martedì 21 maggio 2024

Truelife. Lifel1k3 #3

Autore: Jay Kristoff
Pagine: 444
Prezzo: € 22
Uscita: 25/10/22
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Eve e Lemon hanno scoperto la verità su se stesse e l’una sull’altra. Sono cresciute legate da una solida amicizia, ma le recenti rivelazioni hanno messo in crisi il loro rapporto e le hanno allontanate (forse) per sempre. Ora però non c’è tempo per i rimpianti: l’intero Yousay è sull’orlo di una nuova guerra nucleare tra lo sciame della BioMaas Incorporated e l’esercito della Daedalus Technologies. Una situazione in cui nuove e vecchie lealtà saranno messe a dura prova, si formeranno improbabili alleanze e prenderanno corpo inaspettati tradimenti. E non è tutto, perché i sembianti sono determinati a impossessarsi di Libertas, il virus capace di liberare gli androidi dall’obbedienza alle Tre Leggi della robotica. E per farlo c’è bisogno sia di Ana Monrova, la ragazza rapita e conservata in animazione sospesa, sia della sua sembiante, Eve. Solo alla fine si scoprirà chi sono i veri eroi… e potrebbe essere davvero una sorpresa.


Recensione: In questo ultimo capitolo, Kristoff ha deciso di mettere tutto il mondo e anche qualcosa di più.

Mi capita spesso di oscillare tra il voler libri meno descrittivi, perché certe cose a parere mio possono essere anche evitate e il voler più libri lunghi, spezzettati in più di tre volumi. Quando si crea un mondo nuovo (anche se molte cose sono state prese in prestito nel tempo da altri libri), pieno di cose importanti, è giusto dare lo spazio giusto a tutti i tasselli ma molto spesso per le mani ci troviamo dei libri di mezzo molto sottotono e poi gli ultimi, fin troppo pregni.
Maronna mia.

Sicuramente però, nella trilogia di Lifelike, ho visto delle situazioni oggettivamente poco comuni (nei libri che leggo solitamente).

Lemon, che da sempre è il mio personaggio del cuore, passa dall’essere una spalla divertente e cazzuta ad un ruolo da protagonista forte e profonda (sempre divertente, però con molte grane in più di prima) mentre Eve, che ci è stata presentata inizialmente come l’eroina anticonvenzionale, passa al lato oscuro (senza un vero motivo, perché la brocca la perde bene e tutti ci stiamo domandando quale sia il VERO motivo, perché quello dichiarato è troppo ridicolo) e diventa l’antagonista senza un grammo di rimorso.
Ezekiel non lo prendo in considerazione, perché anche se ha tutte le caratteristiche per essere un principe azzurro (mancato), per me è stato una lagna fin dalla prima volta. A questo punto, avrei preferito vedere un Cricket in un corpo più umanoide prendere la situazione in mano e diventare l’eroe che tutti meritiamo di avere (invece no, il cucciolo è stato relegato al ruolo di “Olaf”). Anche Grimm, per quanto mi stia molto più simpatico di Eze, l’ho trovato un pò troppo… buono.

Indubbiamente, ciò che ho notato, è che Jay Kristoff ha cercato in tutti i modi di far passare più di un messaggio.
Amore, accettazione e diversità, famiglia e sani valori ma anche fare attenzione al mondo che ci circonda.

Ho apprezzato la lettura, non posso dire il contrario ma, ho trovato il volume un pò troppo pieno e questo ha fatto sì che arrivassi alla fine con un pò di fatica.

venerdì 17 maggio 2024

Deviate. Lifel1k3 #2

Autore: Jay Kristoff
Pagine: 439
Prezzo: € 22
Uscita: 25/10/22
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
È l’alba della battaglia decisiva tra le rovine della città di Babel. Eve e Lemon sono state amiche per la pelle, ma in questa lotta si trovano l’una contro l’altra. Eve è divisa tra i ricordi della propria vita umana, che ancora conserva, e la scoperta di essere un’androide. Insieme alle sue “sorelle” e ai suoi “fratelli”, ora deve trovare la vera Ana Monrova, il cui DNA è fondamentale per creare un esercito di sembianti.
Nel frattempo per Lemon è giunto il tempo di fare i conti con un potere che ha troppo a lungo rifiutato, e che qualcuno vuole usare come arma. La svolta per lei è l’incontro con un ragazzo, Grimm, che le propone di portarla fuori da quella terra devastata e piena di orrori, verso un’enclave abitata da altri devianti come lei. Lì, finalmente Lemon scoprirà un senso di appartenenza, e forse anche l’amore.
Ma non tutto è come appare: tra amici e nemici, buoni e cattivi che si scambiano continuamente di ruolo, anche Lemon si unirà alla ricerca di Ana Monrova, e dovrà trovarla prima che ci riesca la sua vecchia amica.


Recensione: Dopo un finale turbolento in Lifelike, dove i protagonisti scoprono di aver sempre creduto di esser delle persone (o esseri) che in realtà non erano, questo secondo volume getta le basi per una nuova storia.

Dopo le prime quattrocento pagine, devo ammettere che buttarmi a capofitto nel seguito, non è stata una grande ideona.

Kristoff non riesco a leggerlo con rapidità, ho sempre grandi problemi con chi si perde nelle descrizioni e nel raccontare storie non effettivamente utili alla trama… dettagli interessanti ma anche un pò poco utili. Quindi, la mia curiosità si è scontrata con una certa noia crescente e questo ha minato le buone intenzioni.

Con questo, non voglio assolutamente dire che sia stata una brutta lettura, però consiglio di far passare qualche tempo tra una lettura e l’altra.

I personaggi che abbiamo iniziato a conoscere, in questo nuovo capitolo, hanno preso strade differenti.

Eve inizialmente pensava di essere una deviante, visto il modo in cui aveva fermato il robot nell’arena ma alla fine scopre che non è vero. Non solo non è umana, ma è un’androide ultra realistica che porta in sé la capacità di non esser soggetta alle tre leggi della robotica (avete presente il film Io, Robot? Ecco). Questa scoperta sconvolgente fa scattare qualcosa in lei e decide di allearsi con i pochi altri della sua specie e trovare Ana Monrovia, la figlia del fondatore ed unica chiave per poter creare altri come loro.

Il loro scopo è quello di sterminare la razza umana.

In tutte queste rivelazioni, c’è anche Lemon, che invece non è un’umana come tutti ma una deviante. Solo che questo lei lo sapeva ma ha preferito nascondere la cosa ed ora, ha scoperto che le bugie hanno le gambe corte… ora in molti conoscono questo segreto e la sua vita è in pericolo. C’è chi la vuole usare come arma, dato che può mandare in corto la tecnologia e quindi anche i robot ma, c’è chi la vuole uccidere perché contro natura.

Il suo scopo però, è quello di salvare ciò che ama e cercherà in tutti i modi di ottenere questo.

Due amiche, due sorelle che prendono strade diverse.

Ezekiel e Cricket non sono da meno, anche loro hanno un bel da fare tra un corpo nuovo che ancora non sa bene come manovrare e un’amore che oscilla tra la persona che gli ha insegnato cos’è l’amore e una persona che invece ha imparato ad amare in modo spontaneo.

Ogni certezza che potevamo aver prima, adesso è stata spazzata.

Sono felice di aver letto poco su Eve, preferisco mille volte di più Lemon ma so bene che ad un certo punto dovranno nuovamente allearsi, perché l’amicizia che c’è stata tra di loro non può scemare in questo modo. Sono invece preoccupata per Ezekiel, il classico pollo credulone che sicuramente farà sfumare qualcosa e farà soffrire chi gli vuole bene.

Temo il terzo volume.

mercoledì 15 maggio 2024

Lifel1k3 #1

Autore: Jay Kristoff
Pagine: 408
Prezzo: € 22
Uscita: 25/10/22
Genere: Distopico
Casa Editrice: Mondadori
Eve ha diciassette anni, e l’ultima cosa di cui ha bisogno è un segreto da custodire. No, grazie, è già abbastanza impegnata a guardarsi le spalle e a districarsi tra mille problemi. Problema numero uno: il robot gladiatore che ha passato mesi a costruire è stato ridotto a un relitto fumante. Problema numero due: ha perso con gli allibratori i pochi crediti che aveva, l’unico mezzo per comprare le medicine indispensabili a Nonno. Problema numero tre: un gruppo di fanatici puritani la vuole uccidere e… che altro? Ah, sì, ha appena scoperto che può distruggere le macchine con il potere della mente. Forse ha vissuto momenti peggiori, ma non riesce proprio a ricordarseli. Quando però scopre la carcassa di un ragazzo androide di nome Ezekiel, nell’ammasso di rottami che chiama casa, tutto cambia; si mette in viaggio per salvare chi ama insieme a lui, alla sua amica Lemon e al suo compagno robotico Cricket: attraverseranno deserti di vetro nero, combatteranno contro cyborg assassini, esploreranno megalopoli abbandonate, fino a scoprire i segreti sepolti nel suo passato… anche se ci sono segreti che è meglio non portare alla luce.


