Pagine: 112
Prezzo: € 18
Uscita: 27/06/2019
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Shockdom
Il forte sopravvive, il debole muore. È l’unica legge della Natura: ora che gli umani non ci sono più e la Terra è andata avanti senza di loro, tutto ciò che resta è questo. Se sei una preda, i cacciatori ti uccideranno. È inevitabile. Non per Bianca. Bianca ha deciso di ribellarsi, e combattere. E cerca vendetta.
Recensione: La gerarchia della natura impone che ci sia sempre un predatore ed una preda.
Tutti noi abbiamo sopra la nostra testa un qualcosa che può ucciderci, non importa che sia grande e con gli artigli o quasi invisibile al nostro occhio, il fatto è che siamo sempre la preda di qualcun’altro.
Bianca è una pecorella e scopre questo ciclo nel peggiore dei modi; vede morire sua madre, sbranata mentre è ancora viva dai carnivori. Per qualche strano motivo, il capo del clan la “risparmia” con la promessa di mangiarla in futuro, quando sarà diventata più grande. Aveva senso? No, e lo scopriranno tutti a loro spese.
Il tempo scorre e lei passa da preda a cacciatore, perché l’unica ragione di vita che le è rimasta, è quella di sterminarli tutti. Bianca è mossa da una cieca vendetta, nulla la può fermare, anche se questo la porterà ad una morte certa.
Ad un passo dal compimento del suo destino, trova e salva una giovane cerbiatta. Le due viaggeranno insieme per un pò, fino a che non troveranno un nuovo branco per la piccola. Ed effettivamente lo trovano, tra le rovine di una vecchia città umana, da cui i carnivori stanno alla larga. Sembra un posto perfetto, e forse anche Bianca può finalmente fermarsi e abbandonare la vendetta che le distrugge il cuore ma il destino ormai è scritto.
Una mattanza per lavare il vuoto lasciato da un’altra mattanza, è forse una cura abbastanza potente per stare meglio, anche se estrema?
No.
Il viaggio di Bianca non finisce lì, tra il sangue ed i corpi di chi l’ha fatta star male, prosegue verso una risposta ed una pace che ha capito di poter trovare da qualche parte, nascosta nel mondo.
Penso ci siano tante cose sbagliate in questa storia, anche se comprendo perfettamente il messaggio di speranza che volevano far passare.
Bianca è l’esempio di come una categoria comunemente passata come “indifesa”, possa in realtà essere estremamente forte. Come dice lei, compensa la mancanza di muscoli ed artigli, con agilità ed intelligenza, diventando quindi un avversaria estremamente valorosa. Però è anche l’esempio di come un forte dolore, possa cambiare qualcuno nel profondo, portandole ad essere quasi più cattive dei loro stessi aguzzini.
Il punto però, secondo il ragionamento di Bianca e di molti altri come lei, seppur non espresso apertamente, è che i carnivori non dovrebbero più esistere.
Trovo questa lettura molto simile ad un documentario.
Quando ne vediamo uno dedicato ad un cerbiatto, ed incappiamo in un momento in cui sono osservati da un branco di lupi, siamo tristi se vediamo morire un cucciolo (ma anche un adulto). Viceversa, se il documentario è dedicato ai lupi e vediamo che perdono una preda, finendo così per non riuscire a mangiare, siamo tristi per loro e per i cuccioli.
Stessa cosa qui.
Bianca ha ragione nel voler una vita migliore e priva di dolore, ma è anche vero che anche i carnivori in qualche modo devono sopravvivere. Il suo distruggere tutto, facendo saltare anche la nursery piena, non solo la porta allo stesso livello delle “persone” che odia ma la mette nella posizione di non poter creare un mondo più equilibrato per tutti.
Lo so, la vendetta rende ciechi, però nessuno prova a fare questo tipo di ragionamento ed è un peccato, perché il fondo di egoismo li rende più “umani” di quello che sarebbero in realtà.