Pagine: 182
Prezzo: € 17
Uscita: 24/01/2019
Genere: Narrativa
Casa Editrice: SEM
Margherita Fiore ha diciotto anni e da pochi giorni ha superato brillantemente l’esame di maturità classica. Sta preparando il test per entrare all’università. Un’amica la invita al mare per due giorni di pausa dallo studio. Il treno però ha un disguido e Margherita accetta un passaggio in auto da un ragazzo incontrato per caso. Nell’arco di poche ore la sua vita accelera. La Mercedes cabrio su cui i due viaggiano sfreccia sull’Aurelia spinta al massimo. L’urto è improvviso, la macchina sbatte contro il guardrail, esce di strada, quindi salta nel vuoto. L’ultimo pensiero di Margherita è per Carlo, un compagno di scuola che, senza una ragione apparente, si è ritirato da scuola e non è più uscito da casa. Al momento dell’incidente Carlo è davanti al computer. Da tempo non lascia la sua stanza, che è ormai il suo mondo. Come molti suoi coetanei è diventato un hikikomori, così si chiama chi decide di recludersi in casa, al riparo da tutto. Carlo ha alzato un muro tra sé e gli amici, la scuola e i genitori. Vuole solo scomparire. Non sa che Margherita, la sua compagna di classe preferita, l’unico suo ricordo positivo, è in coma vegetativo. Nella luce dorata dell’estate le vite di Margherita e Carlo risplendono in stanze buie che tengono fuori il mondo.
Recensione: Devo esser sincera, ancora non ho afferrato bene il senso di questo libro.
Laura Calosso racconta due storie separate ma con dei tratti in comune.
Margherita e Carlo sono due amici che si sono conosciuti a scuola, che condividono il banco ed il rito dei compiti ma lui, non è particolarmente espansivo e per molti, questa amicizia può risultare un pò strana.
Eppure proseguono, vicini ma lontani, fino al giorno in cui Carlo decide di sparire dalla vita di tutti e rintanarsi nella sua camera, lasciando fuori chiunque. Non si conosce esattamente il motivo di questa decisione ma è stata fatta con convinzione e nel suo prossimo futuro, non c’è l’idea di cedere. Perchè? Da cosa si vuol proteggere?
Magari da una madre che lo reputa un indigo children, ovvero un bambino dotato di tratti e capacità speciali o soprannaturali.
Magari da un padre scettico che passa più tempo al lavoro che a casa, in modo da sottrarsi dalla follia di controllo della moglie.
Magari da una vita scolastica dove viene bullizzato quasi costantemente e difeso dall’amica.
Magari dalla pressione e dalla possibile delusione delle persone che lo circondano.
Carlo vuole vivere secondo le sue regole e rimaner blindato nella sua stanza, gli permette di esser ciò che vuole, senza dover render conto a nessuno.
Margherita però non è “nessuno” e non si da per vinta dai silenzi dell’amico.
Anche se la sua vita è un’altalena di emozioni positive e sconfitte, continua a scrivergli per cercare di stanarlo. Carlo era strano ma era suo amico e lo era veramente, non per convenienza.
La vita di Margherita però è fatta anche di scelte e rinunce, di passioni e rimorso. Infatti, mentre sta andando verso il mare, per raggiungere quella che probabilmente diventerà un’ex amica, fa una cosa sconsiderata e accetta il passaggio di un ragazzo con la speranza di vivere l’ebrezza di un’avventura senza però uscire dai binari che si è prefissata. Le cose però mutano troppo velocemente e tutto diventa un’incubo ingestibile.
Il ragazzo non sembra intenzionato a portarla subito in stazione, prima vuole fare i suoi comodi andando ad una festa e Margherita non sa cosa fare. Tutti la cercano ma non trova più scuse plausibili ed è pronta a tutto per far finire l’incubo. Pensa di andare a piedi, anche se sarà lunga ma il ragazzo, vinto da chissà quale rimorso, cede e si rimettono in macchina. Però la festa era bella e lui aveva bevuto.
Nessuno dei due si accorgerà del volo.
I due protagonisti vivono due esperienze differenti e si tengono in contatto in modo totalemnte personale.
Margherita scrive, Carlo ignora ma legge.
Il finale della storia è aperto e lascia uno spiraglio di speranza al lettore, in modo che si possa chiudere il cerchio come meglio crediamo ma è proprio questo il punto, non ne capisco il senso. Sono due vite che ad un certo punto, cambiano rotta senza un’apparente motivo e sarà che ho bisogno di certezze ma, sono ancora alla ricerca di qualcosa.
La scrittura è fluida, l’ho letto con estrema velocità, però ho l’impressione di essermi persa qualcosa.