Recensione: Jay Kristoff non si smentisce mai.
Dovete sapere che come lettrice (non più tanto) accanita, anche io soffro nel leggere libri che presto o tardi diventano acclamati dal pubblico. Odio quando mi viene detto che leggo alcune cose solo per moda, anche perché io e la moda siamo agli opposti. Di Kristoff, non posso dire di aver letto tutto quanto ma quello che mi è passato per le mani, mi è sempre piaciuto.
Ok, la smetto.

Lifel1k3 è il primo di una trilogia che sa tanto di Mad Max e un pò di Fallout (qui lo dico e qui lo nego, ho il gioco scrauso sul cellulare), una di quelle realtà non esattamente troppo campate per aria per il nostro futuro. Deserti, ghettizzazione, povertà estrema, razzismo vario e anche combattimento per la sopravvivenza base.

La nostra protagonista Eve, una ragazzina di circa diciassette anni con un impianto meccanico all’occhio, ha costruito un gigante d’acciaio per poter combattere nell’arena e vincere i soldi necessari per comprare le cure al nonno malato. Come nei migliori distopici, la ragazza è dovuta crescere più velocemente del necessario e sfortunatamente deve fare costantemente i conti con una vita troppo difficile. Al suo fianco però, c’è quella pazza squinternata della sua migliore amica, una tipetta totalmente assurda dalla battuta sempre pronta (l’ho amata in ogni istante) che adora stuzzicare Cricket, una IA creata dal nonno di Eve per proteggerla (ma dentro di sé c’è anche del sarcasmo… capite bene che non si può esser seri con esseri del genere). Con loro c’è anche un cucciolo che sarebbe un perfetto compagno di Jack Skeletron e infine, Ezekiel.

Ora, non mi è permesso fare spoiler e non voglio assolutamente farmi picchiare ma questa storia sembra più una favola che una cosa inventata di sana pianta. Lo so, tecnicamente le cose potrebbero essere identiche ma in qualche modo, mi dà l’impressione che tutto questo possa succedere veramente ed io, voglio sapere come andranno le cose.
Anche se Kristoff per me non scrive in modo particolarmente scorrevole, la voglia di conoscere cosa accadrà nella successiva pagina è tanta.

Il viaggio che stanno facendo questi personaggi è corposo e mai veramente noioso. Quindi, proseguiamo.

lunedì 13 maggio 2024

I nostri cuori perduti

Autore: Celeste Ng
Pagine: 348
Prezzo: € 20
Uscita: 11/10/2022
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Mondadori
Bird è un ragazzino di dodici anni che vive a Cambridge, Massachusetts, con suo padre, un ex linguista ora impiegato nella biblioteca universitaria di fronte a casa. Sua madre, Margaret, una poetessa di origini cinesi, li ha abbandonati quando lui aveva solo nove anni in circostanze misteriose, dopo che una sua poesia è diventata il manifesto dei dissidenti contro le leggi in vigore. Leggi autoritarie, volte a preservare “la cultura e le tradizioni americane”, a bandire i libri o le forme d’arte non allineati, e a “ricollocare” i figli dei soggetti sovversivi. In questo clima di paura, Bird sa che non deve fare domande; è cresciuto rinnegando sua madre e le sue poesie, ma quando riceve una lettera al cui interno c’è un foglio cosparso di minuscoli gatti disegnati, capisce che si tratta proprio di un suo messaggio in codice. Inizia così l’affannosa ricerca per ritrovarla. Partendo dalle storie che lei gli raccontava da piccolo, attraverso una rete clandestina di bibliotecari che aiuta le famiglie dei bambini rapiti, Bird approda a New York, dove un estremo atto rivoluzionario può cambiare il futuro per sempre.


Recensione: In questi mesi sono sparita dalla circolazione per una moltitudine di motivi. Uno tra i tanti, è la questione “collaborazioni”.

Molto spesso vedo sfornare mille e uno capolavori da Case Editrici di vario genere. Sono titoli che dopo un primo momento di euforia, diventano solo l’ennesimo bell’oggetto da esporre a casa, senza un particolare peso emotivo e quindi, vuoti. Con il timore di farmi fregare, ho pensato di scegliere accuratamente cosa portare (ad esser sinceri sinceri, al momento non ho portato molto ma qualcosina ho effettivamente letto. Il mio silenzio stampa prospera solo sul web).

In questo libro però, ho percepito fin da subito un dolore necessario che mi ha portato a non poter rifiutare la proposta.

Ancora prima di iniziare, è doveroso fare un piccolo spoiler, perchè trovo sia giusto mettere i puntini sulle I.

Il protagonista Bird, è tale solo per una comodità di narrazione, perchè a parere mio questa è la storia di Margaret. Tutto viene narrato attraverso i suoi occhi ma ci sono dei passaggi, decisamente molto importanti, dove a raccontare la situazione politica ed economica è la madre ed è sempre lei che ci conduce alle risposte che cerchiamo.

Avrò forse capito male io la trama, ma avevo pensato che sarebbe stato Bird a prenderci per mano e a portarci attraverso una storia straziante ma, non è esattamente così.

Anzi, Bird è forse uno dei personaggi che più ho odiato.

Ci troviamo catapultati nel Massachusetts, in questo mondo governato dalle leggi del PACT dove tutto ciò che può intaccare lo spirito conservazionista dell’America, deve esser estirpato. Che siano libri, cibi o persone, poco importa.

Bird ha il papà americano e la madre cinese. In una situazione normale, ciò non sarebbe un problema ma da quanto è finita la Crisi ed è arrivato il PACT, ogni persona dai tratti stranieri e sopratutto quelli asiatici, vivono una vita sempre più difficile. A nove anni dalla sua nascita, senza che lui capisca nulla del mondo che lo circonda, la madre lo saluta e va via di casa per sempre. Da quell’esatto momento il padre estirperà il ricordo della donna sia dalla casa che dalla loro vita ed il piccolo Bird, incapace di prendere anche solo una mezza posizione o di porsi delle domande, esegue meccanicamente ciò che gli viene detto di fare; mantenere un basso profilo, non esser troppo bravo a scuola ma nemmeno troppo poco, percorrere sempre vie secondarie per tornare a casa dopo la scuola, ringraziare sempre gli agenti di polizia, mostrarsi rispettoso verso chiunque, non stare in compagnia di compagni di scuola che possono creare problemi. Questo, fino al momento in cui riceve una lettera piena di gattini e senza nient’altro sopra.

Lui, che si fa scivolare addosso una vita già complicata e che ignora le angherie più ingiuste degli uomini, all’improvviso si sveglia e sente il bisogno di cercare sua madre per avere delle risposte.

Quello che forse mi ha più fatto venire il sangue al cervello, è il pretesto che lo spinge a fare qualcosa.

Per quanto non condivida una vagonata di cose, capisco le ragioni che spingono i suoi genitore a fare ciò che fanno, capisco il pericolo di ogni mossa e la gravosità delle loro azioni. Capisco il ruolo dei bibliotecari, capisco anche le reazioni di certa gente ma, non Bird.

Ora, non posso andare oltre perchè dovrei scendere nel dettaglio, però…!

Per quanto riguarda il resto, questo libro fa male perchè è dolorosamente attuale.

La Crisi che viene descritta da Margaret è un possibilissimo futuro nostro, nemmeno troppo lontano. Gente che perde il lavoro, la casa e la dignità, crisi energetica e idrica, l’innalzamento del costo di ogni cosa, un governo che leva i diritti alle persone diventando quasi più una dittatura, la totale assenza di protezione per le diverse etnie… Vi ricorda nulla? Ma anche la mentalità della gente, dove il borghesotto dai tratti non totalmente americani pensa di esser salvo solo perchè lui si sente americano e crede che questo lo possa proteggere da tutto e da tutti. Una bugia raccontata così spesso, da crederci.

Ciò che viene dipinto, fa male.

