porterà a scoprirsi assai diversa da quello che i suoi protocolli avrebbero previsto.


Recensione: Ci sono libri che piacciono ma che scivolano dalla mente e libri che inizialmente sembrano ostici, e poi rimangono nel cuore.

Avevo grandi aspettative per Murderbot, in realtà le ho spesso, però questa volta le ha addirittura superate.

Murberbot è un’Unità di sicurezza per metà robot e per metà umana. Il suo compito è quello di proteggere i suoi clienti, che per la maggior parte non la vorrebbe lì ma che sono obbligati a portarsela dietro dato che la Compagnia per cui lavora, ha reso obbligatorio questo punto.

Il fatto che Lei, è riuscita ad hackerare il suo sistema di controllo e che quindi, in realtà sarebbe libera. Solo che la sua posizione in questo momento non è poi così terribile e quindi rimane, un pò meno rigida alle regole e più votata a guardare le serie televisive all’insaputa di tutti.

Mai però avrebbe pensato che degli umani potessero trattarla bene, dato che solitamente tutti hanno paura della macchina assassina. Munderbot vive in un mondo dove quelli come lei sono esseri senza sesso, senza tratti somacici diversi dagli altri e tutti legalmente privi di diritti. Un pò come i sexbot, ma su un gradino più alto. Quindi, quando i suoi clienti iniziano a trattarla con riguardo, per Lei è strano e non sa come gestire quei vaghi sentimenti umani che ha iniziato a provare da quando è libera. Poi, un pericolo che sembra insormontabile, la porterà a un risvolto inaspettato che nel tempo le consentirà di viaggiare libera. Forse, non del tutto.

Murderbot, che successivamente prenderà un nome, sono io in versione meccanica.

Sarcastica, con relativa pazienza, odiatrice del contatto umano, un pò permalosa. Quello che ci differenzia, è che Lei ha delle armi impiantate nelle poche parti organiche che ha, e che possibilmente è immortale. Scherzi a parte, Murderbot è una protagonista estremamente stimolante.

Tutto raccontato in prima persona, ho trovato difficile dovermi fermare per fare quelle cose insensate come mangiare e dormire. Coinvolgente e divertente, Murderbot è l’essere del mio cuore che in questo libro, ci racconta il suo lento percorso di crescita e ci permette di vedere che anche una macchina, può provare sentimenti ed esser fedele a qualcuno.

Martha Wells comunque, non si limita a fare questo.

Sicuramente non è la prima ma, non ho mai letto (qui in italia) di libri dove si fa uso di una lettera al contrario, per non identificare un genere. C’è una parte dei diari, dove Murderbot incontra tre personaggi che non vengono indicati ne come donne e nemmeno come uomini. Ammetto di esser rimasta spiazzata non tanto per la situazione, ma per la lettura. Questo comunque è un dettaglio forte, visto e considerando il periodo storico in cui siamo.

domenica 27 marzo 2022

Midnight Sun

Autore: Stephenie Meyer
Pagine: 767
Prezzo: € 19
Uscita: 24/09/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Fazi
Torna la saga di Twilight, tra i maggiori successi planetari degli ultimi decenni: 160 milioni di copie vendute nel mondo di cui più di 5 in Italia. In Midnight Sun l’iconica storia d’amore tra Bella e Edward sarà raccontata questa volta dal punto di vista del vampiro.

Un vero evento editoriale mondiale, con una lunga storia alle spalle: nel 2008 la pubblicazione era stata posticipata “a data da destinarsi” dopo che una prima bozza del romanzo era circolata illegalmente. Alla notizia dell’uscita il sito dell’autrice è andato in tilt per la quantità di accessi, e nel giro di pochi minuti sono state pubblicate centinaia di migliaia di Tweet sulla notizia. Nelle parole dell’autrice la felicità di aver regalato ai suoi fan un nuovo capitolo della saga: «Spero che questo libro dia ai miei lettori la possibilità di vivere per un po’ in un mondo immaginario. Non posso dire quanto apprezzo la loro pazienza e il loro supporto durante gli anni che mi sono stati necessari per finire Midnight Sun».

Quando Edward Cullen e Bella Swan si sono incontrati in Twilight, una storia d’amore destinata a diventare di culto ha avuto inizio. Ma finora la loro storia è stata raccontata solo dal punto di vista di Bella. Finalmente, con Midnight Sun, i lettori conosceranno la versione di Edward. Vissuta nei panni del bellissimo vampiro, questa storia assume una veste nuova, più oscura e tormentata: l’incontro con Bella è la cosa più spaventosa e più intrigante che gli sia mai successa nella sua lunga vita da vampiro. Mentre apprendiamo nuovi affascinanti dettagli sul suo passato, capiamo perché questa sia la sfida più difficile della sua vita. Come può seguire il suo cuore, se ciò significa mettere Bella in pericolo.

Con Midnight Sun Stephenie Meyer ci fa tornare in quel mondo che catturò milioni di lettori e ci regala un romanzo sui piaceri e sulle devastanti conseguenze dell’amore immortale.


Recensione: C’è poco da fare, se sei capitato qui a leggere questa recensione, vuol dire che in un modo o nell’altro, conosci la saga di Twilight.

Isabella Swan, decide di trasferirsi a Forks e stare con suo padre, per permettere alla madre di vivere la sua vita amorosa con il nuovo marito. La ragazza però, non è molto sociale e alla fine, inizia a provare una certa curiosità per Edward Cullen e tutta la sua strana famiglia. Loro, che dell’associalità ne hanno fatto uno stile di vita, sono in realtà dei Vapiri che però, vogliono solo vivere il più tranquillamente possibile. L’arrivo di Bella, scomussolerà tutto perchè lei, è destinata a star con loro.

L’intera saga è dedicata a come il vero amore possa sopravvivere a qualsiasi cosa, e al fatto che la persona giusta arriva per tutti.

Il punto però, è che i vari libri portano solo il punto di vista di Bella, ignorando qualsiasi altra cosa. Mi sono sempre chiesta cosa pensasse Edward, che come super potere aveva la possibilità di ascoltare la mente di tutti, ma nessuno la sua.

Midnight Sun, arriva in nostro soccorso, con tanti dettagli in più del previsto.

Idealmente oscillavo tra le migliori aspettative e l’assoluta certezza di una catastrofe imminente. Da un lato, volevo capire come il nostro lampadario del cuore, avesse vissuto l’arrivo della ragazza ma dall’altro, temevo in una copia noiosa di un qualcosa che avevo già letto.

Ha vinto la prima.

Sono stata catapultata ai miei sedici anni, pur avendoli superati da un pezzo.

Edward non mi ha mai “fatto sangue” sono sempre stata più da team Jacob, eppure non mi vergogno nel dire ad alta voce che la loro storia d’amore mi ha sempre fatto vibrare il cuore. I miei preferiti però rimangono Carlisle Cullen (da quello che ho appena scoperto, l’attore ha la cittadinanza italiana) e Emmett Cullen che in questa nuova versione raggiungono apici di gradimento veramente notevoli.

