All’inizio il mondo del lavoro mi spaventava moltissimo, perché lavorare con i grandi era un’esperienza che non avevo mai provato.
Quando andai a fare il primo colloquio ero agitatissima ma in un modo o nell’altro sono riuscita a fare buona impressione e mi assunsero al primo colpo. Fortunata, vero? Non proprio.
Sono una segretaria in uno Studio privato a gestione Familiare. Tre fratelli, che hanno capacità differenti, lavorano nello stesso ufficio aiutati dai genitori.
A primo impatto questo per me era il paradiso. Non solo ero pagata (bene) ma potevo lavorare in un ambiente sereno senza avere la rottura di spartirmi il tutto con colleghi (sono l’unica dipendente). Ben presto però il mio sogno andò in frantumi, perché invece di essere uno studio, questo è un asilo.
L’Ingegnere è il più grande dei tre ed è molto educato e pacato. Mi ricorda molto un orsetto lavatore perché ha un po’ di pancia e perché con quella “mascherina” confonde un po’ le idee.
L’Architetto (e Professore) sta a metà sulla scala della “maturità”. Ha un gran cuore ma è anche un gran sciupafemmine, anche se non si può certo definire un figaccione.
L’Avvocato è l’ultimo della prole e anche il più delicato dei tre. Non per il suo tatto o il suo peso ma per il fatto che è ammalato ogni tre per due.
Questi signori, che potrebbero essere tranquillamente i miei genitori, non sono sposati e non hanno figli. In compenso però sono attaccatissimi a Mamma e Papà!
Il mio apprendistato consisteva in una scuola ultra per imparare a muovermi in un ufficio ma in realtà mi sento più una casalinga che segue la casa e i suoi tre monelli.
Certi giorni mi chiedo cosa mi tiene legata a questo posto, poi torno a casa, guardo la mia libreria e capisco! Per carità non mi trattano male ma certe volte, farsi comandare da gente così è veramente difficile. Ad esempio, io metto le mani sopra documenti privati importanti e fondamentalmente nessuno mi dice nulla, volendo potrei farli uscire di qui ma sono una persona con la testa e non lo faccio. Questo lo sanno anche loro e mi piace sapere che si fidano di me, però se mi devi controllare ogni volta la lista delle cose che devo ordinare in cartoleria, mi fai cadere le braccia. Ebbene si, suona strano ma nessuno mi dice nulla per il fatto che ho in mano i loro conti ma devo essere controllata per un semplice ordine che facciamo bene o male ogni mese. Questa storia dura da qualche mese e non da quando sono arrivata. Fondamentalmente noi non ordiniamo molto, solo due scatoloni di carta per le fotocopie, quindi perché devo farmi firmare la lista? Cosa credi che compro qualcosa per me?!
Un’altra cosa che mi fa venire i brividi è che uno di loro non sa fare una Raccomandata. No ma dimmi come hai fatto fino ad oggi!! Per lavoro mandiamo a settimana almeno 3 Raccomandate, quindi, vuoi dirmi che te le sei sempre fatte fare?! Stiamo scherzando, vero? Eh no…
Vogliamo poi parlare del fatto che predicano bene e razzolano male?! Parlano di professionalità e poi si punzecchiano come i bambini… Il nostro vicino, che ha il balcone attaccato al nostro, deve aver rotto il vetro divisorio senza accorgersi perché le crepe sono lì probabilmente da natale. Alla fine del mese scorso, il nostro portinaio (con cui ho un ottimo rapporto) mi chiede se è vero che il vetro incriminato è rotto, perché è giunta una lettera da parte nostra all’amministratore del condominio. Adesso, io capisco tutto ma stiamo parlando dei nostri vicini…. Che ti costa andare a bussare alla loro porta!!! Ma che figura mi fanno fare?? Ora non salutano nemmeno me perché lavoro per “i cafoni”… Roba da matti!
Un’altra cosa che mi manda in bestia è che non hanno capito che io non sono Isi la schiava. Siamo in pochi qui dentro e se io non posso al momento fare una cosa, perché non puoi farla tu? Il famoso pezzo ti carta di ha dato alla testa? Ma con che carta lo fanno? Per caso la lasciano in ammollo nel Rum?! Cavolo, questa cosa è veramente ridicola. Un giorno ero via per lavoro, finisce la carta e cosa fanno? ASPETTANO ME… No ma il numero di telefono del cartolaio è lì che ti guarda! Sei finisce una cosa, lo devo scoprire io perché è il mio lavoro… O che carini, si preoccupano per me, vogliono farmi divertire e mi preparano queste cacce al tesoro *o* ………………. Una volta non ho retto, ho risposto che certe cose io manco le usavo e che se stavano finendo, dovevano dirmelo. La risposta è arrivata fulminea e scioccante, quello di avvisarmi non era il loro lavoro e che io dovevo sapere tutto. Ci sono rimasta quasi male! Ma insomma, che ragionamento è?! Come se a casa finisce il sale e io non lo dico perché fare la spesa non è compito mio…