Forse è per questo che pur volendo strozzare quel povero bamboccio di Bird, vi consiglio comunque di leggere il libro.

sabato 11 maggio 2024

Portami con te quando te ne vai

Autore: Jennifer Niven e David Levithan
Pagine: 320
Prezzo: € 16.90
Uscita: 3/05/2022
Genere: Narrativa Ragazzi
Casa Editrice: DeAgostini
Ezra l’ha appena scoperto: Bea se n’è andata. Sua sorella non ha lasciato nulla dietro di sé. Nessun biglietto, nemmeno una parola. E lui si sente perso, confuso e proprio non capisce perché lo abbia lasciato indietro, visto ciò che li lega e i segreti terribili che per anni hanno custodito tra le mura di casa. Poi, Ezra trova un biglietto. Sopra c’è appuntato solo un indirizzo mail. E lui inizia a scrivere. Bea è stanca di fingere che le cose vadano bene. Lo fa da quando sua madre si è risposata. Ma adesso non ha più intenzione di sopportare l’indifferenza e le umiliazioni e da mesi progetta la fuga. Una fuga perfetta in cui Bea salverà suo fratello, salverà entrambi, lei e lui, scappando lontano da una famiglia che non la ama e non le appartiene. Poi però riceve una mail. Una mail che stravolge i suoi piani e cambia la posta in gioco. Bea parte, ma senza Ezra. Deve farlo, perché insieme a lui non potrebbe trovare le risposte che cerca. Gli lascia allora una mail, nella speranza che, come per lei, anche per lui un indirizzo possa cambiare le cose…


Recensione: Ezra e Bea sono due ragazzi, cresciuti in un ambiente familiare molto restrittivo. Sorella e fratello, uniti da un legame fatto di amore e sofferenza.

Bea, una mattina all’alba scappa di casa, senza avvisare nessuno e senza toccare nulla. Zaino, effetti personali, tenefono… tutto rimane in camera, tutto rimane in vista agli occhi di una famiglia che oscilla tra l’incredulità della situazione e la rabbia del gesto.

La madre, non esattamente stupita del gesto della figlia “ribelle” è forse più scocciate che preoccupata; Il patrigno, saturo di rabbia perchè la considera irrispettosa e poco riconoscente verso di loro; Ezra, distrutto dall’improvviso abbandono dell’unica (o quasi) persona che più ama.

Lui, il fratellino che per paura inconscia del non amore di sua madre ha sempre cercato di fare il ragazzo perbene, anche quando avrebbe voluto bruciare la cucina. Ora si trova a casa, abbandonato in un luogo da sempre ostile, con in mano un foglio che contiene un’indirizzo email e che nessun’altro sa.

Nasce così uno scambio di lettere difficili tra di loro, dove proveranno disperatamente ad annodare i fili distrutti delle loro vite.

Jennifer Niven ha da sempre il potere quasi assoluto di farmi star male. Con “Raccontami di un giorno perfetto” era riuscita a farmi piangere anche le lacrime delle mie vite precedenti, mentre con “L’universo nei tuoi occhi” era riuscita a cullarmi nel mio stesso dolore. Nel penultimo libro, “Respiro solo se tu“, aveva perso un pò il suo potere ma con questa nuova storia… Beh, non ho pianto solo perchè il macigno posato sul petto me lo impediva.

La storia di Bea ed Ezra è forse uno dei classici assoluti in campo adolescenziale.

Sono alla ricerca di una vita migliore e quando se ne presenta l’occasione, stufi di dover sempre fingere, ci si fiondano anche a costo di tirar sù un putiferio, senza però capire che ciò che cercano è sempre stato dentro di loro. La decisione di Bea, quella di scappare, non è presa perchè vuole mollare la sua vecchia vita e basta ma, sta cercando di svelare un passato che non conosce. Vuole avere delle risposte e sarà veramente disposta a tutto pur di trovarle. Con questo slancio, che cambierà la sua vita per sempre, anche il fratello dovrà fare qualcosa e anche se inizialmente non avrebbe voluto, è costretto a mettere in gioco tutto.

Ho trovato questo metodo di racconto un pò bizzarro, perchè spesso non ci si può perdere nelle descrizioni, le email non sono fatte per questo. Eppure per certi versi, non avrei potuto leggere il libro in altro modo.

Qui ci sono solo i sentimenti, non c’è spazio per altro. Per quanto possa esser scarno di informazioni, per quanto uno possa chiedersi cosa stia succedendo tra una email e l’altra, per quanto uno possa pensare che richiamando alla memoria dei ricordi successi poco prima comunque scappa qualcosa… Per quanto manchi di molte cose, i sentimenti che trapelano da ogni invio basta a cancellare il resto.

Questo non vuol dire che sia un libro perfetto.

Ci sono delle decisioni che non comprendo, ci sono delle omissioni che non approvo. C’è un’incertezza su ciò che succederà ai giovani protagonisti che mi innervosisce ma in fondo, va bene così perchè la vita, quella di tutti i giorni, non è perfetta. Come questo libro.

mercoledì 8 maggio 2024

Le ombre tra di noi. The Shadows Between Us

Autore: Tricia Levenseller
Pagine: 336
Prezzo: € 20
Uscita: 24/05/2022
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
“Non hanno mai trovato il corpo del primo e unico ragazzo che mi ha spezzato il cuore. E mai lo troveranno.” Alessandra è stanca di essere trascurata e ha escogitato un piano per diventare potente: 1. Corteggiare il Re delle Ombre. 2. Sposarlo. 3. Ucciderlo ed ereditare il regno. Nessuno conosce il vero potere del Re delle Ombre. Alcuni sostengono che può far eseguire i suoi ordini alle ombre che gli danzano intorno. Altri dicono che le ombre gli parlano, sussurrandogli i pensieri dei suoi nemici. In ogni caso, Alessandra ha un obiettivo ambizioso e farà di tutto per raggiungerlo. Non è la sola, però, a voler uccidere il Re. Quando qualcuno attenta alla vita del sovrano, Alessandra si ritrova costretta a proteggerlo, almeno fino a che non sarà la sua consorte. E dovrà lottare per non innamorarsene. Dopotutto, quale migliore compagna di una regina astuta e senza scrupoli per un Re delle Ombre?


Recensione: Alessandra è la secondogenita del conte Stathos.
Per legge, non può mischiarsi alla vita mondana prima del matrimonio della sorella ma, nulla le impedisce di trovare modi alternativi per passare il tempo, lontana da occhi indiscreti.
Una volta avuto il permesso di metter piede nei salottini più importanti, informa il padre che non ha assolutamente intenzione di sposare uno degli uomini che lui vorrebbe. Lei punta direttamente alle stelle, lei vuole diventare regina!

Il suo piano è quello di farsi notare dal giovane Re Ombra, in modo da entrane nelle sue grazie. Una volta trovata la chiave per avvicinarsi a lui, senza contravvenire alle leggi, il passo per farlo innamorare diventerebbe una bazzecola. Non le interessa trovare nuovamente l’amore della sua vita, quello che cerca è il potere. Peccato che Kallias, pur protetto dalle sue ombre, non abbia alcuna intenzione di far avvicinare veramente qualcuno a sé.

Dopo un primo incontro tutto particolare, tra i due si forma una prima bozza di patto e amicizia, che però mette in discussione gli equilibri precari di tutti e due.

Kallias vuole assolutamente trovare il responsabile della morte dei suoi genitori, anche perché qualcuno sta cercando di ucciderlo e non può fidarsi di nessuno. Inoltre, non può perder tempo a cercare una moglie. Sarebbe anche pericoloso. Eppure non può rimaner indifferente alla presenza di Alessandra, al suo carattere forte e divertente, al suo modo efficace di ragionare e risolvere i problemi.

Alessandra aveva creato un piano perfetto per ottenere quello che voleva. Farsi notare dal Re in modo alternativo, in modo da rendersi più appetibile rispetto alle altre donne a Corte e poi, farsi corteggiare in modo da rendere tutta la farsa il più convincente possibile. Crearsi una nuova reputazione e sposarsi. Per poi diventare vedova. Eppure, qualcuno vuole uccidere Kallias e lei dovrà trovare il modo per proteggerlo ma anche per proteggere sé stessa dai lui e dai suoi sentimenti.
Cosa siete disposti a sacrificare, per raggiungere i vostri desideri?

Rhoda annuisce. «Tuttavia devo ammettere che sono già stata sposata una volta. Quindi forse non conta che al momento non lo sia, no?»
«Che cosa è successo al tuo primo marito?» chiedo.
«Oh, non mi ha lasciata, niente di così terribile; è solo morto. Nemmeno il più ricco degli uomini può sfuggire alla vecchiaia.»
Alzo la mano guantata per nascondere un sorriso.