In soldoni, la storia non si discosta da quella che abbiamo già letto, su quel fronte non potevamo assolutamente aspettarci qualcosa di nuovo ma in un certo senso, sembra tutto diverso (in realtà, qualche dettaglio cambia se non erro). Il fatto di poter saper sempre cosa pensano gli altri, ci fa vedere sotto nuovo luci dei personaggi che prima ci sempravano simpatici e scopriamo, come mai Edward non può leggere la mente di Bella.

Sono state ore molto godibili, che mi sento di consigliare a tutti quelli che avevano amato la saga.

sabato 26 marzo 2022

Alla ricerca del Principe Dracula

Autore: Kerri Maniscalco
Pagine: 468
Prezzo: € 20
Uscita: 15/09/2020
Genere: Thriller; Horror
Casa Editrice: Mondadori
Dopo aver scoperto con orrore la vera identità di Jack lo Squartatore, Audrey Rose Wadsworth lascia la sua casa nella Londra vittoriana per iscriversi – unica donna – alla più prestigiosa accademia di Medicina legale d’Europa. Ma è davvero impossibile trovare pace nell’oscuro, inquietante castello rumeno che ospita la scuola, un tempo dimora del malvagio Vlad l’Impalatore, altrimenti noto come Principe Dracula. Strane morti si susseguono, tanto da far mormorare che il nobile assetato di sangue sia tornato dalla tomba. Così Audrey Rose e il suo arguto compagno, Thomas Cresswell, si trovano a dover decifrare gli enigmatici indizi che li porteranno all’oscuro assassino. Vivo o morto che sia.


Recensione: Siamo nuovamente tornati qui, con il secondo libro della Moniscalco.

In questa nuova avventura, troviamo nuovamente la coppia che scoppia; Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell. Questa volta sono diretti al Castello di Bran, vecchia dimora del temibile Vlad l’Impalatore (cosa in realtà non vera, perchè la sua dimora si trovava a Poienari, ma sono dettagli…) ed ora, la più prestigiosa accademia di Medicina legale d’Europa.

Una volta lì, i due scoprono che la loro ammissione (o meno) al corso avverrà più avanti, dopo un test severissimo ma non è solo l’incertezza del futuro a scuotere la loro anima. Prima di arrivare lì, un passeggero del loro treno viene trovato morto e imbottito di aglio e successivamente una fine analoga tocca anche ad uno studente. Che le dicerie sul ritorno del Conte Vlad, siano vere? Esistono le creature della notte? Oppure c’è qualcuno che si nasconde dietro alle leggende?

Si sa però, che dietro ad una vecchia leggenda strampalata, c’è sempre qualcosa di vero.

Sono un pò titubante.

Come avrete capito dal primo libro, non provo un grande amore per Audrey Rose e nemmeno per Thomas. Sono due figure da un lato interessanti ma dall’altro, con dei comportamenti che trovo estremamente fastidiosi.

Anche in questa loro nuova avventura, pur avendola divorata in poco tempo, mi ha fatto innervosire innumerevoli volte.

Audrey Rose, ancora scossa dagli avvenimenti successi con Jack lo Squartatore, si mette in viaggio per il suo futuro pur avendo delle allucinazioni piuttosto insistenti. Questo dettaglio, che la seguirà per tutto in secondo libro, mi ha lasciato estremamente perplessa perchè pur essendo un espediente buono per la storia, mal si addice a tutto il resto. Che la ragazza sia ancora scossa, posso capirlo e posso anche accettare una parte dei suoi timori. Eppure, l’idea che abbia delle allucinazioni così forti da farle quasi perdere il contatto con la realtà è un dettaglio che va oltre all’immagine che ci siamo fatti fino ad ora.

Non osiamo poi parlare di Thomas, che per cercare di “aiutare” la sua compagna, in molte occasioni si rende più un danno che altro e con l’apice della loro litigata, raggiunge poi il top gamma per farsi perdonare. Questo non posso dirvelo, sarebbe uno spoiler di cattivo gusto, ma quando arriverete alla sera dell’incontro all’obitorio… beh, capirete.

Quello che più mi lascia titubante, è che comunque sia stata una lettura scorrevolissima e interessante.

Per quanto io provi un certo fastidio nei protagonisti, tutto quello che li circonda e che fa da sottofondo, l’ho adorato e quindi, mio malgrado, ve li consiglio molto volentieri.

venerdì 25 marzo 2022

Dormire in un mare di stelle. To Sleep in a Sea of Stars #1

Autore: Christopher Paolini
Pagine: 672
Prezzo: € 19
Uscita: 22/09/2020
Genere: Fantascienza; Fantasy
Casa Editrice: Rizzoli
È l’ultima missione nello spazio per la scienziata Kira Navárez. Semplici rilievi di routine su un pianeta non ancora colonizzato. Il sogno di un futuro d’amore con Alan sta per realizzarsi. Ma il giorno della partenza accade qualcosa di inatteso. Qualcosa di terribile. Spinta dalla curiosità, Kira si imbatte in un reperto alieno. Il terrore la invade quando il pulviscolo intorno a lei comincia a muoversi. Una guerra universale è alle porte, e Kira è trascinata nelle profondità della galassia in un’odissea di scoperte e trasformazioni. Lei ha dalla sua compagni formidabili e un coraggio immenso. Ma soltanto fidandosi davvero di se stessa potrà affrontare il destino a cui è chiamata e combattere per i propri simili.


Recensione: Dormire in un mare di stelle, inizialmente doveva essere un volume unico ma poi, non sappiamo bene per quale motivo, in italia sono diventati due.

Certo, Christopher Paolini non è esattamente conosciuto per essere uno scrittore di poche parole e forse, hanno voluto rendere meno spaventoso il mattone originale. Ma come si fa, in tutta onestà, a prendere decisioni così?

Senza divagare troppo, che oggi sono polemica più del necessario, questa storia merita una possibilità. A primo impatto, ho pensato fosse una storia più romantica di quello che avessi immaginato (si, mi è capitato di leggere una trama e poi aver tra le mani una storia quasi totalmente differente) perchè la nostra protagonista si lascia andare al sentimentalismo sfrenato visto che è l’ultima notte prima del grande ritorno alla base madre. Poi le cose cambiano, quando affronta l’ultima missione.

Insieme ad una collega, va a recuperare un drone smarrito e mentre è fuori, si imbatte in una costruzione davvero bizzarra. Naturale? Umana? Oppure, Aliena?

Com’è ovvio, è Aliena e se da un primo momento, tutto sembra statico, all’improvviso qualcosa inizia a strisiare nell’ombra. Navarez si risveglia dopo un lasso si tempo infinito, per scoprire che qualcosa dentro di lei è cambiato, ma ancora non può immaginare fino a che punto.

Quando l’apice del contagio arriva, esso non risparmia nessuno e anche se Navarez e pochi altri sipravvivono, un pò muoiono comunque tutti.

Paolini si riconferma un autore complesso, sempre pronto a metterti a disposizione molte informazioni ma non tutte le soluzioni.

