Autore: Alessandra Giusti
Pagine: 41
Prezzo: €3,99
Trama: Anno 2070. Una città capitale di uno Stato governato dalla dittatura ha imposto come unica religione quella civile dell’Utile, declinandolo nella sua peggiore accezione, inserendo in TV, PC e iPod speciali programmi capaci di influenzare il comportamento della popolazione, oltre a operare un particolare tipo di censura. Ma in un’antichissima città sotterranea si alimenta un progetto collettivo di Rivoluzione organizzato da intellettuali, artisti, esclusi, tra cui Luna, giovane pittrice dissidente.
Tra poesia, humour, avventura, sapienza indios e un amore fuori dall’ordinario, I violini del cosmo ci seduce, invitandoci a cambiare prospettiva, considerando l’altro “divino” perché “portatore di diversità” e a credere nella forza della parola e dell’arte.
Scarabocchio: Quando mi è stata proposta questa lettura, pensavo di trovare un racconto emozionante e coinvolgente. Poi settimana scorsa ho aperto il file e mi sono trovata per le mani 41 pagine.
Ok, nessun problema. I racconti non sono il mio forte ma qualcosa di carino alle volte lo trovo.
I violini del cosmo è un racconto piacevole e con grosse potenzialità ma non viene minimamente sviluppato e quindi non abbiamo alcun approfondimento.
Il buonismo dei genitori di Luna è quasi imbarazzante (e compaiono solo una volta!) e a sua volta Lei è fin troppo facilona dato che segue senza batter ciglio Pablo, un ragazzo che conosce all'improvviso.
Insomma, sono perennemente tenuti sotto controllo, rischiano la perquisizione corporale ad ogni angolo, ma Lei gira come vuole, segue uno sconosciuto che potrebbe essere una spia, gli parla dei suoi sentimenti di protesta, vivono una rivoluzione in dieci righe.... questa è pura follia!
Eppure, se sviluppato, potrebbe venir fuori qualcosa di buono.