Pagine: 170
Prezzo: € 9
Uscita: 22/02/2015
Genere: Thriller; Giallo
Casa Editrice: Feltrinelli
“Uno studio in Rosso” è il primo romanzo che ci ha fatto conoscere l’investigatore privato Sherlock Holmes e il suo amico dottor John H. Watson. È un testo fondamentale nella lettura delle inchieste operate da questo straordinario personaggio creato da Arthur Conan Doyle, perché entrambi i protagonisti ci vengono, per la prima volta, presentati con le loro caratteristiche salienti. Sherlock Holmes ha la possibilità di spiegarci cosa sia il metodo deduttivo-analitico, mentre il dubbioso Watson diventa il suo personale biografo. È tramite quest’ultimo che verremo informati delle inchieste dell’investigatore londinese. Questo testo avvincente si compone di due storie che s’intrecciano. La prima vede compiersi due omicidi da parte di un assassino, metodico e irresoluto, che hanno un evidente legame tra di loro. La seconda parte fornirà al lettore le circostanze che mostreranno il movente che lega l’assassino alle due vittime. Un movente carico di struggente umanità. Holmes, alla sua maniera, analizza tutti gli indizi, tracciando un identikit del colpevole attraverso una ricerca sistematica, che comprende anche uno sfavillante uso della sua mente ricettiva. Una lettura decisamente accattivante.
Recensione: Lo ammetto, non ho mai realmente letto un libro di Scherlock ma solo qualche raccontino. Quindi, questa è la prima vera lettura che faccio e devo confermare, più forte che mai, il mio amore per lui.
Amore perchè già lo apprezzo molto nei film (si, l’attore aiuta molto) ma qui è qualcosa di meraviglioso.
Uno studio in rosso è il primissimo libro, quando Watson e Holmes si incontrano per la prima volta.
Da questo libro, nasce il legame che unisce i due uomini e come non invidiare Watson? Segue per la prima volta l’investigatore, mosso soprattutto da dubbi, e pian piano rimane affascinato dal metodo assurdo che l’uomo usa per risolvere il caso.
Ho apprezzato meno la seconda parte, dove il colpevole spiega le sue motivazioni.
Sono tutte sensate e condivisibili ma molto più lente e meno frizzanti della prima parte. Sherlock riesce a manter vivo l’interesse delle persone, anche quando non si capisce bene dove voglia andare a parare.
Nel complesso però, ho apprezzato la lettura e sicuramente continuerò a leggere le sue avventure.