Titolo: E morì a occhi aperti
Autore: Derek Raymond
Pagine: 221
Prezzo: € 4.99 ebook - € 14 cartaceo
Il corpo senza vita di Charles Staniland, un alcolizzato di mezza età, viene ritrovato sul ciglio di una strada alla periferia di Londra con evidenti segni di violenza. In una città dilaniata dalle tensioni sociali, Scotland Yard ha indagini più importanti da portare avanti: come è noto nell'ambiente, i casi di poco conto, quelli con cui gli altri dipartimenti non vogliono sporcarsi le mani, sono affidati alla sezione Delitti irrisolti, poliziotti cinici e disillusi guidati dal loro sergente, un uomo indurito dalla strada. La vita di Staniland è racchiusa all'interno di una scatola piena di cassette registrate con la sua voce. Quei nastri sono tutto ciò che il sergente e i suoi uomini hanno per ricomporre i tasselli di un’esistenza travagliata e ripercorrere a ritroso la strada che ha portato a un delitto tanto efferato. Alle prese con un puzzle di pezzi mancanti e tessere spezzate, il sergente sa che la verità portata a galla da quella voce è solo una faccia della medaglia, il racconto parziale e omissivo di qualcosa di più sfaccettato e pericoloso di quanto lui e i suoi uomini possano immaginare.
Scarabocchio: Un Sergente senza nome viene chiamato per indagare un l'ennesimo delitto che potrebbe rimanere irrisolto.
Charles Staniland è un'alcolizzato di mezza età, morto ad occhi aperti e ritrovato ad Albatross Road, nella zona West 5 di Londra, riverso dietro alcuni cespugli.
Chi era quell'uomo?
Dov'è stato realmente assassinato?
Chi erano gli aguzzini?
Perché è stato ucciso dopo esser stato brutalmente malmenato?
Mille e più domande affollano la testa del Sergente senza nome. Solo una manciata di cassette per scavare nella vita del povero disgraziato ucciso.
Questo primo libro ci porta a conoscere un personaggio imperfetto ma dall'animo candido.
Lui e quelli della Factory sono persone che voglio veramente fare il lavoro che fanno, anche se ci sono mille difficoltà e zero riconoscimenti.
Il Sergente usa ogni mezzo per far luce sul delitto e con il suo rude sarcasmo, non si permette null'altro anche se diciamocelo, per colpa di certi intoppi, la cosa più semplice sarebbe mollare tutto.
La lettura è stata interessante, a tratti anche divertente grazie al modo di fare del Sergente ma indubbiamente strana visto che le memorie della vittima le potevamo ascoltare anche noi. Un dettaglio che da un lato mi è piaciuto, perché sembrava quasi di partecipare attivamente all'indagine e chi non vorrebbe aver vicino qualcuno dal carattere così forte come un panzer e scorbutico ma veritiero?
Questo però è solo il primo caso che affronta.
A brevissimo uscirà il terzo e spero vivamente che ci siano un pò più di dettagli sul Sergente così misterioso. Perché si, per quanto possa esser simpatica l'idea di non dare un nome al personaggio, in modo da poterci identificare in lui con maggiore semplicità, qualche volta lo trovo un bel difetto perché i personaggi troppo fumosi mi hanno sempre dato una brutta sensazione.
Raymond comunque sa catturare l'attenzione e sa mantener vivo l'interesse fino all'ultima pagina.
Unico difetto?
Troppo corta la storia ahahahahahaha
[...] negli occhi offuscati rimaneva il barlume di un qualche ricordo che aveva voluto portare con sé la dove era andato. [...]
Charles Staniland è un'alcolizzato di mezza età, morto ad occhi aperti e ritrovato ad Albatross Road, nella zona West 5 di Londra, riverso dietro alcuni cespugli.
Chi era quell'uomo?
Dov'è stato realmente assassinato?
Chi erano gli aguzzini?
Perché è stato ucciso dopo esser stato brutalmente malmenato?
Mille e più domande affollano la testa del Sergente senza nome. Solo una manciata di cassette per scavare nella vita del povero disgraziato ucciso.
Questo primo libro ci porta a conoscere un personaggio imperfetto ma dall'animo candido.
Lui e quelli della Factory sono persone che voglio veramente fare il lavoro che fanno, anche se ci sono mille difficoltà e zero riconoscimenti.
Il Sergente usa ogni mezzo per far luce sul delitto e con il suo rude sarcasmo, non si permette null'altro anche se diciamocelo, per colpa di certi intoppi, la cosa più semplice sarebbe mollare tutto.
La lettura è stata interessante, a tratti anche divertente grazie al modo di fare del Sergente ma indubbiamente strana visto che le memorie della vittima le potevamo ascoltare anche noi. Un dettaglio che da un lato mi è piaciuto, perché sembrava quasi di partecipare attivamente all'indagine e chi non vorrebbe aver vicino qualcuno dal carattere così forte come un panzer e scorbutico ma veritiero?
Questo però è solo il primo caso che affronta.
A brevissimo uscirà il terzo e spero vivamente che ci siano un pò più di dettagli sul Sergente così misterioso. Perché si, per quanto possa esser simpatica l'idea di non dare un nome al personaggio, in modo da poterci identificare in lui con maggiore semplicità, qualche volta lo trovo un bel difetto perché i personaggi troppo fumosi mi hanno sempre dato una brutta sensazione.
Raymond comunque sa catturare l'attenzione e sa mantener vivo l'interesse fino all'ultima pagina.
Unico difetto?
Troppo corta la storia ahahahahahaha