Per me è no.
Inutile girarci attorno, questo per me è uno dei libri più deludenti degli ultimi mesi. Ci sono indubbiamente delle cose molto valide, le ho trovate e ve ne parlerò ma alla fine di tutto, ciò che ha pesato di più sul giudizio, sono i lati negativi.

Alessandra è una giovane che sa assolutamente divertirsi nelle stanze da letto, anche se sarebbe vietato per legge avere rapporti prima del matrimonio. Il fatto è che non è una sprovveduta e tiene sempre in pugno la situazione. Intelligente e cinica, il suo personaggio è abbastanza diverso dal solito e per quanto io non sia riuscita a provare empatia per lei, riconosco che sia una ventata d’aria fresca. Solo fino ad un certo punto.
Alessandra non è l’antagonista della situazione, quindi ad un certo punto della storia, la sua intelligenza sembra perder colpi e la sua vena cinica, prende un congedo. Vorrebbe uccidere Kallias, ma ovviamente se ne innamora. Vorrebbe fare la dura e pura, eppure fallisce. Poteva essere un personaggio diverso dal solito, invece no.

Kallias è invece un punto a favore, l’ho trovato un cucciolotto che è dovuto crescere un po’ troppo velocemente e che umanamente parlando, non sa come sbrogliare tutti i problemi che gli piombano in testa. Fa degli errori che non mi sento di giudicare, perché fondamentalmente è mosso dalla voglia di fare le cose giuste (tranne forse invadere tutti gli altri regni, però fa parte della sua condizione nobiliare, alla fine è cresciuto così).

Anche le amiche di Alessandra, sono due gentil fanciulle che cercano di trasmetterci qualcosa. La prima, capisce e ci fa capire che l’amore non ha ceto sociale mentre l’altra, capirà e ci farà vedere che l’espressione del proprio Io è l’unica strada per vivere bene. Sorvolo invece sul fatto che tutte e due diventano amiche del cuore della protagonista in due secondi netti. L’avvicinamento più triste che abbia mai letto.

Ci sono effettivamente un po’ di cose che non tornano, lanciate un po’ a caso nel muccio, senza aver una vera e propria spiegazione logica. Dobbiamo crederci, come una religione.
La cosa mi rattrista perché invece ci sono delle descrizioni molto evocative, ci sono delle parti che se sviluppate adeguatamente, avrebbero potuto dare molto di più.
Ne sono tremendamente delusa, anche se si è fatto leggere abbastanza velocemente.

lunedì 6 maggio 2024

Che razza di libro!

Autore: Jason Mott
Pagine: 320
Prezzo: € 19
Uscita: 12/05/2022
Genere: Narrativa
Casa Editrice: NN Editore
Uno scrittore americano ha appena pubblicato un libro di successo: durante il tour promozionale, fra interviste, avventure amorose e sbronze colossali, incontra un ragazzino dalla pelle nerissima che da quel momento in poi lo segue come un’ombra. A ogni tappa il Ragazzino racconta qualcosa di sé, affermando che i suoi genitori gli hanno insegnato a diventare invisibile, per proteggersi dalla brutalità del mondo. E in effetti, lo scrittore è l’unico in grado di vederlo, ma poiché è affetto da una strana malattia che gli impedisce di distinguere la realtà dal sogno è certo che si tratti di una semplice allucinazione. Ben presto, però, le sue visioni hanno il sopravvento, mettendolo di fronte a un passato che da sempre cerca di sfuggire, una verità che preme per liberarsi e ritrovare corpo e voce. Commovente e feroce, esilarante e tragico, “Che razza di libro!” è la storia di un bambino che vede nell’invisibilità una promessa di vita, e di un uomo che vorrebbe uscire dalla propria pelle, per nascondersi dalla violenza.


Recensione: Nerofumo e lo Scrittore senza nome, sono le due voci narranti di questo libro.

Il primo è un bambino di dieci anni con la pelle nerissima, che grazie agli insegnamenti dei genitori è riuscito a fare una cosa mai vista prima; diventare invisibile a piacimento. Nel mondo dei Non Visti, Nerofumo può vivere una vita priva di dolore e può essere quello che vuole, senza limiti.

Il secondo è uno Scrittore alle prime armi, con una malattia che non gli permette di distinguere la fantasia dalla realtà. Un punto a favore per la sua carriera ma anche un fardello, perchè è sempre a cavallo tra i due mondi e non può fidarsi di niente e nessuno.

Le loro vite si incontrano durante una colazione nell’Hotel dove soggiorna lo Scrittore e da quel momento, non si lasceranno più.

Per tutta la durata del tour promozionale del libro Che razza di libro!, tra loro passeranno molte emozioni e nessun chiarimento, quello arriverà dopo l’ultima grande intervista.

Forse.


Sono quel tipo di lettriche che non gira mai con i post-it in tasca, perchè non amo sottolineare i passaggi che mi trasmettono qualcosa (sono quasi sempre lunghi) e perchè trovo che spesso, evidenziare delle citazioni poi non mi porti a nulla perchè una volta riportare al di fuori del libro, perdono la magia iniziale.

Eppure, ci sono delle eccezioni.

Che razza di libro! è una storia complicata e folle, dolorosa e giusta allo stesso tempo.

Il perno principale di tutto, è il colore dlla pelle di Nerofumo ma anche dello Scrittore. Il colore della pelle di tantissime persone e del modo in cui il mondo cambia in base ad esso.

Parla della prospettiva di vita in base a come e dove nasci, dell’accettazione di sè, di cosa si è disposti a fare (o a non fare) per sopravvivere. Parla di cambiamento, di crescita e di presa di coscienza.

Personalmente sono ancora molto stordita, sono affascinata e arrabbiata allo stesso tempo. Forse quello che più mi fa rabbia, oltre alla questione del razzismo (che è sempre ingiusto), è che la malattia dello Scrittore venga raccontata come una cosa che va semplicemente accettata. In un certo senso è comprensibile, c’è e non va nascosta come se fosse una cosa contagiosa, ma parliamo di una mina vagante che dice “ti basti solo sapere che ho una malattia”, come se questo bastasse a spiegare come mai è così. Non che la usi come scusa per ogni cosa ma quasi, prende questa sua fantasia iperattiva e la usa come copertina di Linus per non affrontare un lutto ma è una sciocchezza, perchè lo fa da sempre e non come “semplice” metodo di evasione per una cosa troppo difficile da elaborare. Questo non curarsi, in questo preciso lasso di tempo che vediamo, lo fa cadere in un abisso senza nessuna corda di sicurezza.

Cade, perdendo tutto. E tutti.

C’è però una cosa buona in tutto questo, e non parlo di lui.

Il libro è un mezzo per ribadire, ancora una volta, che il male si insinua sotto la pelle delle persone anche solo con la frase “si è sempre fatto così”. La stasi ed il non cambiamento, sono solo una forma diversa del male, che forse è anche il peggiore, perchè è dettato dall’abitudine. Spegne la voglia di uguaglianza.

sabato 4 maggio 2024

La grazia dei re

Autore: Ken Liu
Pagine: 612
Prezzo: € 24
Uscita: 19/05/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
L’Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell’arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d’origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l’Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare.
È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l’impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l’uno l’opposto dell’altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l’imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.


Recensione: Dallo scorso anno, mi sono lanciata nella lettura di saghe fantasi di un certo spessore. Non tanto all’epicità della storia, ma proprio alla quantità di pagine usate e alla quantità di cose da dire.

Ken Liu rientra nella categoria e se devo essere sincera, ancora devo capire se questo titolo sia visto in positivo o meno.

Seicento pagine sono tante, soprattutto se consideriamo che La grazia dei re (Dinastia del dente di leone) è solo il primo libro di una trilogia. Eppure, la moltitudine di personaggi e di storie raccontate, mi portano a dire che la cosa migliore da fare sarebbe stata far un libro in più per alleggerire questo.

Il bello di una saga epica, sta nella complessità della storia. Tante cose da raccontare, che a lungo andare si riuniscono e diventano una cosa sola, portando il lettore all’estasi dell’unione dei punti ma anche un pantheon di personaggi, più o meno rilevanti alla sotoria.

