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Titolo: La morte è cieca
Autore: Karin Slaughter
Pagine: 331
Prezzo: € 18
Uscita: OGGI (15 giugno)
Scoprire nella toilette della tavola calda di Heartsdale il corpo agonizzante di una giovane professoressa è stato uno shock terribile per Sara Linton, pediatra e coroner della tranquilla cittadina universitaria, ma è solo l'autopsia a rivelare l'efferatezza di quella che è palesemente opera di una mente malata e perversa. Jeffrey Tolliver, capo della polizia locale ed ex marito di Sara, segue una pista dai risvolti sempre più macabri che culminano in un altro omicidio, persino più brutale del precedente. E la presenza di un sadico psicopatico nella sua città non è l'unico problema che deve affrontare, visto che la sorella della prima vittima, la detective Lena Adams, sembra intenzionata a farsi giustizia da sola.
Ma è Sara la vera chiave per scoprire l'identità del killer. Perché un segreto nel suo passato potrebbe smascherare quella mente diabolica, oppure trascinarla nella tomba.
Scarabocchio: Lui, Lei e L'altra. Sembra un triangolo amoroso ma nella realtà, non è così.
Eppure, questi tre personaggi, più il Jolly, sono dei personaggi perennemente presenti in questa storia.
Karin Slaughter è un'autrice che amo alla follia.
L'avevo scoperta molti anni fa e ritrovarla dopo tanto tempo, è stata un'emozione indescrivibile. La morte è cieca è una ristampa e ne sono pazzamente innamorata perchè questo vuol dire rivederla in libreria con copertine nuove e strepitose.
Sara è una pediatra ma anche una coroner e per sfiga o destino, trova la prima vittima.
Jeffrey è lo sceriffo di Grant ed ex marito di Sara. Viene subito chiamato sulla scena del crimine ma da subito sa che non sarà una passeggiata.
Lena è una detective e lavora con Jeffrey ma è anche la sorella della vittima ritrovata da Sara.
Non posso dirvi di aver apprezzato tutti i personaggi.
Lo sceriffo è talmente cavernicolo nei confronti di Sara che risulta essere imbarazzante. Un'uomo che prova di tutto per tornare con lei ma che dopo averla tradita per suscitare una sua reazione (magari di gelosia), dovrebbe solo nascondersi.
Un'uomo che dovrebbe essere intelligente ma che al di fuori del suo lavoro, sarebbe da prendere a sprangate sui denti.
Lena poi, è l'apoteosi dell'incoscienza. Brava nel suo lavoro ma totalmente emotiva in questo caso.
Dovrei esser comprensiva, alla fin fine ha appena perso sua sorella, però no. Non riesco ad essere compassionevole perché per quanto sia addolorata, per quanto sia nel suo diritto di voler trovare il colpevole, per quanto sia abbastanza ovvio che voglia partecipare alla ricerca... beh, per quanto capisca molte cose, non riesco ad accettare che cerchi di fare di testa sua, andando contro il suo superiore ed alla legge. Dovrebbe conoscere i rischi per se stessa, dovrebbe sapere che intralciando le indagini, potrebbe fornire degli appigli per far scappare (o rilasciare) il colpevole.
Come per ogni suo libro successivo, Karin non ci risparmia mezza scena.
La storia parte da subito come un'uragano, descrivendoci una morte tutt'altro che dignitosa. Ogni dettaglio ed ogni ipotesi ci viene fornita come se dovessimo partecipare anche noi all'indagine ed è un punto che apprezzo sempre.
Mi piace come riesce a dipingere delle donne assolutamente normali ma con un carattere ferreo quando serve.
Mi piaccio anche i luoghi comuni che usa (come l'automatica colpevolezza di un'uomo di colore), non perché io li appoggi ma, perché creano l'atmosfera perfetta per la tensione.
Karin è questo.
Puro sentimento che smuove mari e monti.
Nessuno le è indifferente.
Eppure, questi tre personaggi, più il Jolly, sono dei personaggi perennemente presenti in questa storia.
Karin Slaughter è un'autrice che amo alla follia.
L'avevo scoperta molti anni fa e ritrovarla dopo tanto tempo, è stata un'emozione indescrivibile. La morte è cieca è una ristampa e ne sono pazzamente innamorata perchè questo vuol dire rivederla in libreria con copertine nuove e strepitose.
Sara è una pediatra ma anche una coroner e per sfiga o destino, trova la prima vittima.
Jeffrey è lo sceriffo di Grant ed ex marito di Sara. Viene subito chiamato sulla scena del crimine ma da subito sa che non sarà una passeggiata.
Lena è una detective e lavora con Jeffrey ma è anche la sorella della vittima ritrovata da Sara.
A volte Jeffrey si infuriava con lei, tra sé, all'idea che qualcosa di tanto insignificante e sciocco quanto una stupida avventura avesse distrutto il loro matrimonio.
Non posso dirvi di aver apprezzato tutti i personaggi.
Lo sceriffo è talmente cavernicolo nei confronti di Sara che risulta essere imbarazzante. Un'uomo che prova di tutto per tornare con lei ma che dopo averla tradita per suscitare una sua reazione (magari di gelosia), dovrebbe solo nascondersi.
Un'uomo che dovrebbe essere intelligente ma che al di fuori del suo lavoro, sarebbe da prendere a sprangate sui denti.
Lena poi, è l'apoteosi dell'incoscienza. Brava nel suo lavoro ma totalmente emotiva in questo caso.
Dovrei esser comprensiva, alla fin fine ha appena perso sua sorella, però no. Non riesco ad essere compassionevole perché per quanto sia addolorata, per quanto sia nel suo diritto di voler trovare il colpevole, per quanto sia abbastanza ovvio che voglia partecipare alla ricerca... beh, per quanto capisca molte cose, non riesco ad accettare che cerchi di fare di testa sua, andando contro il suo superiore ed alla legge. Dovrebbe conoscere i rischi per se stessa, dovrebbe sapere che intralciando le indagini, potrebbe fornire degli appigli per far scappare (o rilasciare) il colpevole.
Come per ogni suo libro successivo, Karin non ci risparmia mezza scena.
La storia parte da subito come un'uragano, descrivendoci una morte tutt'altro che dignitosa. Ogni dettaglio ed ogni ipotesi ci viene fornita come se dovessimo partecipare anche noi all'indagine ed è un punto che apprezzo sempre.
Mi piace come riesce a dipingere delle donne assolutamente normali ma con un carattere ferreo quando serve.
Mi piaccio anche i luoghi comuni che usa (come l'automatica colpevolezza di un'uomo di colore), non perché io li appoggi ma, perché creano l'atmosfera perfetta per la tensione.
Karin è questo.
Puro sentimento che smuove mari e monti.
Nessuno le è indifferente.