giovedì 23 giugno 2022

Il buio dentro

Autore: Antonio Lanzetta
Pagine: 285
Prezzo: € 14.90
Uscita: 13/12/2016
Genere: Gialli, Thriller
Casa Editrice: La Corte Editore
Il corpo di una ragazza viene ritrovato appeso ai rami di un albero. Il filo spinato scava nei polsi e nella corteccia di un vecchio salice bianco. Le hanno tagliato la testa e l’hanno lasciata sul terreno solcato dalle radici, gli occhi vuoti ora fissano quelli di Damiano Valente. Lui è lo Sciacallo, un famoso scrittore specializzato nel ricostruire i casi di cronaca nera nelle pagine dei suoi libri. Nessuno conosce il suo aspetto, e per Damiano questa è una fortuna: il volto deturpato da cicatrici e quella gamba spezzata che si trascina dietro come un fardello non sono trofei che gli piace mettere in mostra. Lo Sciacallo è un cacciatore che insegue nella morte le tracce lasciate dall’assassino della sua amica Claudia. Un omicidio avvenuto nell’estate del 1985, quando lui era solo un ragazzino con la passione per la corsa e amici in cui credere. Un omicidio che gli ha cambiato la vita. Trentuno anni dopo, Damiano ritorna ai piedi di quel maledetto salice bianco, per dare una risposta a quella sua ossessione che come una ferita pulsante gli impedisce di andare avanti. Con lui ci sono gli amici di sempre, Stefano e Flavio, le cui esistenze si intrecciano inesorabilmente nella dura e cruda scoperta della verità, riportandoli a rivivere le emozioni di una folle estate che ha segnato le loro vite per sempre.


Recensione: Damiano Valente potrei essere tranquillamente io, con il carattere antisociale e la madonna in canna.

Lui è un famoso giornalista e scrittore di cronaca nera, che negli anni si è guadagnato un soprannome decisamente in linea con il suo carattere; lo Sciacallo. Come un cacciatore nero, segue le tracce rosse della morte, portando alla luce dettagli e risolvendo misteri ma c’è un’ombra nel suo passato che non segna solo il suo fisico.

Nell’estate del 1985, morì la sua amica Claudia e nessuno trovò il colpevole. Trentun’anni dopo, un nuovo delitto si compie ed il modus operandi rimane invariato. Appesa al salice bianco, c’è una donna con i polsi segnati dal filo spinato e la testa, adagiata tra le radici, fissa silenziosa il pubblico che la circonda.

Il commissario De Vivo e Valente, si trovano a dover combattere con un vecchio mostro che non ha nessuna intenzione di fermarsi ma anche con la paura umana, che serpeggia negli occhi dei cittadini e nei cuori di chi cerca in ogni modo di salvarsi la vita.

Quello che poteva sembrare solo un brutto e cruento omicidio, in realtà è la resa dei conti e come tale, imporrà del sangue.



Antonio è magistrale e non mi stupisce il fatto che sia così popolare anche all’estero.

Fin dalle prime righe, entriamo in un luogo cupo dove ci sono più segreti che abitanti. Castellaccio attrae e così, anche il mistero della sconosciuta appesa al salice e a ciò che è successo a Damiano. Come si è procurato quelle cicatrici? Ma soprattutto, perchè il killer è tornato solo ora a colpire?

Devo esser sincera, ho capito l’identità dell’assassino appena l’ho visto e quando ne ho avuto la conferma, ho urlato così tanto che mezza metro si è girata ma anche così, non sono riuscita a staccarmi dal libro.

“Aveva passato tutta la vita a inseguire le ombre e adesso le ombre venivano a cercare lui”.

Ho amato Damiano, anche se non si può certo dire che sia esteticamente affascinante. Eppure, per quanto sia ormai legato all’oscurità, non ho potuto fare a meno di sentirlo vicino e incitarlo a fare quelle maledette scale.

Perchè è questo uno dei punti forti di Antonio, la sua capacità nel creare personaggio sia buoni che cattivi.



Il libro si conclude?

Si. Alla fine molte cose vengono risolte e quindi, ci si può anche fermare a questo libro ma detto tra di noi, vale la pena seguire lo Sciacallo in lungo e in largo.
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