mercoledì 1 giugno 2022

Il priorato dell’albero delle arance

Autore: Samantha Shannon
Pagine: 861
Prezzo: € 26
Uscita: 26/11/2019
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
La casa di Berethnet ha regnato su Inys per mille anni ma ora sembra destinata a estinguersi se la regina Sabran IX non si sposerà e darà alla luce una figlia. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell’ombra della corte. A vegliare segretamente su Sabran c’è Ead Duryan, adepta di una società segreta che, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys… Tra draghi, lotte per il potere e indimenticabili eroine, l’epico fantasy al femminile per il nuovo millennio.


Recensione: Lo ammetto, non sono stata esattemente furba nel voler leggere questo tomo insieme alla trilogia di Joe Abercrombie.

Con quasi duemila pegine di fantasy epico, ho il cervello che la notte mixa le due storie e ne crea una estremamente immensa e grottesca.

Quindi, un passo per volta e perdonatemi se non sarò particolarmente euforica.


Il priorato dell’albero delle arance è un romanzo al femminile, che di primo acchito può sembrare una manovra molto politica, perchè effettivamente ci sono molti punti attualmente reali.

La politica, il femminismo, una relazione LGBT, una serie di segreti e pensieri sovversivi. Un pò come “La prima legge”, solo meno cruenta e plateare perchè c’è meno sangue e più politically correct.

A farla da padrona, ci sono tre donne che a modo loro, cercando di combattare per qualcosa in cui credono e non sempre, sono supportate dalle persone a loro vicine.

Devono lottare in un mondo che non le accetta fino in fondo, devono usare l’astuzia e fidarsi delle persone più impensabili, perchè il loro mondo è lì e ha un futuro, anche grazie a loro.

Ci sono molti, a volte troppi, dettagli su delle cose che oggettivamente non interessano e se inizialmente, questa cosa confonde ma suscita meraviglia, alla fine ti chiedi se quelle ottocento pagine siano necessarie. Ho sempre avuto un grande problema con gli scrittori che voglio “emulare” la descrizionde del portone del libro In nome della rosa, perchè un libro è fatto per immaginare e più cose vengono dette, e più si impigrisce il lettore, però è una tara mia e alla fine, è innegabile che la fantasia di Samantha Shannon sia immensa.


Dettagli a parte, se avessi letto con più tranquillità mentale questo tomo, ora sarei qui a saltellare come una storda perchè micro pecche a parte, è una lettura che vale la pena fare. Sarà che ormai sono sulla cresta dell’onda del fantasy, però era da molto tempo che non mi concentravo così tanto su dei personaggi e poi, ho veramente amato Tanè e Ead, rivalutando invece Sabran ma non in maniera particolare.

Non sono perfette, a tratti risultano forse un pò egoiste o sciocche ma ho cercato di vestire i loro panni, e mi sono accorta che molto probabilmente nemmeno io avrei fatto tanto meglio. Sono donne forti e imperfette, da rispettare.

I draghi comunque, hanno ricordato anche a me Mulan, cartone Disney che amo alla follia e forse, il mio parere positivo viene anche da questo parallelismo. Non sono la versione più seria di Mushu, anche perchè non posso realmente definirlo un drago ma sono delle spalle e sono un pò dei guardiani, presenti ma non invasivi, saggi e forti.

Di questo libro, cambierei abbastanza poco ma non potrei consigliarlo a tutti.

Certo, essendo autoconclusivo è facile pensare “una volta arrivato alla fine, è fatta”, eppure sono sicura che molti non sarebbero capaci di goderselo proprio perchè è grosso e singolo. Forse, come duologia avrebbe reso di più ma si sà, io non sono del tutto normale.
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