In questo universo sconfinato, pieno di stelle e di personaggi forzatamente uniti per un bene comune, la posta in gioco è altissima e alla fine si dovrà sempre scegliere il male minore.

Sono curiosa del seguito, spero solo che non finisca tutti in fumo!

E che valga la pena aver fatto questa scelta di divisione…

giovedì 24 marzo 2022

Heartstopper #2

Autore: Alice Oseman
Pagine: 324
Prezzo: € 17
Uscita: 06/10/2020
Genere: Narrativa, Graphic Novel
Casa Editrice: Mondadori
Nick e Charlie sono grandi amici. Nick sa che Charlie è gay, e Charlie è sicuro che Nick non lo sia. Ma l’amore percorre strade inaspettate, e Nick scoprirà parecchie cose sui suoi amici, sulla sua famiglia e su se stesso.


Recensione: Torniamo finalmente nel mondo di Nick e Charlie.

Li avevamo lasciati alle prese con il loro primo bacio inaspettato e alla fuga di Nick. Il ragazzo, da sempre interessato solo alle donne, all’improvviso si trovva a provare qualcosa per il suo nuovo amico e questo, lo lascia estremamente confuso.

Mentre Charlie ha da sempre ben chiari i suoi gusti, per lo sportivo biondo è tutto cambiato e non solo nel suo cuore, ma anche con gli amici. In una vita dove il maschio alfa può far solo determinate cose, questa storia ci insegna che non è mai troppo tardi per iniziare un viaggio alla scoperta di sè stessi.

Ancora una volta, Alice Oseman si conferma come una delle migliori narratrici di storie d’amore delicate e forti al tempo stesso.

Se nel primo volume, avevamo iniziato a conosce in modo frizzantino i nostri protagonisti, in questo secondo appuntamento affrontiamo tematiche più concrete e cruciali.

La presenza delle famiglie e l’appoggio degli amici, servono tantissimo alla coppia ma, sarà prettamente un loro viaggio, per scoprire chi sono e cosa sono disposti a fare per il proprio futuro, e per loro stessi. Non tanto per l’altro, anche se è un fattore importantissimo, ma Alice Oseman vuol far loro il regalo più bello al mondo; un pò di egoismo buono, che serve sempre.

La lettura è scorrevole ed emozionante.

Questo è quel tipo di lettura che secondo me, dovrebbero affrontare un pò tutti.

mercoledì 23 marzo 2022

Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini

Autore: Mackenzi Lee
Pagine: 866
Prezzo: € 28
Uscita: 29/09/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
“Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini”. Henry “Monty” Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d’Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l’amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un’incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all’uomo attraverso l’Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty. “Guida ai pizzi e alla pirateria per giovani gentildonne”. Felicity Montague ha due obiettivi nella vita: evitare il matrimonio con Callum Doyle e iscriversi alla facoltà di medicina, riservata agli uomini. Una speranza però c’è: l’eccentrico dottor Alexander Platt sta cercando assistenti. Felicity dovrebbe recarsi da lui in Germania, ma non ha i soldi per il viaggio. Fortunatamente una donna misteriosa si offre di pagarglielo, purché la porti con sé travestita da sua cameriera. Quali sono i veri motivi di tanta insolita generosità?


Recensione: Henry Mantague è il primogenito di una famiglia molto benestante e ha su di sè, aspettative altissime della famiglia per il suo futuro. Peccato che a lui piacciano gli alcolici, il gioco d’azzardo, le donne e cosa ancora più disdicevole, gli uomini. Henry ha una cotta terribile per il suo migliore amico; Percy.

I due però, nel giro di poco dovranno salutarsi perchè il futuro ha deciso per loro strade differenti. Così, convincono le loro famiglie a far l’ultimo viaggio, il Grand Tout. Dodici mesi insieme, ma saranno veramente dei mesi di divertimento?

In questo lunghissimo viaggio, i due dovranno affrontare moltissime prove sia tra di loro, sia verso un mondo che non li vuole accettare così come sono. Saranno capaci di rimaner uniti?

Ma esattamente, io cosa ci faccio qui?

Non avevo grandi aspettative per questa prima lettura, eppure mi ero fatta convincere dalla tematica trattata. Una favola gay, piena di avventura e con un tocco di romanticismo che non guasta mai.

Dopo le prime cinquanta pagine, l’unica cosa che avrei voluto fare, era di lanciare il kindle contro il primo spigolo a mia disposizione ma ehi, quell’oggetto vale più di questo libro.

Henry è la persona più odiosa dell’universo, un brocco che si finge stallone. Quel tipo di persona che fa il “ribelle” scalpitando e andando contro le regole di petto, al posto che trovare metodi ingegnosi per continuare a fare ciò che si vuole. Egocentrico e fannullone, il ragazzo è stato capace di rovinarmi ogni singola pagina.

Ho provato una grandissima empatia per la sorella Felicity, nutro simpatia per Percy ma con questo libro mi sono strozzata.

La narrazione è scorrevole, l’ho finito in poco più di un giorno (era sabato e non avevo molto da fare) ma per me è un magagalattico NO.

martedì 22 marzo 2022

Sliding in Love

Autore: Emma Scacco
Pagine: 613
Prezzo: € 19.90
Uscita: 04/12/2019
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Indipendently Publisher
Jonathan non sembra neanche figlio del suo tempo, forgiato dalla dura vita degli allevatori di bestiame del Texas. È un ragazzo con poche pretese e un chiaro futuro davanti ai suoi occhi, che verrà messo sotto sopra dal suo destino.
Greta è stata portata via dal suo ranch da piccola, quando i genitori hanno divorziato. Trasferitasi a Londra con la madre, passa l’estate nella tenuta del padre, in Texas, un posto che ama e odia, ma soprattutto al quale non sente di appartenere.
Tiffany è bella, intelligente e manipolatrice, incapace di qualsiasi sentimento.
Finché tutto cambia.
Una missione dall’esito incerto coinvolgerà i tre protagonisti sotto il limpido e afoso cielo texano: il recupero di un cavallo ombroso, la scoperta della proprie origini, la nascita di un amore impossibile, la possibilità di rimarginare vecchi rancori mai seppelliti nel tempo.
Un viaggio nel proprio cuore alla ricerca di sé stessi, lottando contro un destino tutt’altro che clemente.


Recensione: Metto le mani avanti, nel dire che i romanzi d’amore, non sono la mia specialità.

Li leggo, alcuni li trovo estremamente godibili ma, sono anche molto pignola e molto spesso, non riesco ad apprezzarli fino in fondo. Intendiamoci, non sono una persona particolarmente romantica ma nemmeno arida. Il mio essere puntigliosa, è dettato dal fatto che molto spesso non trovo storie coinvolgenti perchè ancora molto legate a dei vecchi clichè.

Comunque.

Sliding in Love è una storia grande e fitta di misteri. Il tutto si svolge in un’estate texana tra due ranch rivali, e tre protagonisti.

