Titolo: Tutti i nostri oggi sbagliati
Autore: Elan Mastai
Pagine: 372
Prezzo: € 18.90
Uscita: 18 aprile
"E così fece quello che uno fa quando ha il cuore spezzato e una macchina del tempo: una stupidaggine." Anno 2016. La Terra è un'oasi di pace, progresso e benessere, grazie a un'invenzione tecnologica che ha risolto problemi come l'inquinamento, la povertà, le tensioni sociali. La gente va in vacanza sulla Luna e, ben presto, potrà anche viaggiare nel tempo. Tom Barren è nato in questo mondo, ma si sente fuori luogo. Trentenne senza arte né parte, figlio di uno scienziato che si vergogna della sua inettitudine, orfano della madre, che era l'unica ad amarlo, Tom è innamorato di una ragazza che non lo ricambia ma per la quale sarebbe disposto a tutto. Anche a sfidare le leggi della fisica pur di cancellare un errore fatale. Tornato indietro nel tempo per raddrizzare il corso degli eventi, Tom combina un guaio. E così, una volta catapultato di nuovo nel presente, si ritrova in un mondo disastroso che stenta a riconoscere. Incompetenza tecnologica, inquinamento, caos politico: è il nostro 2016, non il suo. Eppure, in questo oggi sbagliato, Tom scopre di avere una carriera invidiabile, un'intera famiglia che lo ama e forse, finalmente, un'anima gemella. E allora, meglio tentare di restituire all'umanità l'utopia perduta, o restare a godersi la felicità in questo mondo imperfetto?
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La terza persona è confortante perché esercita il controllo, che è una sensazione piacevole quando racconti eventi che sfuggivano così spesso al controllo. È come uno scienziato che descrive un campione biologico visto al microscopio. Ma io non sono il microscopio. Sono la cosa sul vetrino. E non sto scrivendo queste cose per trovarvi conforto.
Se avessi voluto farlo, avrei scritto un romanzo.
Nella narrativa, tutti i dettagli evocativi e rivelatori vanno a unirsi formando un ritratto del mondo. Ma nella vita di ogni giorno, i dettagli, li noti appena. Non ce la fai. Il tuo cervello ci passa sopra, specialmente quando si tratta di casa tua, un luogo che ti sembra a malapena separato dalla tua mente o dal tuo corpo.
Scarabocchio: Tom è un ragazzo nato in un mondo dove la tecnologia si è ampiamente sviluppata. Un 2016 migliore rispetto a quello che abbiamo vissuto noi fino ad ora.
Per quanto però ci siano nei grossi miglioramenti, nulla può contro la sfortuna e lui sembra esserne il Re. Dopo la perdita della madre, viene assunto nell'azienda del padre e questo, invece che essere una nuova occasione per far qualcosa di normale, si trasforma in un completo disastro.
Come?
Basta viaggiare nel passato con l'idea di essere "il primo" e finire per distruggere tutto grazie ad una dimenticanza essenziale.
Tom sarà costretto quindi a vivere in un nuovo 2016, dove le tecnologie futuristiche non sono mai nate. Riuscirà a convivere in questo nuovo mondo e con la schiacciante colpa di aver messo fine alla vita di milioni di persone? Oppure tornerà a casa?
Ma più che altro, dov'è casa?
Detto tra noi, non sapevo bene cosa aspettarmi dal libro.
Sapevo che parlava di viaggi temporali e che il protagonista era un pò... sfigato e pasticcione. Quello che però ho trovato, è stato un personaggio più che altro infantile e permaloso.
Vive in un mondo praticamente meraviglioso, fatto di tecnologie avanzate e la quasi totale assenza di guerre e difficoltà. Certo, la sua vita non è esattamente perfetta ma potrebbe fare qualsiasi cosa. Invece, si crogiola nei suoi fallimenti come se fossero medaglie, anche quando sarebbe ora di prendersi seriamente.
Il padre, assente ma genio, lo assume nella sua azienda per mille ed uno motivi (tranne che per vero amore paterno) ma anche in questo caso, il suo unico tarlo è per la ragazza che venera e per il suo sentirsi fuori luogo. Non che non sia vero ma invece di trovare una soluzione, si isola.
Ogni passo che fa, per quasi tutto il libro è dettato dall'egoismo.
Rovina la carriera di Penelope perchè non collega il cervello e si affida ad un fato che lo percula da una vita.
Rovina il sogno del padre perchè agisce senza pensare, dimenticandosi alcuni dettagli importanti.
Rovina l'esistenza di miliardi di persone, cancellando il proprio mondo andando del passato.
Rovina la vita al gruppo di sedici scienziati che avevano fatto la storia.
Sarebbe disposto a sacrificare altre persone solo per il proprio benessere.
Solo alla fine, finalmente riesce a collegare il cervello ma gli ci sono voluti cinquant'anni a ritroso per capire chi è veramente e cosa vuole da se stesso e da quello che lo circonda.
Messa giù così, sto snaturando ciò che c'è di bello del libro e non è mia intenzione.
Ci sono dei passaggi molto intelligenti che valgono la pena esser letti.
È particolarmente affascinata da un filosofo francese chiamato Paul Virilio che ha sviluppato la teoria dell’Incidente, secondo la quale ogni volta che introduci una nuova tecnologia ne introduci anche l’incidente, ragione per cui hai la responsabilità di prevedere non solo il bene che può fare, ma anche il male che può causare, non solo la gloria ma anche la rovina.
Ci sono momenti che valgono la pena esser condivisi e ci sono rivelazioni che non si possono mantenere segrete.
Questo libro oscilla tra la noia più tragica per colpa delle spiegazioni semi approfondite sui viaggi temporali e la genialità di un'intreccio che sfiora la pazzia.
Mi è comunque piaciuto il finale. Molto poetico ma anche molto azzeccato, un mix tra il "mi sono inventato tutto" e "ho accettato la mia condizione e me stesso".
Ammetto che comunque, al suo posto non avrei fatto tutto quel casino.
Non è che mi sento superiore ma semplicemente, so che per quanto immatura, non avrei preso nemmeno la metà delle sue decisioni.
Per salvare il mondo, semplicemente doveva esser più cosciente.