Pagine: 274
Prezzo: € 15.90
Uscita: 27/02/2020
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Morellini
Entrare in terapia per curare un disturbo alimentare e scoprire la fine del proprio matrimonio? Succede, se hai passato tutta la vita fingendoti una geisha e invece sei lo spirito vivente di un ardente samurai. La protagonista è una donna come molte che, dopo aver recitato nei panni di un’altra se stessa, tornerà libera, sì, ma dovrà confrontarsi con le difficoltà di essere una madre separata. Farà i conti con una Milano che non offre grandi speranze per una trentenne single, con un figlio piccolo: lavori precari, uomini sposati e altri casi umani. Per fortuna c’è la sua bizzarra famiglia extra large, dove tutti sono separati e risposati con altri separati (con figli). Riuscirà la protagonista a fare pace con il suo spirito inquieto? Di certo scoprirà la felicità smettendo di essere come vogliono gli altri.
Recensione: La protagonista di questa storia, potrebbe essere una di noi.
Giovane, tanti sogni nel cassetto, una famiglia strana ma amorevole, un figlio tanto desiderato e un matrimonio finito. Lo stereotipo delle donne, che però non si discosta poi tanto dalla realtà attuale.
Lei è senza nome, perché racconta di una vita quasi normale e lo fa con voce sincera. Indossa una veste universale, per raccontare il disagio che può celarsi dietro un sorriso e l’amore dietro una famiglia allargata.
Quando ho iniziato a leggere il libro, pensavo di aver tra le mani un tipico chick lit. Una lettura frizzante e poco impegnativa, una di quelle cose che si leggono in giornata e che servono a cancellare la noia.
Invece no.
Stefania Nascimbeni fa sicuramente divertire i lettori, ma ci sono molte cose che invece fanno riflettere.
I disturbi alimentari, che portano con sé un bagaglio di silenzio di chi ti circonda, che magari per non urtare i tuoi sentimenti o per non essere invadente, non chiede. Le difficoltà che l’anoressia comporta e l’amenorrea che per molti è una cosa sconosciuta.
La disoccupazione quando si ha un figlio, che si scontra con i sogni lavorativi.
Il divorzio, che ha le sue difficoltà anche quando si è persone mature, con le relative difficoltà nel rifarsi una vita quando c’è di mezzo un figlio.
Happy (hippy) family è sicuramente una lettura simpatica e un po’ leggera, ma non da sottovalutare.
Ho apprezzato la protagonista, perché l’ho percepita come una figura vera e non stereotipata male e poi, si fa leggere con estrema scioltezza.
Forse, imparando a volersi bene, la vita le offrirà ogni risposta.