Jonathan è un ragazzo che ha preso la sua passione in modo molto serio. Lavorare al ranch di famiglia è la sua missione e nulla al mondo riesce a farlo desistere, nemmeno Tiffany, la ragazza che frequenta. La loro passione per i cavalli li avvicina ma, se per lui c’è anche tanto onore da rispettare, per lei è soprattutto una questione finanziaria e di prestigio. La loro relazione sembra esser giunta ad un livello importante, sembra mancar molto poco alla dichiarazione ufficiale ma l’arrivo di Greta, esperta amazzone, cambia le carte in tavola.

Da quell’arrivo, si innescheranno una serie di eventi che porteranno tutti a dover compiere delle scelte, spesso molto difficili. Saranno capaci di diventar finalmente adulti?

Cavalli, ranch e profumo di avventura.

Quando mi era stato proposto di leggere questo libro, ho subito pensato al mio amore per questi meravigliosi animali e all’adrenalina che ho sempre sentito quando andavo alla Fieda dei Cavalli di Verona.

Il cutting, il reining, il roping, il team penning, il barrel racing, il pole bending, il working cow horse, il western pleasure, il western riding, lo showmanship at halter, l’halter under saddle, il western horsemanship, il Mountain Trail horse… mille discipline, che uniscono spettatoti e cavalieri.

Il cutting, dove l’obiettivo è di isolare un capo dalla mandria (precedentemente scelto dalla giuria) senza spaventare il resto degli animali, e il barrel racing, che consiste in un percorso di tre barili, che devono essere aggirati nel minor tempo possibile, sono i miei due sport preferiti. Quindi si, ero in fibrillazione per quello e per il senso d’onorei dei Cowboy, che normalmente è molto affascinante.

Jonathan però, pur essendo il totem dell’ormone, è un personaggio con un animo fin troppo “vecchio” rispetto alla sua età. Bello bellissimo, puro d’animo e un gran maestro con i cavalli, arido per quanto mi riguarda, sul lato umano. Lui non aiuta perchè sente di doverlo fare, lui aiuta perchè è così che li è stato insegnato a fare. Greta ha ragione quando gli urla contro che lei sarà pure ingabbiata in un piccolo recinto che si è auto eretta, lui però non è da meno.

Greta comunque, è una bella spina nel fianco.

Insomma, posso anche capirla da un lato, in fondo le è stato impedito di vivere dove lei avrebbe voluto per un capriccio di una persona fortemente egoista. Capisco che non sapendo il perchè, vivere con così tanti dubbi non sia facile ma, quel suo modo di esser fredda con tutto e tutti, non mi ha permesso di trovare un punto di incontro con lei. Non sono facile nemmeno io, però mi è capitato più volte di chiedermi perchè diamine dovesse rimaner stoica anche quando avrebbe potuto ammorbidirsi un pò.

Se parliamo di stoicismo, allora non posso rimaner zitta davani a quella plurilaureata in stronzaggine di Tiffany. Mi sono ripromessa di non calcare troppo la mano in questa recensione e voglio mantenere la parola… però, l’incidente era meglio farlo capitare a lei. Sia mai che ricominciando da zero, ci fosse una concreta possibilità di redenzione.

Lo ammetto, potrei aver da ridire più o meno su ogni personaggio, tranne per qualche rara occasione. I vari nonni, ad esempio e anche la nuova moglie del papà di Greta ma, anche Arianna è un cuoricino puro e carino, tanto tenero quanto affine per il suo colore di capelli.

Comunque, la componente romantica è decisamente poca. Il perno di tutto è incentrato sulla famiglia e su sè stessi, dettaglio che comunque ho abbastanza apprezzato.

Simpatie ed antipatie a parte, quello che in realtà mi ha convinto poco, sono le seicento pagine.

Se inizialmente pensavo che la mole fosse giustificata per la location, alla fine ne sono rimasta tragicamente delusa. A parere mio, sarebbe stato più vincente togliere dalle duecento alle trecento pagine.

Sono scelte, come ho detto, questo è un mio parere ma dato che solitamente non mi faccio spaventare dalle dimensioni, ho sviluppato una certa “esperienza” su questi dettagli.

Non c’è poi così tanta descrizione del mondo dei cowboy per giustificare il numero e alla fine, anche alcune situazioni potevano esser eliminate.

Sono più che certa che questo libro possa essere apprezzato dalle lettrici, io però rientro nella percentuale di quelli che si aspettavano qualcosa di più. Forse, la scelta di aver tre punti di vista differenti, non ha facilitato la stesura (per essere sinceri, ancora mi chiedo quanto sia stato veramente utile aver il punto di vista di Tiffany) o forse, il punto è un’altro. Com’è o come non è, non proseguirò la lettura di questa trilogia per rispetto di chi mi segue (non ho intenzione di indorare una futura pillola) e per rispetto nell’autrice (mi sembra inutile continuare a leggere una storia che quasi sicuramente, riceverà un voto negativo anche per gli altri).

lunedì 21 marzo 2022

La repubblica dei ladri. The Gentlemen Bastard #3

Autore: Scott Lynch
Pagine: 732
Prezzo: € 18
Uscita: 01/12/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Doveva essere il colpo più clamoroso della loro carriera, invece si è rivelato un… clamoroso fiasco. Così Locke e il suo fedele compagno Jean sono riusciti a malapena a salvare la pelle. Almeno, Jean ci è riuscito: Locke sta morendo, avvelenato in modo lento ma inesorabile da una sostanza che nessun alchimista o dottore può combattere. Ma quando la fine sembra ormai vicina, una donna misteriosa offre a Locke un’opportunità che potrà salvarlo, o ucciderlo. Le elezioni del Konseil sono imminenti, e le diverse fazioni hanno bisogno di una pedina da muovere a loro piacimento. Se Locke acconsente a essere quella pedina, con un incantesimo la donna estrarrà il veleno dal suo corpo, anche se l’operazione sarà talmente dolorosa da fargli desiderare la morte. Locke non ci pensa proprio, ma due elementi lo inducono a cambiare idea. Primo, le suppliche di Jean. Secondo, un nome femminile pronunciato dalla maga: Sabetha, l’amore della sua vita, abile e arguta quanto lui, e ora la sua più grande rivale. Locke si è innamorato di Sabetha al primo sguardo, quando era un giovane orfano e apprendista ladro. Ma dopo un corteggiamento tumultuoso, Sabetha se n’è andata. Ora si ritrovano nuovamente uniti in uno scontro. Di fronte all’unica persona che sia in grado di tenergli testa – nel gioco dell’amore e in quello degli inganni – Locke deve scegliere se combattere Sabetha, o sedurla. Una decisione da cui potrebbero dipendere le vite di entrambi.


Recensione: Siamo giunti a quella che per me sarebbe dovuta essere la fine.

Cercate di capirmi, quando ho iniziato a leggere questo libro ero assolutamente certa che stessimo parlando di una trilogia decisamente cicciosa. Anche perché, sono volumi corposi e l’idea di andare troppo oltre mi fa un pò paura.

Non sono una grande appassionata delle saghe eterne, solitamente mi annoio a nemmeno metà del percorso, come ad esempio La Casa della Notte, che ho mollato dopo l’ottavo libro e già ero arrivata più in là di quello che avrei voluto. Per la stessa solfa, anche il Trono di Spade non rientra nel mio cuore, anche se avrebbe tutti i requisiti per farsi amare.

