domenica 24 aprile 2022

Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri

Autore: Tommaso Zorzi
Pagine: 204
Prezzo: € 18
Uscita: 16/06/2020
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Mondadori
“Questo sarà l’anno del mio fidanzamento, l’ho deciso. Sì, Filippo Villa, ventiquattro anni, milanese da generazioni, giornalista sportivo e party-boy, quest’anno si fidanzerà. E adesso ho qualcosa come tredici chat attive su Grindr, che è tutto un pullulare di messaggi.” Fortunatamente nella sua ricerca Filippo non è solo. Accanto a lui c’è Bea, l’amica di una vita e coinquilina da sempre che a ragazzi non è messa poi tanto meglio. Ma si sa, la speranza è l’ultima a morire, almeno finché viene alimentata dal vino bianco di pessima qualità che ogni sera Alice porta a Bea e Filippo in cambio di un posto sul divano del loro appartamento di Porta Venezia, nel cuore del quartiere della festa milanese. La malasorte sentimentale sembra invertire la sua rotta quando Filippo, grazie all’inseparabile Gilda, il suo bellissimo esemplare di bassotto a pelo ruvido, incrocia il proprio destino con quello di Diego: dog sitter, uno e novanta, moro, occhi neri. Un bòno, insomma. Diego ha solo un piccolo, trascurabile difetto: ha una fidanzata che lo aspetta a Monopoli, in Puglia. Dettagli. Diego è perfetto, è dolce, passionale, insomma è quello giusto. Ma non è tutto oro quel che luccica. Magari è solo bigiotteria fatta bene.


Recensione: Fa strano anche a me, esser qui a parlarvi di un libro indiscutibilmente trash.

Tommaso Zorzi è considerato un Influencert milanese, proveniente da una famiglia benestante. Questo suo primo libro, racconta un pò anche della sua vita privata ma, spero lo faccia con un pizzico di esagerazione perchè… beh, la banana d’oro è l’ultimo dei nostri problemi.

Non sono una persona modaiola, non sono particolarmente informata sul gossip nostrano e mondiale, non ho genitori ricchi che mi permettono di vivere nel lusso e detto tra di noi, non sono nemmeno il tipo da scaricare un’applicazione per conoscere qualcuno. Retrograda? Vecchia dentro? Un pò gattara? All’alba dei trent’anni le mie priorià sono differenti, tralasciando però la differenza d’età e di origini, mi sento di dire che la vita di “Filippo Villa” non è l’esempio migliore da seguire.

Codesto fanciullo, all’improvviso si trova a dover cercare disperatamente un dog sitter per la sua amata Gilda, perchè quelle poche persone di ciu si fida abbastanza, sono impegnate e mai più l’idea di lasciarla in una pensione. La povera piccola soffrirebbe e di conseguenza, anche lui. Così, armato di pazienza e anche con l’aiuto di Grindr, fa dei colloqui (l’ultimo dei quattro, lo pianta mentre il tipo è in bagno perchè il povero indossa delle Hogan. Va bene che possono non picere, ma seri?!) ma tutti vanno male e così, va all’area cani tentando la fortuna.

Lì, incontra un figo atomico che casualmente, fa al caso suo. Inutile dire che vuole lui per la sua Gilda ma anche per se stesso.

Ma non è tutto oro quel che luccica, magari è solo bigiotteria fatta bene.

Nasce così questa storia d’amore un pò precaria, fatta di incontri quasi clandestini e di segreti, che porteranno Filippo a litigare con la migliore amica storica.

Sarà l’allarme di una malattia a cambiare nuovamente le carte in tavola, scoprendo finalmente la bisca clandestina.

Non sono i clichè a darmi fastidio, non è nemmeno il fatto di aver capito velocemente dove volesse andare a parare la storia, come oggettivamente non mi interessa molto se uno decide di continuare ad aver una storia con uno che si dichiara già impegnato. Penso che alla fine di tutto, sia il linguaggio esagerato usato.

Anche qui, chiariamoci un secondo. Chi mi ha visto dal vivo, magari pensa che io sia una persona molto fine che magari vuol semprare anche un pò sexy. Belloccia forse e gracilina, però senza grosse pretese ma chi mi conosce veramente, o chi ha il “piacere” da aver a che fare con me, capisce subito che nelle mie vene scorre sangue da camallo. Non mi scandalizzo, ma nemmeno se la gente si impegna. Quindi no, non sono sconvolta dalla parola “cazzo” o “merda”, quello che mi garba poco è il come vengono usate.

Filippo e Bea, sono due mondani ubriaconi che dimostrano di non saper fare molto altro. Poi non è vero, perchè alla fine lui ha un lavoro e lei pare abbia una buona mano per il trucco, ma quello che passa è una vita superficiale che si tramuta in uno schiaffo morale, un pò come per dire che è così che si vive bene milano.

Mi sento sciura, ma veramente non posso farcela. A questo punto potrebbe sorgere un dubbio, perchè l’ho letto? Bella domanda.

Mi piace mettermi alla prova, qui pensavo di trovare qualcosa di divertente ma non ero pronta alla comicità triste. Un vero peccato, perchè sono passati in secondo piano i concetti che credevo il fulcro di tutto.
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