Pagine: 155
Prezzo: € 13
Uscita: 1/01/2008
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Voland
Al premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach restano solo due mesi di vita. La stampa di tutto il mondo gli implora un’ultima intervista ma lo scrittore, feroce misantropo, si è chiuso da anni in un silenzio segreto. Solo cinque giornalisti riusciranno a incontrarlo. Dei primi quattro, il geniale romanziere si prenderà sadicamente gioco e con una dialettica in cui si mescolano logica e malafede riuscirà ad annientarli sia sul piano personale sia su quello professionale. Il quinto invece, una donna, riuscirà a tenergli testa e avere la meglio su di lui: l’intervista diventerà interrogatorio e poi duello senza respiro. Ne verrà fuori, poco a poco, un ritratto di Prétextat Tach del tutto inedito.
Recensione: Anni fa avevo letto Acido solforico ed ero rimasta interdetta dalla crudità di Amélie Nothomb. Ne volgare ma nemmeno troppo poetica. Poi mi è stato regalato Barbablù e ho pensato la stessa cosa della lettura precedente, trovando sempre un dettaglio non ben definito che non mi permetteva di apprezzare del tutto la lettura.
Igiene dell’assassino era in casa da un pò ma ho deciso di leggerlo tramite Audiolibro e devo dirvi che con l’impostazione da Teatro, la storia ha acquisito una vena sarcastica che mai avrei immaginato.
Mi sono divertita moltissimo, cosa che non mi sarei veramente aspettata dato il tema.
Prétextat Tach scrisse ventidue libri in giovanissima età e questo gli permise di vivere di rendita per quasi vent’anni. Però, prima di morire, lo convincono a fare le sue ultime interviste e il suo assistente seleziona cinque giornalisti.
Tach, con il suo schiacciante sadismo, ne piega quattro ma quando arriverà l’unica donna del gruppo, le carte in tavola cambieranno.
Rispetto al libro scritto, alcune parti sono state tolte perché la storia non viene solamente letta ma anche recitata. Ogni personaggio ha una sua voce e per far si che tutto fosse più fluido, il narratore non esiste. Probabilmente è per questo che mi sono divertita, perché le voci si sono immedesimate. Penso che però, anche leggendolo, possa essere una cosa piacevole.
In generale mi è piaciuta la figura di Tach. Una persona odiosissima ma un genio dotatissimo, una combinazione capace di affascinare ed esasperare anche il Santo più Santo del mondo.
Un disadattato che è riuscito a creare un’aura di mistero, rendendo i suoi libri e la sua figura un successo acclamato. Ho trovato esilaranti le sue prime quattro interviste, soprattutto la via crucis culinaria che ha invece stomacato altri. Un genio. Un bastardo. Un verme.
Se non conoscete Amélie, vi consiglio di darle una possibilità.