Titolo: Dieci e lode
Autore: Sveva Casati Modignani
Pagine: 289
Prezzo: € 9.90 ebook - €
Passiamo tanto tempo a inseguire sogni che ci sfuggono di mano, una felicità che non si lascia catturare. E poi capita che il meglio della vita si sveli in un attimo, magari nella magia di un incontro inatteso. Come quello tra Lorenzo e Fiamma, sorpresi da un amore che nemmeno loro, forse, credevano più possibile. Lorenzo Perego, uomo di grande fascino e cultura, insegna geografia economica in una scuola professionale di Milano. Avrebbe potuto scegliere un istituto più prestigioso, ma l'insegnamento è la sua passione e aiutare i ragazzi di talento in una realtà difficile e spesso desolante è una sfida che lo entusiasma e lo arricchisce. Non ha una famiglia tutta sua, ma, come ama ripetere, i suoi studenti sono come figli. Fiamma Morino ha poco più di quarant'anni, è madre di due bambine che adora, frutto di un matrimonio sbagliato, e direttore editoriale di una piccola e florida casa editrice che lei stessa ha fondato insieme al suo più grande amico, purtroppo venuto a mancare. Ora che la casa editrice sta per subire un drastico cambiamento di gestione, che Fiamma non condivide, è disposta a tutto pur di difenderla e di continuare a garantire la cura e l'amore con cui da sempre si dedica ai suoi autori. Lorenzo e Fiamma: il professore e la donna dei libri. Attraverso la loro esperienza, vediamo uno spaccato dell'Italia di oggi, quella della crisi della scuola e dell'economia, ma anche quella fatta di persone intraprendenti, pronte a rimboccarsi le maniche e decise a non arrendersi. Ripercorrendo le vite di entrambi, che il destino intreccerà servendosi proprio di un libro, scopriamo un amore capace di ripagarli di tante esperienze difficili e guarire le loro ferite. Finché anche Lorenzo e Fiamma potranno sfiorare con dita leggere la felicità che meritano.
Scarabocchio: Prima di qualsiasi altra cosa, vi devo spoilerare una cosa.
Lo so che non dovrei, però ecco, non posso farne a meno.
Questo dettaglio mi sta logorando da due giorni e non posso, nel modo più assoluto, trattenermi.
L'assassino non è il maggiordomo.
Ecco, l'ho detto.
Ora mi sento meglio.
Questo è il primo libro di Sveva che leggo.
Per anni mi sono chiesta come facesse a "cavalcare l'onda" ancora dopo tanto tempo e dopo tanti libri. Arrivata alla fine della lettura, l'ho capito.
Lorenzo e Fiamma sono due persone che si amano molto e che si sono incontrate nel momento giusto anche se erano ormai lontani dall'essere dei ragazzini.
Vivono finalmente una vita serena anche se ci sono gli intoppi della vita di tutti i giorni.
Perché si, questa storia non è fatta di intrighi e magie.
Leggiamo della vita che vivono al presente ed i ricordi di quando erano giovani e delle scelte disastrose prese in momenti di follia.
La storia di per sé inizia e finisce su questa linea.
Capiamo perché Fiamma ha deciso di lavorare al Meleto e perché ha voluto divorziare dal marito Federico. Capiamo perché Lorenzo ha deciso di insegnare in una scuola disastrata e del perché ha festeggiato una volta che è stato lasciato dall'ormai Ex moglie.
Non c'è nulla di emozionante, nulla che faccia fremere dalla curiosità o dall'attesa logorante. Tutto è lineare, tutto è normale ed è per questo che Sveva va a meraviglia. Le sue storie sono così reali che si possono vivere in prima persona senza sforzo. Le difficoltà che vengono descritte posso essere quelle di tutti e alla gente piace immedesimarsi in queste storie.
Dal canto mio però, ho provato pochissima empatia con praticamente tutti i personaggi.
Carini indubbiamente ma non particolarmente attraenti. Certo, ci sono alcuni personaggi che mi sono piaciuti più di altri. Lorenzo è quello che spicca di più forse perché racconta e vive una realtà che io reputo ancora "mia".
Professore in una scuola disastrata, lui è una di quelle poche persone che prima di insegnare la propria materia, preferisce trovare un legame con gli alunni per far si che si riesca ad interagire con tutti e rendere stimolante ogni cosa.
