Pagine: 614
Prezzo: € 22
Uscita: 13/10/2020
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Mondadori
Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell’Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell’antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo…
Recensione: La guerra dei papaveri è stata una lettura che in certo senso, mi ha ricordato Il priorato dell’albero delle arance e Mulan (il cartone della Disney, non quel coso nuovo uscito da poco).
Fang Runin, ovvero Rin per noi, la nostra protagonista, è una figura estremamente forte che non vuole inchinarsi ad un futuro già prestabilito dalla famiglia adottiva. Per far ciò, decide che la sua unica soluzione è quella di entrare nella più prestigiosa accademia militare e così, si allena giorno e notte per imparare e colmare le lacune che il suo ceto sociale quasi le impone. Essendo della provincia e orfana, la sua conoscenza del combattimento è pari a zero. Questo però non la ferma e infatti, riesce ad essere ammessa.
Ovviamente, il sogno idiliiaco che l’ha tenuta attiva per tutto il tempo dello studio, va in frantumi.
Nell’accademia verrà emarginata per le sue origini ma il suo sangue che ribolle in ogni momento, la porterà a dare il massimo in tutto e per tutto, facendole scoprire delle qualità che nemmeno pensava di avere.
Questo suo percorso non si fermerà nemmeno una volta fuori.
Sarà quindi disposta a dare tutto, per salvare il suo paese?
Le dinamiche come dicevo, mi ricordano molto Mulan e lo ammetto, la cosa mi ha galvanizzato aprecchio.
Il cartone Disney ormai lo recito a memoria e quindi, quando mi si presenta l’occasione di leggere qualcosa di simile, mi ci fiondo immediatamente. Soprattutto se dentro ci sono delle droghe legate al tema fantastico, e se c’è molta violenza. Sangue, misteri, droghe… Ehi Kuang, sei appena diventata la mia scrittrice del cuore!
Il libro comunque non è assolutamente facile, perchè pur essendo molto scorrevole non tratta temi in modo troppo semplice.
Le droghe, che pur avendo un ruolo molto controverso nella storia, son pur sempre drighe e non possono esser trattate come un mezzio “giusto”. La guerra, che non devo spiegarvi il perchè sia difficile da trattare bene. La disparità sociale ed il bullizzo che ne consegue sono forse uno dei temi che più trovo difficili da gestire. Matrimoni combinati e non libertà sul proprio futuro, sono la cigliegina che per quanto strano possa esser, è ancora molto presente anche da noi (seppur mascherato meglio che da altre parti).
Insomma, gira che ti rigira è una storia che azzarda molto, ma che al momento mi trasmette solo cose piacevoli.