Pagine: 272
Prezzo: € 13
Uscita: 6/05/2021
Genere: Narrativa Bambini
Casa Editrice: Garzanti
A dieci anni, Fiona Rose Anna Newton Abbot è certa di una cosa: odia la scuola. Sopravvivere alle verifiche è un’impresa per lei che detesta i dettati e ne combina una più del diavolo. Non è un caso che i compagni la soprannominino «frana» per quel suo modo di fare tutto al contrario e di mangiare i biscotti separando la frolla dal ripieno. Per fortuna che c’è Cindy, la sua migliore amica, l’unica che la capisca davvero. Ma ora, nella sua classe, è arrivata una nuova compagna. Si chiama Peggy Porter ed è quanto di più sgradevole esista su questo pianeta. Ha voti altissimi e un fascino francese con cui la stravaganza fantasiosa di Fiona non può competere. Cosa ancora peggiore, ha in mente un piano diabolico: rubarle Cindy! Assolutamente inaccettabile. E Fiona è pronta a tutto per impedire che la nuova arrivata le soffi la migliore amica da sotto il naso. Perché già la vita a scuola non è proprio rose e fiori, se poi dovesse affrontarla senza la gioia dell’amicizia più importante, sarebbe una vera e propria catastrofe.
Recensione: Che io sia un pò troppo grandicella per certi libri, ormai lo sanno anche i muri. Questo è uno dei motivi per cui non leggo molto spesso questo genere di storie, anche perchè non ho figli e nipoti con cui condividere un momento “felice”.
Non stupirà quindi, il mio pensiero tremendamente negativo su Il diario di un’inguaribile F.R.A.N.A.. Anche se ci sono dei punti estremamente validi, delle tematiche di tutto rispetto, non posso trovare una giusta empatia con Fiona e il suo voler essere sempre al centro dell’attenzione. Se penso alla mia infanzia, sicuramente non posso dire di esser sempre stata un fiore ma, nemmeno così detestabile. (spero)
Comunque, oggi in realtà sono più per ripercorrere un determinato aspetto dell’infanzia e della scuola; N.egativitá: momenti no a scuola.
L’evento dedicato al libro, vuole in realtà ripercorrere un pò quel periodo, anche perchè sappiamo bene che le nostre recensioni vengono lette più dai genitori che dai bambini. Quindi, è a voi che ci rivolgiamo ed è sempre a voi che dobbiamo far capire se il libro alla fine merita di esser preso o no.
Lo so, ho appena finito di dire che non mi è piaciuto, quindi perchè sono comunque qui a parlarvene? IO sono troppo grande, IO non ho trovato un punto in comune con il personaggio, questo però non vuol dire che non ci sia nulla di interessante.
Fiona racconta un pò le sue avventure a scuola, descrivendo la noia dello spelling e i problemi delle regole ferree sulle merende. Racconta dei problemi di amicizia con la sua BFF e dell’arrivo di una nuova compagna. Insomma, racconta un pò quello che tutti noi abbiamo passato.
La cosa che mi ha fatto sorridere, è la percezione dei suoi problemi. Cose che per me oggi sono delle bazzeccole, ai tempi erano problemi insormontabili. Ricordo che anche per me era difficile combattere contro la noia di certe materie (tutte, però lasciamo perdere) e l’idea dei compiti a casa mi sconfortava un mucchio. Mi chiedevo perchè fosse così necessario saper scrivere bene certe parole, tanto poi bastava solo capirsi. Cuore era cuore, cosa cambiava se scrivevo quore? Quello che però era di vitale importanza, era l’amica del cuore ed il suo giudizio. Stare sempre insieme era la regola d’oro, non potevano esserci altri amici del cuore e se per una volta si faceva coppia con altri, giù a pensar le peggio cose. Un pò come Fiona, anche per me non esisteva il concetto del “può esserci altro”. Penso che questa esclusività sia normale nei bambini, a prescindere dal come si è cresciuti (in certi casi, questo disagio permane anche negli adulti).
Una cosa che mi dispiace, è che crescendo abbiamo perso un pò il contatto su certe emozioni e quando abbiamo davanti dei bambini che piangono per una cosa apparentemente insulsa, non ci ricordiamo mai anche anche noi eravamo così.