Comunque sia, La repubblica dei ladri è stato il volume che meno mi ha colpito.

Locke e Jean rimangono i Bastardi del mio cuore, ormai sono una coppia rodata che ho imparato ad amare ma, questa volta facciamo la conoscenza effettiva di Sabetha.

Lei è l’amore indiscusso di Locke e si vedono le conseguenze. Su di lui.

Sappiamo che l’amore smuove mari e monti, così Scott Lynch mentre ci racconta una nuova avventura, decide che è arrivato il momento di entrare nel profondo del passato di questi personaggi.

I flashback sono forse la parte che ho più apprezzato, più per il fatto che ho trovato interessante saper qualcosa in più di come loro sono diventati a pieno titolo dei Bastardi. Interessante anche il presente, eppure a mio avviso manca qualcosa.

Mi capita spesso di parlarvi di libri di transizione, quelli che subiscono in peso dell’essere più che altro storie di passaggio.

Ero tanto contenta la volta scorsa di non esser incappata in un macigno noioso, che il fato mi ha voluto pungolare. Non è un brutto libro, anzi, solo che io mi annoio troppo velocemente.

Lo so, lo so.

Ci sono combattimenti, intrighi e amore, come posso dire di essermi annoiata?

Il problema è sempre lo stesso; il modo.

Una storia può aver tutti i twist del mondo ma se per qualche ragione, manca qualcosa, quel vuoto io lo sento fortissimo. Posso non capire esattamente dove sia la mancanza, però sento che c’è e qui, l’ho sentita.

Quello che più mi fa paura, è aver notizie reali per il prossimo, visto che non è ancora uscito in lingua anche se in teoria viene segnata una data già passata e capire come verrà gestita questa megastoria. Perché insomma, se sono veramente sette libri così grandi, io pretendo che poi ci sia la ricerca del sacro Grall.

Come minimo.

domenica 20 marzo 2022

Sorcery of thorns

Autore: Margaret Rogerson
Pagine: 444
Prezzo: € 22
Uscita: 19/01/2021
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia. Il suo disperato tentativo di impedire l’atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L’unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero. A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.


Recensione: Elisabeth Scrivener venne abbandonata davanti ad una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, quando ancora era in fasce. Unica bambina in mezzo a tanti guardiani, cresce selvaggia tra i grimori che sussurrano nel suo orecchio.

Il suo destino sembra già esser tracciato; diventare una guardiana come la Direttrice che l’ha accolta.

Lei è determinata, niente potrebbe mettersi in mezzo al suo sogno. Nemmeno quando la accusano ingiustamente di omicidio e non credono alle sue parole.

Ferita nel fisico e nell’anima, scortata dal Magister Thorn di cui non si fida, dovrà affrontare l’interrogatorio che decreterà o meno la sua accusa. Se però non è stata lei, chi mai può aver deciso coscientemente di liberare un grimorio tenuto in catene e farlo diventare un mostro? Questo sabotatore, cercherà di mettere a tacere Elisabeth, prima che la interroghino?

Fermi tutti, questo si è appena aggiudicato il premio del miglior libro letto del 2021 (ma anche del 2020 mi sa). Lo so, siamo appena all’inizio ma non ho grandi dubbi in merito. Vi dico solo che ad un certo punto, durante un momento topico verso la fine del libro, quasi mi sono messa a piangere e stessa cosa è successa quando ho letto le ultime righe.

Assurdo, eh?

Elisabeth Scrivener è una protagonista insolita, perché crede che il mondo sia un posto buono, pur avendo avuto brutte esperienze. Il suo esser “eroina” comprende anche il sacrificio vero, che non consiste solo mettere la sua vita in mano a qualcosa in cui crede ma, donare parte della sua vita a qualcuno per salvarne un’altra. Quello che mi è piaciuto di lei, cosa effettivamente incredibile, è che durante il corso della storia ha un’evoluzione enorme senza però perdere quella scintilla pura che aveva all’inizio.

Sicuramente, il cambiamento viene messo in atto anche grazie a Nathaniel Thorn e al suo maggiordomo Silas.

Questa coppia, che è veramente molto particolare, porterà Elisabeth a rivedere molte delle sue idee. Primo fra tutti, il fatto che i maghi sia tutti dei mostri bevitori di sangue di vergini.

Protagonista maschile e spalla, rubano quasi completamente il podio a Elisabeth ma in un modo o nell’altro sono tutti necessari a rendere questa storia incredibile.

Mi è piaciuto il modo in cui si formano i tre legami e come questi permettano a tutti di capire qualcosa di profondo. Amicizia e amore, sono due componenti veramente molto forti ma anche il sacrificio per l’amore di qualcuno, sono potenti.

C’è il rischio che possa spoilerare qualcosa, però non voglio.

Dal mio punto di vista, lo spoiler non è una cosa negativa perché la bravura dell’autore risiede nel modo in cui coinvolge il lettore però, in questo caso potrei rovinare qualcosa.

Il mio personaggio preferito rimane sempre e solo Silas, pur avendo apprezzato anche gli altri.

Il maggiordomo è un essere complicato e qualche volta anche un pò difficile, eppure è riuscito ad entrare nel mio cuore pur non parlando moltissimo. Quello che contano sono i fatti e anche se li fa passare per qualcosa di calcolato e privi di sentimento, non convince né noi e nemmeno Elisabeth.

Ci sono solo due punti che mi hanno lasciato perplessa e/o fatto storcere il naso.

Nella battaglia finale, i tre combattono soli anche se il luogo, dovrebbe esser pieno di guardiani (che durante l’apprendistato vengono addestrati all’uso della spada, dovendo difendere i grimori). Solo nell’epilogo viene vagamente detto dov’erano gli altri ma comunque, non è stata una cosa che mi ha soddisfatto.

Una cosa che invece mi ha fatto storcere il naso, è il fatto che ad un certo punto Elisabeth scocchi una frecciatina sull’essere donna in quel mondo, senza però poi calcare un pò su questo aspetto. Non è una cosa che devo per forza trovare in ogni libro dove c’è una donna come protagonista, però avendo tirato fuori l’argomento, che almeno venga approfondito un pò di più.

sabato 19 marzo 2022

CavolQuest

Autore: Roberto Gerilli, Giacomo Bernini e Stefano Cappanari
Pagine: 304
Prezzo: € 13.50
Uscita: 04/11/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Plesio Editore
Attenzione, questa è la tua avventura! Sarai artefice del tuo destino e dovrai vedertela con nemici decisi a farti la pelle. Emozionante, non trovi? Avrai a disposizione centinaia di strade, ma solo due finali ti permetteranno di raggiungere la gloria. Cosa? Troppo difficile? Avvicinati, ti svelo un segreto. Ma non dirlo a nessuno, intesi? Qui barare è lecito. Aspetti questo giorno da tutta la vita. Stai per partire per la tua prima avventura. Agi, ricchezze e titoli nobiliari ti aspettano alla fine del viaggio. Per raggiungerli devi solo scegliere la tua missione, assoldare la tua compagnia e salvare il regno di Solis da… be’ questo lo saprai quando sarà il momento. Non vorrai mica degli spoiler, giusto? Come dici? Pensi che questo sia un librogame fantasy come tanti? I soliti mostri, la solita quest, i soliti personaggi, le solite regole, la solita lunghissima e noiosissima scheda del personaggio? No, allora non hai capito. Questo non è un librogame fantasy! Questo è un librogame del cavolo!