Il fatto è che bisogna saper calibrare bene quanto dare ogni volta, senza eccedere, come ha fatto Martin con il suo Trono di spade (che ho evitato, più per l’impossibilità di ricordarmi tutti i moerti ed i vari intrecci). Solo pochi autori si possono permettere l’uso di così tante cose in un unico colpo, ma solo perchè poi sanno anche come mantenere l’interesse del lettore e arrivare alla fine senza perdersi pezzi.

In questo caso, ho molti dubbi. Tra l’altro, c’è una cura maniacale nei luoghi e nei vari dettagli, e anche in questo caso oscillo tra la goduria e la difficoltà di concentrazione.

Mi ha molto ricordato un libro che ho letto lo scorso anno, dove l’autore usava molte parole e situazioni di una cultura esistente ma decisamente poco conosciuta. Era insomma un fantasy con molti tratti reali, che per capire fino in fondo, bisognava cercare su Wikipedia e per quanto fosse molto affascinante scoprire cose nuove, era snervante dover fermarsi ogni tre righe. Ecco, in questo libro ho riscontrato più o meno la stessa difficoltà.

Ci sono comunque tratti positivi, che mi portano a consigliarvi la lettura.

Per quanto i personaggi siano tantissimi, un punto a favore è che ogniuno di loro ha una caratterizzazione unica. Non ci sono personaggi fatti con Copia/Incolla, e anche se ci sono dei tratti comuni sono proprio pochi e pur non avendo legato troppo con nessuno di loro, sono stati piacevoli da conoscere e il mondo che ho visto dientro alla moltitudine di dettagli, è veramente pazzesco.

Stanamente ho apprezzato anche la componente Politica, che è molto marcata (come tutto) ma favorisce quel guizzo d’interesse che mi ha permesso di arrivare alla fine.

In fin dei conti è un libro che promuovo ma come per altri titoli, non è alla portata di tutti. Non è che sia solo per le persone intelligenti, io per prima non faccio parte della categoria, ma la mole di cose rallenta ed è facile arrivare all’antipatia per ogni cosa. Tanto per fare un piccolo esempio, nel libro le donne non hanno un peso rilevante e spesso non vengono nemmeno trattate benissimo. Non è una cosa nuova, in molti libri si vedono queste cose ma in queste pagine, mi ha dato molto fastidio. Femminismo becero? No, semplicemente in una stuttura così complessa e pesante, l’aggiunta di questo non dettaglio pesa più che in altre storie.

giovedì 2 maggio 2024

Falce. Scythe – Arc of a Scythe

Autore: Neal Shusterman
Pagine: 360
Prezzo: € 20
Uscita: 19/05/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti. Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare.Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.


Recensione: Il Thunderhead è una macchina così intelligente e priva di sentimenti, che controlla il mondo in modo bilanciato e non permette più che qualcuno possa soffrire. L’immortalità non è più un sogno irrealizzabile, tutti possono ringiovanirsi all’infinito e resuscitare se qualcuno o qualcosa li uccide per sbaglio. Non esistono le malattie e la conoscenza è così alla portata di tutti, che la scuola viene fatta e seguita solo per una questione di routine, che mai è stata sradicata nell’uomo.

In un mondo dove la natura non ha quasi più potere e dove l’intelligenza artificiale ha pieni poteri, le Falci sono gli unici a vivere al di fuori delle regole e sono l’unico modo per morire veramente.

Citra e Rowan sono due adolescenti molto diversi, che per un modo o per l’altro si trovano a diventare apprendisti della stessa Falce.

Una cosa insolita, che ad alcuni non piace. Perchè le Falci sono al di sopra delle leggi di Thunderhead, ma hanno un loro codice da seguire, e l’amore verso qualcuno o preferenze di ogni tipo, sono infrazioni che costano caro.

Questo primo libro racconta di come questi due ragazzi, vengono presi come capri espiatori per una sociètà che porta ancora il seme dell’essere umano, fatto di corruzione e manie di onnipotenza. Citra e Rowan dovranno combattare contro se stessi e contro un mondo non ancora perfetto.

Sono estremamente combattuta.

Ho avuto modo di leggere questo libro in anteprima ed insieme a me, c’era anche Alice. Lei è stata più veloce, mettendomi così in uno stato di ansia e aspettative al limite della mia sopportazione.

Era tutto un “finiscilo che dobbiamo parlare” o “quando arriverai alla fine capirai perchè sclero“.

Più andavo avanti e meno capivo quello che diceva. In modo molto generale, questo libro si meriterebbe la sufficienza, perchè ha indubbiamente dei pregi che ho letto con piacere, ma non lo trovo il libro del secolo, perchè arrivata alla fine ho più domande che risposte.

Non sono quel tipo di lettriche che pretende di aver tutte le risposte e che non si vuole sbattere per cercare di scovarle da sè, ma trovo innaturale che io abbia più domande “tecniche” che di trama. Il mondo dove vivono i due ragazzi, non viene particolrmente raccontato e così, nemmeno la congrega delle Falci. Tutto quello che siappiamo, ci viene detto perchè serve in quel momento e non per permetterci di avere una visione più ampia.

Certo, abbiamo dei piccoli sprazzi di vita vissuta con alcune pagine dei diari di alcune Falci, ma nemmeno questo basta. Non c’è tecnica dei combattimenti ma nemmeno grandi scene di momenti vissuti, non sappiamo su che materiale gli apprendisti studino, se ci sono dei libri certificati o se ogni Falce decide in base alle sue preferenze e varie regole che potrebbero servire alla comprensione di un mondo “chiuso”. Non sappiamo nemmeno dove vadano a fare rifornimento di erbe per i veleni, e nemmeno come gestiscono le armi in loro possesso (se a tutti vengono date le stese o se una volta diventati Falci ufficiali possono prendere solo quello che vogliono).

Stranamente invece, ho apprezzato più le donne degli uomini.

Per chi mi conosce da un pò, sa che ho molti problemi con le protagoniste ma Citra (che per me ormai è Cita), è riuscita a farmi apprezzare un personaggio così poco convenzionale. Non che sia estremamente stravagante, ma non presenta molti tratti “femminili” e la sua durezza esteriore è in linea con i suoi pensieri ed il suo percorso psicologico avviene in modo graduale e sempre con una certa umanità.

Diciamo che l’ho trovata estremamente credibile, se non fosse per lo scivolone finale, dopo la confessione fatta a… ****.

Spezzo invece una lancia in fronte a Rowan, che è la mia delusione più cocente.

Ci sonopersonaggi che possono non piacere, quello va a gusto e sinceramente se parliamo dell’antagonista, il fatto che venga odiato significa che è un personaggio riuscito. Ecco, lui invece, per me è quello più finto sulla faccia della terra.

Mi rendo conto che ci voleva un secondo protagonista per porare avanti una storia come questa, ma dal primo momento che l’ho visto, ho provato un certo fastidio.

A prescidere da come lo guardo, lui per me avrà sempre un tabellone luminoso sopra la testa che riporta a lettere cubitali FALSOH.

Giusto per farmi un’idea, sono andata a vedere le trame dei successivi e… no, nessuno spoiler ma ho riso malissimo.

La sua crescita mi è sembrata forzata, viene fatto vivere come una macchina e ciò che lo smuove non ha assolutamente senso per una futura Falce. Ovviamente non posso dirvi se lo diventa o meno, però posso dire che da quello che ci viene detto, non rientrerebbe nelle linee guida. Così come Maestro Goddard, che però è una Falce. E suo nuovo mentore.

Le immagini su di lui però sono interessanti, perchè gli viene assegnata una fisicità degna di nota. Spero vivamente che nei seguiti vada meglio, altrimenti mi viene l’orticaria.

Altri personaggi di grande rilievo, sono pochini.

Abbiamo Maestro Faraday, loro primo mentore che cerca di vivere la sua vita di falce in modo dignitoso e privo di fronzoli inutili; Madame Marie, nuovo mentore di Citra, che ha una forza e una compassione meravigliosa; Maestro Goddard, nuovo mentore di Rowan e sarebbe meglio perderlo che trovarlo… più Falci di contorno, visti più o meno di sfuggita, senza aver poi tanti dettagli.

