mercoledì 15 giugno 2016

Avevano spento anche le stelle

Titolo: Avevano spento anche le stelle
Autore: Jennifer Roy
Pagine: 222
Prezzo: € 9.90 cartaceo - € 4.99 ebook
Trama: Per oltre cinquant'anni dalla fine della guerra, Syvia, come tanti altri sopravvissuti all'Olocausto, si rifiuta di parlare del tempo trascorso nel ghetto di Łódz, in Polonia. Seppellisce il passato e guarda avanti. A un certo punto, però, si rende conto che è importante condividere la sua esperienza e così inizia a raccontare la sua storia alla nipote: dalla vita tranquilla nel ghetto, ai primi rastrellamenti degli ebrei, al tentativo del padre di nasconderla in una buca scavata nel cimitero e sottrarla così alla ferocia nazista. Fino a quando l’intera famiglia sarà in pericolo e Syvia rischierà la vita. Una storia vera, di disperazione e di salvezza insieme.

Scarabocchio: Avevano spento anche le stelle è un libro vero. Vero come la storia raccontata dagli occhi una bambina che ha vissuto per anni nel ghetto di Łódz, in Polonia. 
Syvia ci spiega com'è stato vivere in quel posto, dei problemi e delle piccole gioie ma anche del pericolo per la vita dei propri cari e della speranza.


Grazie ancora Simona, per il piccolo augurio!

Mi aspettavo un racconto potente. 
Uno di quei resoconti struggenti dove raccontano un periodo difficile e tremendo. 
Nell'immaginario di chi non ha vissuto nemmeno di striscio quel periodo, queste storie rappresentano una finestra e come tali, vorremmo conoscere tutto. 

Le parole di Syvia, ci danno l'impressione che quel periodo sia stato difficile e come potrebbe essere altrimenti? Essere ebrei era un difetto ma come poteva capirlo una bambina di quattro anni? Come poteva capire l'odio dei nazisti? Come spiegarle che le persone che venivano portate via, probabilmente sarebbero morte nei campi di concentramento?
Il suo racconto, in prosa (aiuto), ci svela quasi passo per passo la sua vita. Prima da semplice bambina rinchiusa in un ghetto, poi a reclusa per avere salva la vita. 

A posteriori, mi rendo conto della paura che la perseguita. Ogni giorno che passa, diventa sempre più insistente e vicina, trasformandola in una persona più matura rispetto ad altri bambini. 
Però, mentre leggevo il libro (finito in una giornata), non ho provato quasi nulla. Lo so, pare na cosa brutta ed effettivamente non mi è piaciuta questa sensazione perché, per quanto sia una cosa raccontata e vissuta da una bambina, certi dettagli e certe situazioni, sono comunque state vissute ed assimilate. Stento a credere che Syvia abbia raccontato alla nipote così poche cose, così pochi dettagli. 
Mi aspettavo di più, mi aspettavo qualcosa di diverso.

Per carità, un'esperienza che va assolutamente ricordata in modo da non dimenticarci di quel periodo ma non è scritto in modo che lasci il segno nella mia memoria. 
Ho apprezzato però le informazioni all'inizio dei capitoli. Se fossero stati più lunghi o più frequenti, secondo me sarebbe stato meglio. 

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“Ciò che è stato scritto senza passione verrà letto senza piacere”
(Samuel Johnson)

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