Recensione: Per chi non fosse avvezzo alla categoria dei librogame, penso sia doveroso partire con un piccolo preambolo.

opera narrativa che invece di essere letta linearmente dall’inizio alla fine, offre al lettore la possibilità di partecipare attivamente alla storia, decidendo tra alcune possibili alternative, mediante l’uso di paragrafi o pagine numerate.

Questo vuol dire che mentre state leggendo il libro, arrivati davanti ad un bivio, a scegliere sarete voi e non il protagonista. In base alla direzione presa, possono esserci più percorsi diversi da scegliere e quindi, più finali.

La scelta però, non è limitata solo al dover scegliere se andare a destra oppure a sinistra.

In questa specifico caso, CavolQuest annuncia da subito che bisogna munirsi di dadi (oppure l’applicazione che li simula) e carta e penna, perché bisogna scegliere due qualità da assegnare al protagonista avventuriero che serviranno nel corso del tragitto.

Un pò macchinoso se si è alla prima esperienza ma è anche per questo motivo che queste letture vengono promosse solo in versione cartacea.

Non per me.

Come blogger, mi capita di ricevere delle letture da parte delle Case Editrici e la lettura di oggi, è stata gentilmente fornita da Plesio.

Leggere un librogame in digitale è, per ovvie ragioni, uno sclero.

Il foglio di carta, che normalmente sarebbe già allegato al libro, me lo sono presa io e va bene così però, un dispositivo per la lettura e il telefono in combo, non sono stati il massimo (il livello pro è stato leggerlo dall’applicazione sul telefono, quindi avevo tre pagine aperte che diciamocelo, sono il male assoluto). Ma queste cose sono bazzecole, se messe a confronto con la scomodità di cambiare posizione ogni volta che mi trovavo davanti ad un bivio. O peggio.

Il bello di questi “giochi”, è provare tutte le combinazioni e morire, penso che sia la cosa più facile in assoluto. Il nostro avventuriero, ad un certo punto si trova davanti ad una scelta difficile; evocare o no Cthulhu? Ovviamente, io l’ho fatto ed ero perfettamente conscia che sarei morta (l’ho fatto perché l’intero libro è scritto in modo molto da “presa per il culo” e quindi mi sono detta che le risposte ovvie potevano non esser effettivamente tali. Non mi sarei stupita se l’evocazione di Cthulhu mi avesse poi portato ad un twist interessante). Però.

PERO’.

Leggere in digitale significa che una volta raggiunta la morta, bisognerebbe tornare all’inizio e ripartire. Per ovviare al problema, bisogna appuntare la pagina/posizione di dove si è arrivati in modo da poterci tornare appena possibile. Su un cartaceo, piazzi semplicemente il dito lì e via.

Lamentele sulla praticità a parte, l’ho trovato una lettura divertente (a volte forse un pò troppo umoristica) che in situazioni normali, impegna poco tempo ma fa staccare molto la testa.

Prudenzio Guardiapolli (sì, è il nome del protagonista e no, non chiedetevi da dove sia nato) vuole esser guidato verso la fama. Con l’aiuto di un gruppo di personaggi improbabili e l’aiuto (proprio) di una spada magica, dovrà far vedere quanto è valoroso e che le sue umili origini non fanno di lui un fallito (ma ndo vai, con sto nome…). Il problema è che nessuno ci crede, nessuno si prende seriamente e quindi, l’epopea può solo andare peggio. Anche ergendosi a persone mature, nemmeno il nostro intervento riesce a portare un pò di serietà.

Che poi, è veramente necessario? Perché insomma, se nella tabella dei segnapunti, è stata aggiunta la voce del “barometro”… Facciamoci due domande.

Per me non è stata una lettura particolarmente agevole e quindi, non serbo un grande trasporto ma, non lo sconsiglio affatto.

venerdì 18 marzo 2022

Piranesi

Autore: Susanna Clarke
Pagine: 300
Prezzo: € 15.67
Uscita: 04/02/2021
Genere: Fantasy; Horror
Casa Editrice: Fazi
Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.
Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancoratroppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.


Recensione: Febbraio inizia bene, anche se in modo decisamente insolito.

Piranesi e l’Altro sono gli unici esseri viventi nella Casa. Questo luogo, è composto da immensi saloni e mille finestre, una quantità incalcolabile di statue e nuvole, pioggia e sole, mare e animali. La Casa sembra vivere quasi di vita propria, con leggi completamente sconosciute all’uomo ma a cosa importa tutto questo, se ci sono solo due persone e tredici Morti?

Parlare di questo libro, senza fare degli spoiler, mi risulta impossibile.

Impossibile perché è estremamente contorto e parte delle mie perplessità, arrivano verso metà libro quando Piranesi incontro per la prima e ultima volta il Profeta. Chi è costui? Eh, mica ve lo posso dire.

Quindi mi tocca trattenermi, fino a che non vedrete la parola spoiler in grade. E rossa.

Da quel momento in poi, io non mi assumo più responsabilità.

Vi avverto però che ci sarà anche una fine e da quel momento in poi, una piccola nota personale sulle statue.

Piranesi è un ragazzo di circa trent’anni, che vive in questo immenso palazzo composto da mille stanze. Il numero vero è ignoto, data la vastità del luogo. Non gli è ignoto però come sopravvivere degnamente lì dentro, infatti con molto impegno e costanza ha trovato il modo per nutrirsi e nel proteggersi durante le maree. Sì, le maree.

La casa ha moltissime finestre che la rendono luminosa ma al suo interno, possono esserci nuvole o la pioggia ma anche vento e allagamenti dettati dalle mareggiate. Fuori il cielo, dentro un mondo. Il ragazzo sembra aver maturato anche un legame con gli animali che vivono lì, nutrendosi il giusto e portando rispetto per tutto il resto.

Oltre a lui, ci sono tredici scheletri, presumibilmente dei vecchi abitanti del posto. C’è però una seconda persona viva; l’Altro. L’uomo, molto più grande di Piranesi, sembra essere completamente assorbito dalla ricerca della suprema intelligenza che a suo dire, donerebbe grandi poteri. Sarebbe inoltre un loro dovere morale ritrovarla, dato che gli antichi la usavano ma nel tempo fu andata persa. Bisognava tramandarla alle future generazioni.