Nel libro, ci sono molti punti di riflessione. Ci sono comportamenti che al giorno d'oggi stanno andando a morire e letti in una storia semplice, fanno riflettere.
Una delle cose che forse non ho proprio apprezzato, è il vizio dei hanno i due protagonisti verso il matrimonio. Sia Lei che Lui hanno deciso di sposarsi la prima volta in modo sciocco, avventato e assolutamente privo di senso.
Lei, accetta una proposta da una persona che conosce appena e dopo esserci uscita nemmeno cinque volte.
Lui, propone il matrimonio ad una donna che va e viene nella sua vita così spesso che non si contano nemmeno più le volte.
Alla fine comunque è stata una lettura piacevole e veloce. Cinquecento pagine che sono volate.
Per chi ama questo genere, Sveva rimane sempre la scelta migliore ma per me, al momento mi viene da dire che fino a nuovo ordine, Dieci e Lode rimarrà l'unico libro letto.
Lo so che non dovrei, però ecco, non posso farne a meno.
Questo dettaglio mi sta logorando da due giorni e non posso, nel modo più assoluto, trattenermi.
L'assassino non è il maggiordomo.
Ecco, l'ho detto.
Ora mi sento meglio.
Questo è il primo libro di Sveva che leggo.
Per anni mi sono chiesta come facesse a "cavalcare l'onda" ancora dopo tanto tempo e dopo tanti libri. Arrivata alla fine della lettura, l'ho capito.
Lorenzo e Fiamma sono due persone che si amano molto e che si sono incontrate nel momento giusto anche se erano ormai lontani dall'essere dei ragazzini.
Vivono finalmente una vita serena anche se ci sono gli intoppi della vita di tutti i giorni.
Perché si, questa storia non è fatta di intrighi e magie.
Leggiamo della vita che vivono al presente ed i ricordi di quando erano giovani e delle scelte disastrose prese in momenti di follia.
La storia di per sé inizia e finisce su questa linea.
Capiamo perché Fiamma ha deciso di lavorare al Meleto e perché ha voluto divorziare dal marito Federico. Capiamo perché Lorenzo ha deciso di insegnare in una scuola disastrata e del perché ha festeggiato una volta che è stato lasciato dall'ormai Ex moglie.
Non c'è nulla di emozionante, nulla che faccia fremere dalla curiosità o dall'attesa logorante. Tutto è lineare, tutto è normale ed è per questo che Sveva va a meraviglia. Le sue storie sono così reali che si possono vivere in prima persona senza sforzo. Le difficoltà che vengono descritte posso essere quelle di tutti e alla gente piace immedesimarsi in queste storie.
Dal canto mio però, ho provato pochissima empatia con praticamente tutti i personaggi.
Carini indubbiamente ma non particolarmente attraenti. Certo, ci sono alcuni personaggi che mi sono piaciuti più di altri. Lorenzo è quello che spicca di più forse perché racconta e vive una realtà che io reputo ancora "mia".
Professore in una scuola disastrata, lui è una di quelle poche persone che prima di insegnare la propria materia, preferisce trovare un legame con gli alunni per far si che si riesca ad interagire con tutti e rendere stimolante ogni cosa.
Nel libro, ci sono molti punti di riflessione. Ci sono comportamenti che al giorno d'oggi stanno andando a morire e letti in una storia semplice, fanno riflettere.
Una delle cose che forse non ho proprio apprezzato, è il vizio dei hanno i due protagonisti verso il matrimonio. Sia Lei che Lui hanno deciso di sposarsi la prima volta in modo sciocco, avventato e assolutamente privo di senso.
Lei, accetta una proposta da una persona che conosce appena e dopo esserci uscita nemmeno cinque volte.
Lui, propone il matrimonio ad una donna che va e viene nella sua vita così spesso che non si contano nemmeno più le volte.
Alla fine comunque è stata una lettura piacevole e veloce. Cinquecento pagine che sono volate.
Per chi ama questo genere, Sveva rimane sempre la scelta migliore ma per me, al momento mi viene da dire che fino a nuovo ordine, Dieci e Lode rimarrà l'unico libro letto.