Pagine: 189
Prezzo: € 17
Uscita: 28/02/2019
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Baldini+Castoldi
Quando, dopo dieci anni e dopo il famoso assedio di Troia da parte dei Greci, Elena viene riportata in patria, Menelao ha solo una domanda da farle: perché? Perché ha deciso di scatenare una guerra? La risposta di Elena è semplice. Le sembrava l’unico modo per dimostrare a tutti l’esistenza di Elena di Sparta, l’unico modo che aveva di essere ascoltata. «Racconta, all’ora», le dice Menelao. Ed Elena comincia a raccontare. Fin da piccola l’idea di essere considerata una dea le era parso qualcosa di grandioso, presto quella pura illusione si infrange. Teseo la rapisce e la stupra, quando Castore e Polluce, suoi fratelli, vanno a riprendersela viene data in sposa a Menelao e diventa la regina di Sparta. Ma Elena non si accontenta e decide di fuggire con Paride verso Troia, città in cui le donne contano quanto gli uomini, in cui possono scegliersi i mariti. Presto però si rende conto che anche lì il suo parere non è richiesto. Elena racconta non per ammettere colpe né per giustificarsi. Non vuole essere compresa o perdonata, lo fa perché la sua storia, quella di una donna prigioniera del proprio corpo o identificata con esso agli occhi degli uomini, possa infine uscire dalle sue viscere e trovare pace.
Recensione: Non sono mai stata una grande amante dei romanzi storici. Ho sempre preferito un solo periodo ma anche quello, sottoforma di lettura, mi faceva sbadigliare dalla noia solo leggendo la trama.
Credo che la colpa, sia da imputare ad alcuni degli insegnanti che ho incrociato nel mio cammino, incapaci o limitati nel diffondere il piacere della scoperta antica.
Adesso che leggo per piacere e per condividere ciò che scopro, mi piace sfidarmi con alcuni generi al di fuori della mia confort zone.
Elena di Sparta è una lettura che mi ha colpito molto, anche se a tratti l’ho trovato un po’ stancante.
A scuola ci insegnano a vedere molti personaggi epici in un certo modo ma ancor più spesso, ci si sofferma sugli uomini e non sulla storia delle donne. Con questa lettura invece, abbiamo una Elena nuova ma non finta, un Menelao meno fiero del solito, un Teseo più animalesco, un Castore ed un Polluce meno scintillanti. Insomma, Loreta Minutilli ci racconta di alcuni personaggi ben studiati, con una luce differente e forse anche più seducente di prima, perché le fragilità umane vengono trattate come tali e non come dettagli di relativa importanza.
Elena si Sparta è una bambina bellisima e come tale, viene cresciuta nella cultura del sapersi mantenere perfetta. Nessun insegnamento utile a rendersi più desiderabile all’uomo sopperendo a qualche mancanza, perché lei era una dea e questo le andava bene così, fino al giorno in cui capisce che questa sua particolarità la rendeva schiava e non libera come pensava.
Elena era anche una donna intelligente ma, lo era in un mondo maschilista e per cercare di spiccare, doveva usare l’unica arma in suo possesso; il suo corpo. Molto presto impara che la gioia non si interessa a lei, che per poter esser vista veramente, doveva usare ogni possibilità a lei fornita, anche se questo voleva dire scatenare una guerra.
Elena rimane un personaggio controverso, che ancora oggi lascia aperte alcune domande. Eppure, dopo questa storia, mi viene quasi da dire di conoscerla e che in fondo molte di noi siamo come lei.