A scombinare il loro equilibrio, fatto di ricerca e meticolosità, subentra una “sedicesima” persona, che sembrerebbe aver il potere di far impazzire chi lo ascolta e secondo l’Altro, Piranesi sarebbe in pericolo dato che pur essendo molto intelligente, ha una mente non priva di amnesia e fragilità. Ma sedici sembra esser scaltro e riesce ad installare nel ragazzo dei dubbi che lo porteranno a riprendere in mano l’indice dei suoi vecchi Diari, e scoprire così che in passato sembra esser stato vittima di forte follia. Perché solo un folle scriverebbe di un immaginario mondo affollato di persone al di fuori della Casa. No?

Scienza e misticismo si fondono in un’unica realtà, trovando la giusta collocazione per ogni cosa, come se tutto facesse parte di un grande piano.

Ma è così, solo per chi sa aprire la propria mente.

Come dicevo, non è una situazione semplice. Piranesi è un libro che viene considerato Fantasy e Horror, ma secondo me è anche un Thriller antropologico (?) perché tratta anche temi dell’evoluzione umana e sociologica. Insomma, non è un libro che tratta solo la branca della magia con tinte cupe. Piranesi è molto di più.

Rimanendo quindi sul generico, se piacciono i temi che ho appena citato, allora è il libro che fa per voi. Un pò strano all’inizio ma decisamente interessante.


SPOILER


Quindi.

Oltre ai personaggi sopra citati, ci sono i tredici Morti. Piranesi trova le loro ossa un pò sparse per il Labirinto (si, l’ho chiamata Casa fino ad ora ma anche Labirinto è un nome azzeccato dati i livelli e la complessità dei percorsi che si possono intraprendere. Diciamo che il filo rosso di Arianna in questo caso sarebbe una delle poche soluzioni adeguate per non perdersi) e per un senso di protezione e reverenza, decide di prendersi cura di loro. Li va a trovare e porta delle offerte, in modo da non farli sentir soli. Questo aspetto ha il potere di far tenerezza, ma anche di farmi accapponare la pelle. Tra di loro c’è anche “l’infante ripiegato” che Piranesi immagina possa essere una bambina e per un certo periodo (ma ora che ci penso, non ne parlerà più e quindi potrebbe esserne ancora convinto) crede che la Casa l’avesse originariamente destinata a diventar poi sua moglie. Ho trovato il dettaglio vagamente morboso anche se non tocchiamo mai l’argomento della sessualità.

Quello che più mi ha fatto impazzire in tutta questa storia, è la mancanza di dubbi che ha Piranesi.

L’Altro, che già puzzava di bestia di satana al primo sguardo, ha dei comportamenti a dir poco sospetti che però vengono accettati come cose assolutamente normali. Questo mi ha fatto pensare che ci fosse di sottofondo la paura di rimaner solo ma visto e considerando che al mondo c’erano solo loro, come fa a conoscere il concetto di solitudine? Tra l’altro, perché la casa offriva ad uno solo la pesca come sostentamento e all’alto, cibo più elaborato? Come poteva non domandarsi come mai l’Altro avesse sempre dei vestiti fatti su misura mentre lui, aveva sempre le stesse cose? Tra tutte però, la peggior domanda per me è stata “COME FAI A SAPER SCRIVERE E LEGGERE, SE L’ALTRO NON TE L’HA MAI INSEGNATO”? Credo che questo dubbio sarebbe stato il primo a venirmi in mente. Da un lato sono domande stupide, perché quando scopriamo che Piranesi anni prima venne rapito, una parte di lui si addormentò come auto difesa ma trovo assolutamente incredibile che sia cambiato dall’oggi al domani.

L’unico dettaglio negativo di questo libro, sono le domande a cui non so dare risposta.

Perché l’Altro ha portato lì Piranesi? Solo per usarlo come cavia durante la ricerca?

Chi sono veramente i Morti che vengono trovati?

Come fa ad esserci lì un bambino? Che sia figlio di uno dei Morti?

Perché il Profeta, che ha dato inizio a tutto quanto, una volta trovato il passaggio tra i due mondi non ha semplicemente smesso di fare ricerche e sfruttare gli studenti che gli credevano? L’uomo che ha rinchiuso, aveva lo scopo di fare delle ricerche come poi ha fatto Piranesi? Anche lui era alla spasmodica ricerca della massima sapienza?

Perché Piranesi ha una veloce connessione con il suo vecchio mondo? A che pro?

Quelle meravigliose statue? Da dove arrivano?

A Proposito di statue, adesso la smetto di spoilerare e vi parlo un momento di loro.


FINE SPOILER


Un aspetto estremamente predominante del libro, è la quantità di statue presenti in ogni salone e quindi in tutto il labirinto.

Piranesi, in un moto di professionalità scientifica, decide di catalogarle tutte in modo da poter lasciare ai posteri in dono il suo sapere. Lo affascinano talmente tanto che ricorda la collocazione di quasi tutte e grazie a loro, in alcuni momenti riesce a “vivere meglio”. Trova conforto in loro.

Quello che mi ha affascinato, è il misticismo che le avvolge.

Chi le ha portate lì? Chi le crea? Esiste un architetto? Lo stesso che ha creato il Labirinto? Oppure si formano in modo autonomo?

Da sempre, le statue hanno esercitato fascino a chi le guardava. L’immobilità di un momento, fermato per l’eternità nel marmo. Sono portatori di fascino ma anche di sapienza, essendo loro delle riproduzioni di qualcosa di assolutamente fantastico. La bellezza di una donna che cura con amore delle api, la magnificenza di un elefante, la tranquillità di un fauno ma anche l’intimità di due re che giocano a scacchi. Persone di scienza mentre studiano, artisti mentre compongono o l’amore incondizionato di una madre verso i figli.

Nel Labirinto rimarranno impressi per l’eternità degli attimi perfetti.

La soluzione che ho trovato più poetica, la dice lo stesso Piranesi quando incontra il Profeta. Quelle statue vengono formate dal sapere delle persone, come i tunnel che forma l’acqua nel terreno quando piove. Non è una certezza, ma un’idea che sposo più che volentieri.

giovedì 17 marzo 2022

Bastardi Galantuomini. I pirati dell’oceano rosso #2

Autore: Scott Lynch
Pagine: 811
Prezzo: € 18
Uscita: 01/12/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Dopo un violento combattimento con la malavita che li ha quasi uccisi, Locke e il suo fedele compare Jean fuggono dalla città in cui sono nati e approdano agli esotici lidi di Tal Verrar per curarsi le ferite. Ma neppure all’estremità occidentale del mondo civilizzato possono riposare, e presto tornano a dedicarsi a ciò che sanno fare meglio: rubare ai ricchi e intascare il ricavato.
Questa volta il loro obiettivo è oltremodo ambizioso: la torre di Peccapicco, la casa da gioco più esclusiva e più sorvegliata che ci sia. I suoi nove piani attirano una clientela facoltosa, e per giungere fino alla cima servono buon credito, comportamenti bizzarri… e un gioco semplicemente impeccabile. Perché c’è una sola regola importante che Requin, lo spietato padrone di Peccapicco, fa rispettare rigorosamente: chi bara avrà la morte.
Per nulla intimoriti, Locke e Jean hanno elaborato una strategia che comprende bugie, trucchi e inganni per tutti e nove i piani… su su fino al favoloso caveau di Requin. Sotto mentite spoglie, compiono la loro meticolosa ascesa verso un obiettivo ormai vicinissimo…
Ma qualcuno a Tal Verrar ha scoperto il loro segreto. Qualcuno giunto dal passato, che ha tutte le intenzioni di far pagare ai due sfacciati malviventi i crimini commessi. Ora avranno veramente bisogno di ogni grammo di astuzia per salvare le loro anime prezzolate. E potrebbe non bastare…


Recensione: Siamo arrivati a metà della storia e com’è giusto che sia, mi sono trovata tra le mani un volume che solitamente considero “di passaggio”.

