lunedì 7 marzo 2022

Il peggiore dei mondi possibili - La fattoria degli animali. Animal Farm

Autore: George Orwell
Pagine: 936
Prezzo: € 25
Uscita: 17/11/2020
Genere: Antologia; Classici
Casa Editrice: Mondadori
Fiorirà l’aspidistria, Omaggio alla Catalogna, Una boccata d’aria, La fattoria degli animali, 1984: con queste cinque opere, tra il 1936 e il 1948, George Orwell è andato delineando un panorama sociale, politico e narrativo che si è nutrito insieme di suggestioni biografiche, grandi eventi storici, immaginazione letteraria, diventando uno dei grandissimi autori del Novecento. Questo volume li raccoglie, fornendo inoltre un agile profilo dell’autore e una curiosa sezione di giudizi critici dei contemporanei, a volte sorprendenti.


Recensione: Io e Orwell non siamo mai stati grandi amici.

Il primo approcio fu con 1984 e forse, considerando che era uno dei primi libri impegnativi che leggevo di mia spontanea volontà, avrei forse fatto meglio a dedicarmi ad altro. Da allora, sono passati dodici anni e quando vidi la nuova raccolta, pensai che magari oggi sarei stata in grado di apprezzarlo di più.

Come dico sempre, una seconda possilità non si rifiuta mai a nessuno (solo agli ex. Loro vanno sputati immediatamente).

Da un lato avevo ragione, dall’altro potevo dedicarmi ancora ad altre letture.

La fattoria degli animali è un libro che risulta estremamente attuale, anche perchè il periodo in cui siamo ha fin troppe sfumature totalitaristiche (di questo ve ne parlerò sabato).

La storia è ambientata in inghilterra, più precisamente nella fattoria del signor Jones.

Il Vecchio Maggiore, che è un maiale da riproduzione molto vecchio, indice una riunione per parlare con tutti gli animali della fattoria della loro condizione di schiavitù. Il fattore, che non ha sicuramente un buon carattere, si tiene quasi tutti il ricavato e dona assai poco. L’animale sogna un posto migliore ma il suo compito è solo quello di scaldare gli animi, perchè durante la notte muore e lascia la rivoluzione in mano a Palladineve e Napoleone.

I due maiali, dopo aver fatto scappare il fattore, fin da subito hanno idee differenti sul come portare avanti la fattoria. Mentre per il primo tutti gli animali sono veramente ugluali, per il secondo rimane una netta differenza.

Nel corso del tempo Napoleone farà in modo di cacciare Palladineve, in modo da prendere il completo controllo del posto e più il tempo passa e più l’animale diventa uomo.

Idealmente parlando, questa storia ha una forte morale e ci mette in guardia dai pericoli di chi sta sopra di noi a detter legge. Bisognerebbe sempre pensare con la propria testa e capire quando una legge viene fatta per il bene comune o meno.

Se la ribalto sulla nostra vita, mi rendo conto di quanto sia difficile attuare una cosa del genere e da un lato, mi fa ridere vedere come una cosa così vecchia possa esser considerata attuale (lo so, divento un disco rotto con questa affermazione, però è vero).

Quello che però non riesco a farmi piacere, e temo sarà così per sempre, è il modo in cui scrive Orwell. Mi spiace, però io mi stavo annoiando già a pagina dieci e anche se poi la storia l’ho trovata molto valida… è un bel problema. Odio e amore nello stesso autore, per lo stesso libro.

Oscillo tra i due sentimenti e sono così folle, che probabilmente riprenderò in mano anche 1984. Con calma e son infinita pazienza, però vorrei capire se il mio antico odio può esser stemperato.

“Quattro gambe buono, due gambe cattivo”
“Quattro gambe buono, due gambe meglio”
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