INSOMMA, la più grande lacuna del libro è la mancanza di veri dettagli e qualche cosa che si avvicina al trash da sopopera spagnola di quarto livello. Il resto è molto godibile ed interessante, vale la pena provare a leggerlo.

martedì 30 aprile 2024

Lasciami andare

Autore: Katie M. Flynn
Pagine: 272
Prezzo: € 17.90
Uscita: 12/05/2020
Genere: Fantascienza
Casa Editrice: Frassinelli
Lilac ha sedici anni, ma non è propriamente una ragazza, almeno non la ragazza che è stata. Quello che è rimasto di lei è la sua coscienza, diventata proprietà della Metis, una società high-tech che conserva le memorie dei morti per reinstallarle in nuovi «corpi»: i più poveri sono inseriti in oggetti di uso comune, i più fortunati in umanoidi tanto raffinati da sembrare donne e uomini. Sono i compagni, androidi di nuova generazione, e sono destinati ad arricchire le tasche della Metis e l’esistenza di chi è rimasto in vita dopo un’epidemia che ha decimato la popolazione. Per sopravvivere, i vivi si sono rinchiusi in grandi torri dotate di tutti i comfort. Completamente isolati. Lilac è stata assegnata a una ragazzina della sua età, alla quale racconta com’era il mondo ai suoi tempi. Lilac ricostruisce così la propria memoria, fino al momento della sua morte. Rendendosi conto di essere stata uccisa. Quanto tempo è passato da quel momento? Può ancora cercare il suo assassino e vendicarsi? Può ribellarsi alle leggi della Metis uscendo dalla torre per fare giustizia? La risposta è sempre sì, e Lilac attraverserà questo nuovo mondo per scoprire quanto di umano è rimasto in lei.


Recensione: Il genere umano cos’è disposto a fare per vivere per sempre? Barattare parte della propria umanità per vivere più tempo degli altri?

Argomento controverso, quello dell’immortalità mischiata alla tecnologia.

Lasciami andare è un libro che ha accenni molto attuali, dato che parla di virus, contagio e isolamento da pandemia ma, ha anche qualcosa di più.

Questa storia ha come protagoniste tante voci, un mix tra chi può vivere in eterno e chi ha invece una vita limitatamente umana. Ci sono sogni infranti, sogni irrealizzabili, decisioni moralmente discutibili, vendetta, paura, perdono e tanti cambiamenti che nessuno aveva preso in considerazione. Ci sono scelte sofferte, perdite di anima e ribaltamenti sociali.

Lilac, una una ragazza che dopo la sua morte è stata salvata e trasferita in un corpo bionico, non ha grandi ricordi della sua morte ma una cosa la sa bene; vuole ritrovare la sua amica Nikki. Peccato però, che ora la sua vita sia quella di essere una Compagna, ovvero essere di compagnia di qualcuno.

Qualcosa però in lei non va, perché non sempre risponde ai comandi che le vengono impartiti. Sembra aver mantenuta una personalità propria, che va in conflitto con tutte le misure di sicurezza della mente cibernetica. Questo “mal funzionamento” la spinge ad andare via dalla famiglia che l’ha noleggiata e a diventare una fuggitiva.

Nel suo pellegrinaggio, che dura sedici anni, incontrerà pochi altri compagni come lei e persone con pensieri contrastanti sulla sua figura.

Ho affrontato questa lettura con timore, considerato il periodo ed estrema ignoranza, perché avevo dimenticato quasi subito la trama. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, non sapevo dove sarebbe finita la linea narrativa e soprattutto, non sapevo se mai avrei finito la lettura.

Come molti altri, in questi mesi ho sofferto molto con le storie, quasi perdendo l’interesse alla lettura e quindi, ogni anteprima accettata poteva essere considerata uno sport estremo.

Amo le sfide.

Per un certo periodo, credevo che il tutto volesse parlare dei virus, dell’umanità che combatte contro una piaga impalpabile, del futuro e delle rinascita. Insomma, credevo che fosse un pò quel tipo di distopico che tanto amiamo leggere, quello che la gente brama per avere almeno una vaga idea di quello che potrebbe essere un possibile futuro.

Poi, ho capito che in realtà “le distanze” servivano non tanto a parlare della società ma solo a creare il pretesto giusto per rendere più credibili i Compagni e tutto quello che ci sta dietro.

Come dicevo sopra, il mix è estremamente controverso e tutti abbiamo un’idea che la riguarda.
Chi è favorevole al trasferimento dei propri ricordi per poi trasferirli in una macchina simile all’uomo, chi preferisce vivere per il tempo che gli viene concesso e basta.

Chi li accetta ma li considera solo delle macchine, chi invece continua ad umanizzarli.

Lilac, la nostra principale protagonista, tocca con mano tutte le sfumature che la vita e la società riserva a queste macchine ma come ci insegna, è estremamente labile la linea che divide l’essere umano dalla tecnologia.

In generale è stata una buona lettura. Ci sono molti spunti da prendere in considerazione perché meritano attenzione (le macchine possono essere realmente pericolose, se lasciate libere? si può comunque amare, anche se molte delle sensazioni sono più che altro un ricordo?) e non si inceppa quasi mai per quanto riguarda la fluidità di lettura.

Però.

Però ci sono parti che mi hanno lasciata un pò perplessa, scene che mi hanno portato a domandarmi più volte “cosa c’entra questo?”. Pensavo che alla fine tutto avrebbe avuto un senso, ma non è stato così.

Ho avuto l’impressione che ad un certo punto, si fossero formate due storie e che entrambe cercassero di vivere di vita propria, senza però toccarsi troppo. Un pò come due gemelli che di punto in bianco, vogliono essere due individui unici. Non che sia esattamente un male, però alla fine ho sentito la mancanza di un fattore che legasse tutto e a parer mio, a conti fatti la storia non mi ha detto nulla.

Lo so, ho detto che ci sono buoni spunti per delle riflessioni ma nel libro non ti forniscono risposte. Non che le pretenda ma qualcosa mi si deve pur dire. Diciamo che mi ha dato l’idea di uno che lancia il sasso e poi ritrae la mano…

Chi ricorda non muore mai.

venerdì 26 aprile 2024

Heartstopper #1

Autore: Alice Oseman
Pagine: 288
Prezzo: €17
Uscita: 12/05/2020
Genere: Narrativa, Graphic Novel
Casa Editrice: Mondadori
Charlie e Nick frequentano la stessa scuola ma non si sono mai conosciuti. Fino a un giorno in cui si trovano casualmente seduti l’uno accanto all’altro. Diventano subito amici. Anzi di più. Charlie si innamora perdutamente di Nick anche se pensa di non avere alcuna possibilità. Ma l’amore è sempre sorprendente e anche Nick si scopre attratto da Charlie. Molto di più di quanto i due ragazzi potessero immaginare. Le piccole cose che Nick e Charlie vivono compongono qualcosa di grande, che parla a tutti noi di amore, amicizia, lealtà così come dei momenti difficili della vita.


Recensione: Adoro i fumetti, ma sono quel tipo di lettura che solitamente non porto qui, perchè trovo sempre un pò difficile raccontare quello che il mio occhio percepisce.


Rispetto alla lettura di un libro, una storia illustrata ha modo di poter raccontare solo usando le espessioni o i gesti dei personaggi. Diciamo che è la cosa più vicina alla vita vera che mi possa venire in mente. In questo caso poi, è tutto molto visivo perchè la storia è fatta soprattutto di occhiate sfuggenti e sorrisi rubati al cuore.



Charlie è un ragazzo molto carino ma non esattamente popolare. Quel tipo di persona che sta un pò in mezzo, non amato ma nemmeno odiato, che però ha un “difetto” che a quell’età crea sempre un pò di problemi; è gay. Nulla di male in realtà, ma nell’adolescenza per molti è un tipo di confessione che non si sa bene come gestire e molti nella sua scuola, lo tengono un pò alla larga senza però esser cattivi. Semplicemente, nessuno ha detto loro come ci si debba comportare ma a molti, è stato detto di evitare gente come lui. Perchè? Una forma di omofobia, anche se lieve, serpeggia da molti (troppi) anni nella nostra quotidianità.

Un giorno però fa amicizia con Nick, un bel ragazzo sportivo della sua scuola a cui non interessa l’orientamento sessuale della gente. I due legano subito e riescono a costruire una certa routine che a lungo andare, stupisce un pò tutti a scuola perchè uno convince l’altro ad entrare nella squadra sportiva della scuola e l’altro riesce a dargli una certa felicità che mai aveva provato.

Una meravigliosa amicizia li avvolge.

O forse è amore?



Non è una storia forzatamente sdolcinata, ma non è nemmeno una storia priva di dolore.

Charlie deve affrontare un ex estremamente vendicativo, che per del tempo si è approfittato della situazione e della gentilezza del ragazzo per poter avere delle “gioie” doppie senza dare spiegazioni. Deve affrontare l’indifferenza di alcuni e anche il vivere bene dopo il suo coming out (tenete presente che va in una scuola maschile).