Nelle Trilogie o nelle saghe, i libri di mezzo sono spesso usati come intermedi per spiegare o preparare il lettore alla fine. Se sul primo è tutta una scoperta e si può passar sopra ad una serie di buchi di trama, con il seguito c’è una muta convinzione di trovare pagine e pagine un po noiose ma necessarie.

Con settecento pagine quindi, mi sarei dovuta stupire? No.

I pirati dell’oceano rosso si è indubbiamente rilevato più interessante del previsto ma comunque, più sottotono rispetto al precedente.

A salvare la situazione, ci sono Locke Lamora e Jean Tennan. Un duo di galantuomini che pur essendo pirati dediti alle scorribande, sono sempre mossi da dei valori morali veramente forti che è impossibile non apprezzare.

Certo, al momento prettamente mossi dalla vendetta, ma questo è un piccolo dettaglio.

Lynch, pur avendo cambiato scenario, riesce a stimolare la curiosità nel lettore anche se il suo esser prolisso, questa volta ha avuto ancora meno fascino su di me. Sono assolutamente convinta che tutto sia indispensabile alla storia per creare il climax idoneo, però anche meno. Cammor era una Venezia cupa e stupenda, necessitava di un’adeguata descrizione anche solo per farci capire in che modo erano cresciuti i vari personaggi ma torre di Peccapicco a mio avviso poteva essere gestita in modo molto più leggero. Parliamo di una casa del gioco estremamente complicata e pericolosa, ammetto di essermi persa più di quello che avrei voluto e pur rileggendo certi passaggi, dei dettagli li ho persi per sempre. Capisco che però sia un difetto mio.

Come per Gli inganni di Locke Lamora, i personaggi hanno carattere da vendere e alla ribalta troviamo un Jean che non subisce il peso dell’essere un personaggio secondario. La sua forza e irriverenza in questa nuova avventura si fanno sentire più che mai, senza però esser “troppo” e di troppo a Locke. Anche la comparsa delle donne mi ha conquistato, soprattutto perché non ricoprono in tutto e per tutto il clichè delle fanciulle diafane da salvare ogni due secondi. Anzi.

Adesso ci manca solo l’ultimo passo. Temo non sarà una cosa facile da gestire.

Per me, non sicuramente per Lynch.

mercoledì 16 marzo 2022

La stirpe della gru. Descendant of the Crane

Autore: Joan He
Pagine: 456
Prezzo: € 22
Uscita: 19/01/2021
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
La principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell’anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell’arena dei giochi di potere e diventa all’improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l’omicida sia qualcuno che le è molto vicino. La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l’ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l’assassino. I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi’a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un’indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge. Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto. Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?


Recensione: Lo scorso anno, più o meno ad inizio pandemia, avevo intravisto l’annuncio dell’uscita di questo libro. Il titolo mi aveva incuriosito molto, dato che non era ancora stato sdoganata l’ambientazione orientale nel fantasy. Certo, nel cuore di molti c’è Mulan e forse qualche altra storia simile ma per i “ciofani”, non c’è poi molto tra cui scegliere.

Come immagino abbiate già vissuto per altri titoli durante il 2020, La stirpe della gru ha subito una serie di spostamenti. Alla fine però, siamo riusciti ad arrivare ad una data definitiva! Peccato che l’autrice abbia già comunicato l’intenzione di non proseguire con le pubblicazioni.
Sentite l’eco delle madonne? I problemi possono capitare e posso addirittura capire che se le vendite non vanno bene però, non lo trovo nemmeno giusto verso i lettori. Insomma, noi siamo qui ad iniziare una storia, magari ci appassioniamo e poi nulla, tutto viene fermato.
Per quanto per me non sia stata una lettura top, spero che Joan He cambi idea. Oppure, che cambi editore.

La storia della principessa Hesina di Yan, futura erede al trono, non inizia nel migliore dei modi; il padre viene ucciso ma lei non crede che la cosa sia avvenuta in modo naturale. Così, con l’aiuto dei due fratelli adottivi, avvia un’indagine per scoprire la verità.

L’ambientazione ha sicuramente dei tratti conosciuti, come il vestiario ed i clichè, questo è un pò una cosa a suo sfavore ma, non ci sono molti dettagli. Se da un lato apprezzo il modo di scrivere spoglio da fronzoli, dall’altro trovo sia penalizzante usarlo su quasi tutto. A mio avviso, sembra trasmettere l’idea del “dò per scontato che tu già lo sappia, quindi non spreco tempo per scriverlo”.
L’impatto minimal, suona antipatico anche per la caratterizzazione dei personaggi. Sembrano tutti molto pudici nel raccontarsi al lettore, come se avessero timore di svelare qualche dettaglio inopportuno. Veniamo a conoscenza dello stretto necessario durante l’avanzamento della storia, mentre il resto bisogna arrivarci interpretando i fatti. Sperando comunque di aver inteso bene. Ammetto che questo non è il mio pane per quanto riguarda i fantasy, sinceramente è più da thriller e lì lo apprezzo molto perché in quel contesto risulta molto più inclusivo (in sostanza, ti immedesimi meglio nella storia, vivendo un pò la parte dell’investigatore).

Il dettaglio che non mi fa bocciare il libro, anche se non lo guarisce del tutto dai suoi difetti, è il tema della sincerità.
Conosciamo tutti le “bugie bianche”, quelle mezze verità e mezze bugie dette a fin di bene, che ci permettono di non ferire la persona a cui le diciamo e che allo stesso tempo non intaccano i nostri sensi di colpa. Ecco, la ricerca della sincerità e dell’uso delle bugie in questa storia sono praticamente il fulcro di tutto, e ho apprezzato tantissimo il fatto che vengano messi un pò in discussione gli Undici, coloro che una volta spodestato il Re tiranno crearono i Precetti. Non tutto è buono, come non tutto è cattivo. Piton insegna.

In linea generale, devo dire che la cosa più bella di tutta questa storia, è la copertina.

La lettura è stata relativamente godibile e le mancanze si sono fatte sentire, anche se come dicevo, qualche punto positivo esiste. Io vi consiglierei comunque la lettura, pur essendo una trilogia già ferma, perché trovo che sia comunque utile come prova per chi ancora non ha letto nulla a tema orientale. Poi ehi, magari scoprite che invece a voi piace tantissimo e Joan He si deciderà nel proseguire.
I miracoli qualche volta accadono.

If you want to understand a person, peer at his heart through the window of his prejudices and assumptions.