Titolo: L'Artista della Morte
Titolo originale: Los cuadros del anatomista
Autore: Alejandro Arís
Pagine: 352
Titolo originale: Los cuadros del anatomista
Autore: Alejandro Arís
Pagine: 352
Prezzo: 9,90 €
Trama: Washington, 1968. Dopo aver trascorso più di due anni nell’inferno del Vietnam, il dottor Kenneth Philbin è ormai abituato ad affrontare le atroci sofferenze dei feriti e a confrontarsi quotidianamente con l’orrore della morte. Tuttavia neanche lui può rimanere indifferente davanti a uno spettacolo così macabro e inquietante: un uomo seminudo crocifisso ai pali di sostegno di un molo. Poco sopra la testa della vittima, è stato inchiodato un foglietto con scritto «Salvador», mentre sull’acqua sottostante c’è una piccola imbarcazione. Sebbene Kenneth, in qualità di chirurgo del pronto soccorso, sia stato convocato dalla polizia solo per certificare la causa della morte, è lui il primo a capire che la scena del crimine è l’esatta riproduzione di un celebre quadro di Salvador Dalì, il Cristo di san Giovanni della Croce. E, nel giro di pochi giorni, arriva un’altra drammatica conferma: la polizia infatti trova un cadavere disposto in modo da raffigurare l’Uomo vitruviano di Leonardo. Ma è la maestria con cui il corpo è stato sezionato a mettere in allarme Kenneth: l’omicida non è ossessionato soltanto dalle opere d’arte, ma anche dal corpo umano, ed è chiaro che ha una profonda conoscenza dell’anatomia e una straordinaria abilità chirurgica. Forse l’assassino è molto più vicino di quanto Kenneth possa immaginare, ed è proprio a lui che ha lanciato la sfida…
Scarabocchio: Sono mesi che volevo leggere questo libro ma un po’ per tempo e un po’ per timore, ho sempre rimandato. Come molte alcuni lettori, cerco sempre di dare una possibilità ad uno scrittore che ci propone l’ennesima storia vista e stravista, indipendentemente dal gene MA, sono molto fissata sull’Horror e tutto quello che potrebbe essere potenzialmente macabro.
Questo libro, con lo scrittore di Barcellona e dalla trama truculenta, mi ha fatto sperare bene. Chi mi conosce però, sa bene che sono difficile (soprattutto in questo periodo) e che trovo sempre una falla, anche in libri da premio.
La trama di per se è una delle solite.
Un Buono (sempre bello, intelligente non solo nel suo campo ma con la mente aperta per tutto il resto, sempre presente nel momento del bisogno, sempre pedina all’inizio e vittima per il gran finale), un Poliziotto (non sempre utile), un Aiutante o più (intelligentissimo/i ma sempre con l’idea che il Buono sia perfetto), la Bella (normalmente la sua presenza è inutile, bellissima e che non resiste al fascino del Buono, solitamente vicina in un modo o nell’altro al Cattivo) e il Cattivo (Cattivo ovviamente, con un’intelligenza particolare, disadattato per qualche motivo, sempre propenso a dare spiegazioni alla fine, con emozioni sempre di ghiaccio tranne alla fine).
Nemmeno questa volta veniamo delusi in tal proposito!
Dott. Ken il Buono, un Chirurgo eccellente che ha praticato in Vietnam durante la guerre e che dopo essere tornato a viene assegnato ad un compito minore perché anche se è bravissimo (ovviamente) deve comunque continuare gli studi ed essendo arrivato quanto i corsi erano già iniziati, dovrà prendersi un anno sabbatico dallo studio. Il Nostro eroe però viene assegnato ad una nuova iniziativa della Polizia, che prevede il suo intervento ogni volta che ce ne sarà bisogno. Qui troviamo il Poliziotto, un personaggio abbastanza inutile che però, ci accompagnerà con la sua vitalità da cadaverillo e che sarà utile in pratica solo alla fine. Con il Buono, troviamo i due Aiutanti, il giovane Dott. Simone (Italiano, bellissimo, intelligentissimo e bravissimo con le donne) che con la sua mente pronta lo aiuta a svelare dei misteri e il padre del Buono. In contemporanea abbiamo anche la Bella, infermiera bellissima che fondamentalmente non farà nulla, tranne forse portarlo direttamente nelle grinfie dell’assassino. Per ultimo ma non meno importante, c’è il Cattivo (sempre intelligente, piacente, freddo e insospettabile) o Anatomista (come viene soprannominato dal Poliziotto) che si rivelerà quando meno uno se lo aspetti (non è vero, io l’avevo capito appena l’ho visto) e che ovviamente, da bravo paladino della malvagità, si metterà poi a spiegarci perché è arrivato a fare tutto sta carneficina.
Dove sta il bello?
Lo scrittore è assolutamente accurato nelle descrizioni delle varie torture e delle varie reazioni dei pazienti (questo va oltre una buona documentazione, lui SA come bisogna muoversi). L’unica pecca, che mi ha reso più difficile la lettura, è stato che per quanto l’idea possa essere strutturata bene, in pratica manca di quell’energia che ci si aspetterebbe. Non è noioso ma nemmeno esaltante.
Un vero peccato, però essendo il suo primo libro, glielo si può perdonare… Sono in ansia per leggere i prossimi e vedere se il suo percorso migliora. Spero proprio di si visto che secondo me ha tutte le carte per diventare uno scrittore con i fiocchi!