Nick a sua volta, deve affrontare un nuovo cambiamento del suo corpo, che mai aveva preso in considerazione; gli piacciono i ragazzi? Immaginatevi come possa sentirsi una persona che non si è mai posto la domanda, e all’improvviso sente cose così diverse!

Non è una storia autoconclusiva, ad oggi in inglese ci sono ben tre volumi (mi sono spoilerata già un sacco di roba) ed io sono già in astinenza di loro due.

Anche prchè questo volume finisce in un modo che… beh, quando ho girato l’ultima pagina ho urlato dalla frustrazione. DEVO vedere come prosegue.

mercoledì 24 aprile 2024

Questo libro è fuori di testa. It’s All In Your Head

Autore: Rae Earl
Pagine: 261
Prezzo: € 16
Uscita: 15/11/2018
Genere: Psicologia; Autostima
Casa Editrice: Sonda
Leggendo questo libro scoprirai che: Il cibo messicano dovrebbe diventare virale. La biancheria intima non dovrebbe avere la dimensione di un filo interdentale. Stare bene di testa è l’unica cosa che ti serve per essere te stesso al 100% e al tuo meglio. «Da giovane ho avuto un esaurimento nervoso. Combattere il DOC (disturbo ossessivo compulsivo) e un disturbo alimentare mi ha messo a dura prova, ma sono sopravvissuta. Ho imparato a prendermi cura di me stessa e ora voglio condividere consigli e informazioni che i medici e gli psicologi non ti diranno mai. Ricordati che non sei solo.» (Earl, Rae) Ti senti triste, sotto pressione o incompreso, e non sai bene perché? Questo libro ti racconta come tenere a freno l’ansia e su di giri l’autostima, come scacciare i pensieri negativi e gestire bene le relazioni sui social e nella vita reale.


Recensione: Stare male non è una cosa di cui andar fieri, ma non ci rende unici.

Tutti noi abbiamo delle difficoltà, tutti devono affrontare un dolore o un disagio, ma quando si parla di problemi mentali, c’è ancora tanta ignoranza.

Sembra difficile far accettare al mondo che aver delle ansie o delle ossessioni, non fa di noi delle persone stupide e/o pericolose. Pare ancora più difficile, far capire però quanto sia debilitante vivere una vita “normale” quando la mente viaggia su binari differenti. Non siamo malati come chi ha una disabilità intellettiva, siamo però diversi dalla media.


Questo libro, che non vuole essere un manuale sostitutivo alla consulenza medica, racconta un po’ le varie tipologie di ansie e/o ossessioni e di come una persona può viverci al meglio delle sue possibilità.

Parla di come bisogna accettare il fatto che non siamo gli unici ad esser così, che esiste sempre una cura ma che è un percorso lungo, che il detto “volere è potere” non è una chimera e che è assolutamente possibile vivere serenamente.

Trovo che sia una lettura interessante anche per chi non ha nessun tipo di difficoltà, perché mette in luce alcuni meccanismi di pensiero che spesso sono difficili da descrivere. Ad esempio, se io avessi un attacco di panico, mi risulterebbe difficile poi spiegare a chi mi sta vicino perché sono stata male, anche se fino a quel momento sembrava tutto normale. Facendolo raccontare da una terza persona, è indubbiamente più semplice e ammettiamolo, è anche meno imbarazzante.

Perché alcuni di noi, si sminuiscono a tal punto da vergognarsi e spiegare dei sentimenti ci mette a disagio. Spesso mentiamo.

Quindi ecco, questo libro fa bene ed è grazie a questo e a Seli, che ho deciso che tenere un diario sarebbe stata un’ottima idea. Perché è più semplice mettersi a nudo.

lunedì 22 aprile 2024

La nona casa. Ninth House

Autore: Leigh Bardugo
Pagine: 420
Prezzo: € 19.90
Uscita: 05/05/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Galaxy “Alex” Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent’anni, è l’unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l’impensabile. Ancora costretta in un letto d’ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov’è l’inganno? E perché proprio lei? Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto “tombe” senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.


Recensione: Per me è no.

Lo so, un pò brutto iniziare una qualsiasi recensione con una frase di questo tipo, soprattutto se si parla di un libro che ancora deve uscire.

Avevo grandi aspettative, leggendo la trama ne ero rimasta affascinata ed ero pronta alla lettura. Sarà stato il periodo in quarantena, sarà che sono quel tipo di persona che critica tutto e tutti, ma questo libro è uno dei più noiosi che io abbia letto in questi ultimi anni.

Ne sono estremamente dispiaciuta.

La cover attira molto l’attenzione, sono commossa dal fatto che abbiano deciso di lasciarla quasi del tutto uguale all’originale, ma a conti questo non basta a salvarlo.


Alex, la nostra protagonista, ha vissuto i primi anni della sua vita in modo molto difficile, abbandonata e lasciata crescere allo sbaraglio, viene poi imprigionata nelle spire del disagio umano e dalle droghe.

Quando tutto sembra ormai andare alla deriva, ecco che arriva il miracolo. Qualcuno le propone una bosta di studio a Yale, completamente pagata, in cambio di un favore; mettere a disposizione i suoi poteri. Perchè no, Alex non è una disadattata mentale che ha delle visioni fantascentifiche, quello che vede sono i Grigi, dei fantasmi che solitamente non fanno del male a nessuno perchè non hanno modo di avere dei contatti coi vivi.

Dico solitamente, perchè la sfiga non viaggia mai da sola.

Alex veste i panni del nuovo Dante e come tale, ha la particolarità di fare cose che nessun’altro può fare. Lei parla con alcuni di questi Grigi e per chiudere in bellezza, c’è chi la vuole fuori dai giochi.

Lei non è la classica protagonista che subisce tutto, non accetta imposizioni e non copre la carica della fanciulla indifesa. Sarebbero le basi per un peronaggio molto forte, ma l’unica cosa di forte che ho recepito, è quella di volermi stressare a tutti i costi!

Dopo un capitolo ero già pronta ad alzarmi e andare a darle quattro ceffoni. Ok, io ho spesso dei problemi con le protagoniste donne, ma in una scala da uno a dieci, il mio odio arriva a dodici.

Simpatie a parte, il vero problema di questo libro è che è “troppo”.

Non nutro un grande amore per le storie prolisse, sono dell’idea che i dettagli siano molto importanti ma quando diventano la colonna principale, allora c’è qualcosa che non va in tutto il resto. Siamo solo al primo, magari serviva solo per gettare delle solide fondamenta per il futuro, ma non mi ha assolutamente convinto.

Consiglio la lettura solo a chi piace questo tipo di genere, perchè se siete un pò come me, non arriveremo mai ad apprezzare pienamente un libro che annoia per più della metà della lettura.

venerdì 19 aprile 2024

La maledizione di Bloody Mary

Autore: Barbara Gozzi
Pagine: 176
Prezzo: € 12.90
Uscita: 26 ottobre 2021
Genere: Horror
Casa Editrice: Fabbri
Viola si è appena trasferita a Sanguinara, un piccolo paese che sorge sulle rive di un lago dalle acque scure e inquietanti. Come se non bastasse questa strana atmosfera, l’inizio nella nuova scuola non è proprio dei migliori. Da quando è arrivata lei, accadono cose strane: lampade precipitano dal soffitto, sedie si rompono all’improvviso… e a essere coinvolti in questi inspiegabili incidenti sono sempre Viola e tre dei suoi compagni, Salvo, Angelica e Luca. Non solo. Viola ha l’impressione di essere continuamente osservata, e spesso sente una voce che la chiama, come se cercasse di farla avvicinare… ma a chi? Dopo orrende disavventure e indagini maldestre, i quattro ragazzi scopriranno che il fantasma di Bloody Mary, la strega bruciata al rogo secoli prima, sta dando loro la caccia! E che a condannarli è una terribile maledizione…


Recensione: Viola è la forestiera di Sanguinara, un luogo sperduto sulle rive del lago.
Si trasferisce lì con sua madre, nella casa che un tempo era dei suoi nonni paterni, per cercare una nuova stabilità dopo un lutto. Nuova vita, nuova scuola, nuove avventure… e nuovi problemi. Perché da quando è iniziata la scuola, cose strane accadono sempre quando lei è nei paraggi. Plafoniere che cadono, sedie che si rompono sono solo alcune delle catastrofi di cui è testimone e tutti iniziano a pensare che porti sfortuna. In particolare, tre compagni che sembrano aver attirato su di sé questa malasorte: Salvo, Angelica e Luca. Loro non prendono molto bene il cambiamento e se la prendono con Viola, fino al giorno in cui capiscono che anche lei è una vittima. Ma di chi?
Il fantasma di Bloody Mary sembra averli puntati e solo scavando nel loro passato riusciranno a capire cosa li accomuna.
Dovranno lottare contro il tempo per capire come spezzare la maledizione e porre fine a tutto.

