Autore: Rosalba Vangelista
Pagine: 53
Uscita: MARZO 2016
Trama: "Mi chiamavo Susan Forbes… e avevo diciassette anni il giorno in cui mi suicidai, impiccandomi al grande ramo di quercia nel cimitero di famiglia.
La mia colpa?
Nessuna, perché amare non porta condanna. Almeno, era questo che credevo fino al momento in cui la mia famiglia non fece uccidere l’uomo che amavo, e il bambino che portavo in grembo, legandomi come un animale alla testiera del mio grande letto in ferro battuto.
Il dolore e l’umiliazione che provai in quel momento li sento ancora adesso, anche ora nel luogo in cui mi trovo.
In questo limbo non vi è alcun suono, alcuna luce, è come fluttuare nel nulla, vedo e sono avvolta nella nebbia… una nebbia densa, fredda, che sa di peccato.
Peccato come quello commesso da me e da Nicolas, peccato come quello commesso dalla mia famiglia, peccato come quello commesso da me stessa, che ho stroncato la vita di una ragazza che credeva che l’amore fosse qualcosa di sacro e meraviglioso."
Susan ha solo diciassette anni.
Susan ha solo una "colpa" quella di essersi innamorata di Nicolas Welles, il giovane prete della sua cittadina, Crawley (la valle dei corvi).
Un amore clandestino che li porterà alla morte, e che Susan da un limbo ultraterreno, racconterà attraverso le pagine di questo diario di dolore...
Scarabocchio: Ho conosciuto Rosalba tramite il suo romanzo d'esordio (Le ossa del lago) e mi era piaciuta così tanto che alla fine, mi ha quasi adottato. Oggi, dopo un anno da quell'incontro, sono nuovamente qui a parlarvi della sua nuova creatura...
"Mi chiamavo Susan Forbes" è un racconto veloce e cupo di una ragazza morta in giovane età. La storia, raccontata direttamente da lei sotto forma di ricordo, ci svela il perchè della sua decisione tanto disperata, quanto radicale.
Queste cinquantatré pagine, sono state un peso sul cuore.
Ricordi strazianti di una persona che ha commesso il peccato più grande di tutti... quello di Amare. Susan rimane folgorata dagli occhi del giovane Prete Nicolas e la cosa è reciproca ma assolutamente impossibile ma si sà, l'amore è cieco e avvolti dalla nebbia, cedono e si vivono fino all'arrivo di un'innocente bambino. Sarà proprio quello a portare la giovane coppia alla fine.
Triste destino avvenuto per mano dei genitori di Lei, troppo aridi di cuore per accettare e gioire per quel sentimento così puro.
Triste destino avvenuto per mano dei genitori di Lei, troppo aridi di cuore per accettare e gioire per quel sentimento così puro.
Mi ha fatto rabbia assistere ad una reazione così forte da parte della famiglia. Mi ha fatto rabbia la reazione degli "uomini di casa" e forse ancora di più le parole della donna che avrebbe dovuto comprenderla.
Susan e Nicolas sono le vittime della cecità, dell'egoismo di chi matte in primo piano l'apparire.
Ho trovato straziante la parte dell'aborto (o macelleria dato il periodo e dato il modo in cui viene svolto), fatto in maniera priva di tatto sottolineando il concetto che quel bambino "non doveva esistere". Ho sentito mia la disperazione ed il dolore di Susan. Una madre che non potrà mai essere madre a cui viene scavata via la vita. Un passaggio pieno di sentimenti forti anche se tremendamente tristi.
Nel complesso, un libro che non avrei cuore di rileggere ma che porterò con me fino alla morte e che consiglio vivamente.