lunedì 25 luglio 2022

Osservatore oscuro

Autore: Barbara Baraldi
Pagine: 528
Prezzo: € 19
Uscita: 7/03/2018
Genere: Thriller
Casa Editrice: Giunti
“L’osservatore oscuro” è l’alter ego negativo che ci portiamo dentro, quello che ci dice che non ce la faremo, quello che alimenta le nostre paranoie, gli incubi peggiori… Per Aurora Scalviati, giovane profiler della polizia di Sparvara, i colleghi Bruno Colasanti, Tom Carelli e Silvia Sassi sono diventati la famiglia che non ha mai avuto. Ma tutto è destinato a cambiare con il ritrovamento, alla Certosa di Bologna, del cadavere di un uomo senza nome né documenti di riconoscimento. Gli unici indizi sono la bocca cucita, il corpo martoriato da un’antica, feroce tortura e un tatuaggio sul petto con il nome di Aurora, eseguito postmortem. Sospettata di essere coinvolta nell’omicidio e interrogata senza sosta, Aurora deve scontrarsi non solo con la diffidenza dei superiori, ma anche con quella dei suoi più stretti collaboratori. Persino il suo rapporto con Bruno viene messo a dura prova. Il poliziotto, avvilito per le complicazioni del suo rapporto con Aurora, si è fatto coinvolgere, sotto falso nome, in un giro di corse clandestine in cui bazzicano neonazisti e membri della malavita organizzata. Tom e Silvia, invece, sono troppo impegnati con i loro nuovi incarichi, l’uno presso la polizia postale e l’altra con l’accorpamento dei forestali con i carabinieri. Ognuno di loro, però, non sa di essere diventato il bersaglio di un serial killer che ha intenzione di uccidere uno per uno le persone più vicine ad Aurora. La sua rete di morte, gravata di minacciose simbologie nordiche che affondano nei più sanguinosi riti vichinghi, si stringe fino a raggiungere il collo di Isaak Stoner, il maestro di Aurora, il suo padre spirituale. Valraven è il nome in codice dell’assassino, il corvo sovrannaturale che per le antiche popolazioni scandinave divorava i corpi dei morti sul campo di battaglia. Solo una ragazza ferita e sofferente come Aurora Scalviati può raccogliere questa sfida. Lei e i fantasmi che la scortano e che, ancora una volta, si dimostreranno terribilmente reali…

Recensione: Aurora è la profiler migliore che ci sia ma, dopo una sparatoria avvenuta durante un’indagine, le sue facoltà mentali sono sempre border line. Una scheggia di proiettile risiede nel suo cervello, causando forti mal di testa e bipolarità. Questo la porta ad avere un rapporto diverso con il lavora e da ciò che la circonda ma, il ritrovamento di un cadavere a Bologna, la mette nella condizione di fare scelte drastiche.


Aurora e Bruno, sono due personaggi che ho più odiato. Valraven, l’assassino che stanno cercando di catturare, mi suscita più simpatia di quei due. Considerato che sono due personaggi importati, potete capire come io abbia affrontato serenamente la lettura di “Osservatore oscuro”.

Ma poi era arrivata Aurora.
E lui aveva capito il significato di gelosia, mancanza e ossessione.
Aveva capito che l’amore non assomiglia a una rosa, ma alla spina che ti entra nella carne e se la estirpi è solo per portarne la cicatrice per sempre.

L’indagine che viene affrontata è molto interessante e coinvolgente. Ci sono molti indizi che portano spesso in direzioni opposte ed è affascinante quando Aurora mette in moto il suo cervello.

Perché l’avrò anche presa in antipatia, però riconosco che la sua bravura va oltre il mio parere personale.

Lei comunque interpreta il cliché del poliziotto bravissimo ma burbero e sempre pronto ad infrangere le regole pur di arrivare alla soluzione, dimenticando però che le persone con cui si rapporta, non sono lì a caso e che forse forse, stanno cercando di fare al meglio il proprio lavoro. Aurora non solo è una persona instabile a causa dell’incidente ma, dal carattere acido e so tutto io.

«A quanto pare, hai trovato qualcuno a cui piaci» la stuzzicò De Robertis.
«È una battuta?» ribatté Aurora. «In ogni caso, non ci tengo a piacere a qualcuno.» Così dicendo, aprì con cautela la finestra e tese una mano con fare amichevole, ma la gatta, sospettosa, arretrò di due passi. «Non aver paura. Non voglio farti del male…»
«…disse la ragazza con la pistola» fece De Robertis in tono divertito.
«Ma la pianti? Il tuo senso dell’umorismo è come un ciglio in un occhio, di quelli che non riesci più a togliere.»

Per fortuna, nella storia gravitano altri personaggi che, pur restando secondari, aiutano ad alleggerire la lettura. C’è da dire che comunque, anche se sono più di cinquecento pagine, il libro si legge in un soffio perché dalla sua, ha anche la capacità di ricreare perfettamente i luoghi dove si svolgono i fatti. Inoltre, l’idea di capire chi sia l’artefice delle esecuzioni o come mai la piccola Camille voglia assolutamente parlare con Aurora, fa si che l’ansia sia sempre palpitante.

Mi ha invece lasciata basita la chiusura della storia, con l’ex neurochirurgo, che tanto mi affascina (che anche qui, preferisco lui a Valraven ma, sono dettagli).

Sicuramente ci sarà una storia nuova, perché le promesse non scritte, sono veramente troppe. Solo qui però, ho veramente capito il senso del libro e questo, mi lascia un pò l’amaro in bocca.

Non ho colto la connessione perché non ho letto il libro precedente? Non saprei, però apprezzo sempre i titoli giusti e con questo, trovo un peccato che si capisca solo alla chiusura.
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