La creepypasta è un genere che mi diverte molto, perché generalmente sono brevi racconti dell’orrore dalle tematiche più disparate. Basta un minuscolo spunto su una notizia, una leggenda metropolitana, un gioco o una storia comune, per creare un qualcosa che faccia perdere il sonno a chi ascolta. Tenete presente che Slender Man è nato in questo modo ma non è l’unico.
Sono quindi sempre molto contenta di leggere qualcosa in merito ma, a malincuore, sono rimasta molto delusa da questo libro.

Capisco che essendo fuori target, non avrei dovuto avere grandi aspettative ma la storia è di una tale banalità che il colpo di scena, al posto di sorprendermi, mi ha fatto alzare gli occhi al cielo. Non ho nulla contro le storie semplici, se funzionano sono la prima a consigliarle ma c’è una grande differenza tra quello ed il saltellare da scena a scena lasciando buchi di trama grandi quanto la fossa delle marianne.
Capisco anche che ai bambini o ai ragazzi possa non piacere un tomo alla King (va a gusti), questo però non giustifica il trattarli come un branco di scimmie urlatrici dal cervello grande quanto una nocciolina. Insomma, anche loro si accorgono che manca roba.
Oltre al fatto che la storia di Bloody Mary è abbastanza diversa da quella “originale” (lo dico facendo le virgolette con le mani perché non c’è una vera e ufficiale, esistono alcune varianti e a modo loro sono tutte vere). Certo, non sono una purista e posso pensare che sia stata creata per adattarsi a questo libro ma alla fine della fiera è tutto troppo fumo e niente arrosto.

Salvo e Luca, i ragazzi del gruppo, sono di una inutilità incredibile. Salvo addirittura diventa un pericolo verso la metà della lettura e nessuno dice nulla, alla fine poi succede una cosa che mi ha costretto a rileggere i due capitoli che lo precedono perché pensavo di essermi persa dei pezzi. Prima sbatte i piedi a terra come il peggiore dei bambini capricciosi e poi bon, tutti amici come prima. Angelica non è migliore.

Per mia fortuna, di questa linea ci sono solo due titoli.

mercoledì 17 aprile 2024

Papillon

Autore: Henri Charrière
Pagine: 679
Prezzo: € 10
Uscita: 9 dicembre 2014
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Mondadori
Accusato di un omicidio che non ha commesso, Henri Charrière, detto Papillon per la farfalla tatuata sul torace, venticinquenne, viene condannato all’ergastolo. Non fa tragedie, non denuncia nessuno. Non ricorre neppure in appello. La sua sola speranza è la fuga. Quello che sembra avere tutte le caratteristiche di un fantasioso romanzo d’avventura è invece una straordinaria storia vera: le vicende narrate dall’autore e protagonista sono in realtà ricordi di trent’anni trascorsi nelle peggiori galere del mondo, tra la Caienna e l’Isola del Diavolo, dove il sole brucia tutto e l’oceano si perde all’orizzonte. Anni consumati nella fatica di sopravvivere e in tentativi di fuga sempre più rocamboleschi.

Recensione: Henri Charrière, detto Papillon, viene accusato di omicidio e per uno scherzo del destino, si aggiudica il massimo della pena; l’ergastolo.
Sentenza che sente ingiustificata, decide che lui al Bagno non ci arriverà mai e l’unica possibilità concreta, è la fuga.
Nei tredici quaderni che avremo modo di leggere, apprenderemo ogni suo tentativo andato a male e conosceremo tutte le persone che in qualche modo hanno influenzato il corso della sua vita.

Possiedo questo libro da svariati anni e dal giorno in cui l’ho comprato, ho sempre avuto voglia di leggerlo ma allo stesso tempo, ho sempre trovato il momento “inadatto”.
Parliamo di un romanzo autobiografico, genere che tendo a non amare moltissimo però è anche la storia di un fuggiasco, cosa che invece mi alletta molto… insomma, ho procrastinato fin quando ho potuto ma il suo tempo, quest’anno è giunto.

Ne ho letto solo metà.
Ebbene sì, ecco a voi il mio primo abbandono del 2024.
Sono conscia che una recensione su un libro non finito, sia un pò una fuffa ma per onestà verso tutti, non potevo non condividere le mie motivazioni. In fin dei conti, il mio (nostro) obiettivo è quello di parlare di ciò che mi passa tra le mani, bello o brutto che sia.
Quindi, ciancio alle bande, cosa mi ha portato a chiuderlo prematuramente?

Come dicevo, Papillon è autobiografico e anche se è indubbiamente romanzato, mi aspettavo molto più coinvolgimento.
Non che voglia sapere esattamente quante frustate riceve uno o quanto può essere doloroso e snervante l’inserimento del bossolo ma, avrei gradito più dettagli emotivi. L’unico punto in cui ho trovato questo è stato durante la sua breve permanenza tra gli Indios ma è cascato tutto nell’esatto momento in cui ha deciso di andare via (sì, questo è uno spoiler/non spoiler).
Ho cercato in tutti i modi di trovare una connessione con lui, ho cercato di ricostruire mentalmente cosa volesse dire vivere in un carcere dove la tua vita non conta nulla, ho cercato di sentire la sua fame, il freddo, la vergogna e la paura ma appunto, io ho cercato qualcosa mentre lui scriveva per la maggior parte del tempo come se fosse dietro un vetro sporco. C’erano così tanti sentimenti appannati che alla fine mi rimaneva addosso solo il fatto che chi vorticava intorno a lui, lo investiva di aiuto senza aspettarsi nulla in cambio.
Ecco, forse è stato questo il mio problema più grande.

Immaginiamo di venire arrestati e di esser sbattuti ingiustamente in galera.
Immaginiamo di venir trattati con freddezza subito dopo la sentenza e di finire rinchiusi in una piccola cella al buio e soli.
Immaginiamo di prendere coscienza del fatto che da quella situazione non ne usciremo mai.
Immaginiamo di dover esser condividere lo stesso luogo con gente veramente balorda, che ti farebbe volentieri la pelle per due spicci.
Immaginiamo lo sporco, la fame, la fatica, i soprusi.
Ecco, immaginiamo il degrado.
Poi, immaginiamo Lui, giovane e furbo.
Prendete tutto quello che avete immaginato prima e aggiungeteci: Piccola cella al buio e in solitudine? Nessun problema, arriverà un prete e riuscirete a convincerlo a portare un biglietto ad un tizio che è nelle stesse condizioni, per farvi aiutare.
I carcerati che staranno con voi, sono dei balordi abituati a uccidere/far del male alla gente? No problem, anche se non avete mai fatto del male a nessuno, sapete menar le mani come dei professionisti e riuscirete a scovare un prezioso taglierino.
Vi mettono in una cella di isolamento, perché avete ustionato qualcuno fino a farlo diventare più stordo di prima e mentre vi ci portano, vi spaccate in ogni dove e non riuscite nemmeno a mangiare? Che vuoi che sia, ci sarà qualcuno che vi aiuterà senza esser visto, solo perché adesso è salito di livello grazie a te.
Dovete trovare un modo per distrarre una guardia, così potete scappare? Casualmente farete amicizia con un ragazzo pronto a farsi usare come giocattolino.
Siete dispersi nel mare, non sapete più dove trovare terra e non potete proteggervi dal sole? Incredibilmente incontrerete una nave pronta a darvi indicazioni e qualcuno vi regalerà della crema.
Vi serve una nave sicura? Prego, andate su quell’isola di malati che nessuno calcola per paura del contagio, loro saranno disponibili e già che ci siamo, visto che effettivamente siete andati lì senza paura, il prezzo della barca verrà ridotto perché insomma, perché non aiutare degli sconosciuti?

Ecco, io l’ho vissuta così.
Per ogni cosa che va male, sembra che arrivi la dea della fortuna in persona a sistemare tutto. Che poi, non è vero. Insomma, lo so anche io che nella realtà gli atti di gentilezza disinteressati non sono molti, soprattutto in condizioni al limite come quelle di Papillon ma è quello che ho percepito e quindi, mi spiace, però no.